Banche, un piano per gli esuberi

Banche, un piano per gli esuberi Il governo precisa: nessun aiuto pubblico per ristrutturare il sistema creditizio Banche, un piano per gli esuberi I sindacati propongono un fondo di mutualità ROMA. Il problema dei 30 mila bancari in esubero non può essere affrontato da solo, ma insieme ad una efficace ristrutturazione del sistema creditizio. Su questa base governo e sindacati hanno trovato ieri un punto di incontro in una lunga riunione svoltasi a Palazzo Chigi con l'intervento del ministro del Lavoro Tiziano Treu e i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Enrico Micheli e del Tesoro Roberto Pinza. E, per gli aspetti «caldi», i sindacati hanno proposto anche una terapia concreta: la costituzione di un fondo contrattuale, aumentato dalle imprese e dai lavoratori, che consenta di gestire la mutualità di carattere generale del settore (formazione, riqualificazione e ricollocazione del personale, part-time) e alimentare in parte le indennità di sostegno al reddito laddove sarà accertata l'esistenza di esuberi del personale. Treu e Pinza riceveranno nuovamente i dirigenti dell'Abi e, se non ci saranno ostacoli, fin dalla prossima settimana potrebbe partire una trattativa triangolare governo-sindacati-imprese. I sindacati hanno espresso valutazioni positive. ((Andrà costruito - precisa Nicoletta Roc¬ chi - un quadro di riferimento e di intervento su tutte le debolezze strutturali». L'incontro, rileva il segretario della Fabi Gianfranco Steffani, è valso a riaffermare che il costo del lavoro e gli esuberi non sono le questioni esclusive da affrontare. Quasi tutto il settore ha bisogno di una riorganizzazione per sostenere le crescenti sfide. «Una parte del management - sottolinea Steffani si è addormentata in un settore superprotetto e non si è accorta che i sistemi creditizi degli altri Paesi andavano evolvendo in maniera diversa». In merito al fondo, per la Cisl Natale Forlani spiega che lo Stato può concedere agevolazioni fiscali e si potrebbero utilizzare anche i cofinanziamenti al 60% dell'Unione Europea, mentre la base economica (almeno lo 0,50% del monte salari) dovrebbe essere costituita da banche e lavoratori. Comunque, precisa Palazzo Chigi, è certo che il riassetto non potrà avvenire a spese della finanza pubblica, [g. c. f.] \ Roberto Pinza sottosegretario al Tesoro

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