Ratzinger «apre» ai divorziati di Marco Tosatti

Ratzinger «apre» ai divorziati Il cardinale compie 70 anni e presenta 2 libri. Critiche a Paolo VI per le modifiche alla liturgia della Chiesa Ratzinger «apre» ai divorziati «Sarà più facile prevedere la nullità» CITTA' DEL VATICANO. Una volta, i Prefetti del Santo Uffizio (ora Congregazione per la Dottrina della Fede) avevano fama di essere uomini riservatissimi. Da ieri, questo stereotipo non è più valido. Il cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Fede, ha festeggiato i suoi settantanni, die cadono oggi - con una mega conferenza stampa, e la presentazione di due libri, stampati entrambi dai «Paolini», di cui si diceva - ma evidentemente non è vero - che fosse nemico. E ha detto cose clamorose; in uno dei libri - «La mia vita» - ha espresso giudizi pesantemente negativi su una decisione di Paolo VI, e sulle conseguenze che la «nuova» liturgia ha avuto sulla Chiesa. Nel secondo libro, fra l'altro, prevede che ci sarà un «ammorbidimento» nelle questioni di nullità matrimoniale. Dopo il Concilio Vaticano II Paolo VI pubblicò il suo messale, con il divieto quasi completo dell'uso del messale precedente e della vecchia messa in latino. Le sperimentazioni «avevano sfigurato la liturgia»; il ritomo a un testo obbligatorio era «qualcosa di sicuramente positivo. Ma rimasi sbigottito - scrive Ratzinger - per il divieto del messale antico, dal momento che una cosa simile non si era mai verificata in tutta la storia della liturgia. Si diede l'impressione che questo fosse del tutto nor¬ male». E invece non è così; Pio V aveva fatto rielaborare il messale in uso, e così avevano fatto i suoi successori, «un processo continuativo di crescita e di purificazione, in cui però la continuità non veniva mai distrutta». La decisione di vietare il messale vecchio «ha comportato una rottura nella storia della liturgia le cui conseguenze potevano solo essere tragiche». Creare un nuovo messale, negando quanto si era accumulato, ha favorito «l'impressione che la liturgia sia "fatta", che non sia qualcosa che esiste prima di noi, qualcosa di "donato", ma che dipende dalle nostre decisioni». E' un attacco pesantissimo alle scelte operate subito dopo il Concilio, quando il cardinale insegnava a Ratisbona. «Sono convinto - aggiunge Ratzinger - che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia, che talvolta viene concepita come se in essa non importasse più se Dio c'è e se ci parla e ci ascolta... La comunità celebra solo se stessa, senza che ne valga la pena». La conseguenza finale è «la contrapposizione partitica in una Chiesa che lacera se stessa». Altro libro, altro tema: la Chiesa non rinuncerà al celibato dei preti, nemmeno in un futuro remoto. Il porporato ammette che ad impedire il matrimonio dei preti «non è un dogma», ma il celibato può essere qualcosa che riesce «anche a dar coraggio in relazione al matrimonio». «Se una fedeltà non è più possibile, anche l'altra non ha più senso perché l'una sostiene l'altra». Tanto che, quasi scherzando, Ratzinger butta lì una profezia inquietante: «con l'abolizione del celibato assisteremmo solo alla nascita di un nuovo tipo di problematica, quella dei preti divorziati». Il cardinale, sorprendentemente, apre, anche se in modo molto sfumato, sulla questione dei divorziati risposati, prevedendo che in futuro sarà più facile nella Chiesa dichiarare nulli i matrimoni: «in futuro si potrebbe anche arrivare a una costatazione extragiudiziale della nullità del primo matrimonio». Che potrebbe «forse essere constatata anche da chi ha responsabilità pastorale sul luogo», cioè i vescovi diocesani. Marco Tosatti In alto a destra il comico genovese Beppe Grillo testimonial della «Pax Christi» A lato il cardinale Joseph Ratzinger

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