Causa di separazione fa scoprire la maxi-truffa di P. Col.
Causa di separazione fa scoprire la maxi-truffa Milano, una delle menti si era rifiutata di pagare gli alimenti all'ex moglie, che aveva avvisato la Finanza Causa di separazione fa scoprire la maxi-truffa Undicimila vittime in Italia, incassavano caparre e poi sparivano MILANO. Promettevano finanziamenti e compratori per attività commerciali in vendita. Prendevano la caparra e sparivano. Una truffa classica ma pensata in grande: 11 mila le «vittime» solo in Italia, forse altrettante nel resto d'Europa per un giro d'affari di oltre 70 miliardi. L'organizzazione, a carattere familiare e con un nome, quello dei Cultrera, che salì alla ribalta delle cronache negli Anni 80 per lo scandalo finanziario dei titoli atipici, è stata sgominata ieri mattina con una serie di arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza in Italia, in Germania e in Spagna. In carcere, con l'accusa di associazione per delinquere, truffa aggravata e frodi fiscali sono finiti i fratelli Carmela e Roberto Cultrera, Isabella Albergo, Roberta Papini, Franco Giordano, Sonia Bonazzi, Ettore Ragozzini, Mirella Tromba. Altre 170 persone, gli agenti venditori di cui si serviva l'organizzazione, sono stati denunciati a piede libero: 60 di questi sono evasori totali. E' sfuggito invece alla cattura Armando Cultrera, considerato il capo dell'organizzazione. A far scoprire il sistema di truffe, che si avvaleva di società di comodo appositamente costituite, è stata un'inchiesta coordinata dal pm Daniela Borgonovo nata dal rifiuto di Armando Cultrera, 35 anni, ora latitante, di pagare gli assegni familiari di mantenimento alla moglie separata. All'inizio era stato lui a denunciare la moglie accusandola di comportamenti scorretti versa la figlia che voleva gli fosse affidata. Ma la donna, interrogata dal pm aveva raccontato che U marito si era inventato la storia e che per nascondere le sue reali possibilità, intestava tutto a società di comodo. Le stesse società che, stando alla ricostruzione delle Fiamme Gialle, con annunci sui giornali, campagne promozionali o contatti ((porta a porta» promettevano a piccoli imprenditori, commercianti o liberi professionisti, finanziamenti fa¬ cili o raddoppio di capitali, nel caso avessero voluto cedere la loro attività, offrendosi di trovare acquirenti facoltosi. In realtà una volta incassata la caparra d'anticipo (dalle 400 mila lire per le ((pratiche» dei finanziamenti ai 16 milioni per vendere le attività) le società sparivano, oppure dichiaravano fallimento. Un sistema ben collaudato, descritto addirittura in alcuni manualetti tradotti nelle lingue dei Paesi in cui le truffe si verificavano e in base ai quali i contatti con i clienti-vittime dovevano diventare sempre più «freddi», fino ad arrivare a una lettera standard nella quale veniva regolarmente comunicato che nessuno era interessato all'acquisto delle attività in cessione o che i vari istituti di credito contattati non avevano concesso i finanziamenti. Dopo aver saturato il mercato italiano, l'organizzazione si era rivolta a quello estero prendendo di mira Francia, Spagna, Germania e Inghilterra, [p. col.]
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