Richiesti solo i piccoli tagli
Richiesti solo i piccoli tagli Richiesti solo i piccoli tagli ABITAZIONE PRINCIPALE Questo significa che la cosiddetta «domanda di necessità», cioè quella delle famiglie che cercano di comprare la prima casa (nel senso cronologico dell'espressione), è destinata a rimanere debole e, comunque, riguarderà le fasce meno interessanti dell'offerta. Ci sarà sempre la richiesta delle famiglie in formazione ma, oltre al fatto che diminuiscono, sovento almeno uno dei due promessi sposi dispone di una casa di famiglia. Ma su quella grossa fetta di domanda, indotta a suo tempo dall'equo canone e composta ài famiglie che lasciavano l'affitto per la proprietà, non si può più contare. nuovo e imprevisto è che non sempre si tratta di permute per migliorare. Tutt'altro. «Fino a qualche anno fa - spiega Alessandro Pacetti, presidente degli agenti immobiliari romani della Fimaa - la norma era che la famiglia cercava di vendere la casa che aveva per comprare un locale in più. Adesso è quasi sempre l'opposto. I genitori, una volta sposatisi i figli, si trovano in un'abitazione troppo grande e cercano 1 -2 locali in meno. Con il risparmio sulle spese di gestione e investendo il capital gain che si spera di ottenere si può integrare la pensione». sultato è che sul mercato oggi c'è un'ampia offerta di immobili di grandi dimensioni che non interessano i potenziali acquirenti. E quella speranza di forte capital gain cui si riferisce Pacetti si dimastra sovente une pia illusione. DIMENSIONI RIDOTTE Confermano alla Gabetti: «Dall'inizio di quest'anno stiamo assistendo a una consistente ripresa della domanda, se raffrontata allo stesso periodo del '96. Probabilmente i prezzi ormai sono giudicati allettanti. Si tratta però di richieste quasi esclusivamente di immobili di piccola o media dimensione». Anche Oreste Pasquali, presidente di Tecnocasa, è convinto che i prezzi ormai abbiano toccato il fondo e che la gente se ne stia rendendo conto. «Per i prossimi mesi - afferma - possia¬ tenzione poco esaltante a meno di un milione. Un prezzo che anche adesso è impossibile trovare a Milano, dove la semiperiferia sta tenendo meglio, mentre prosegue inesorabile la diminuzione dei prezzi del centro. POSIZIONE DI PRESTIGIO Qui però bisogna intendersi: le case belle, soprattutto se di dimensioni non principesche, si vendono in tempi relativamente brevi. Il guaio, per i proprietari, è che nessuno oggi è disposto a riconoscere 7-8 milioni al metro per una casa in posizione di prestigio ma male esposta o in stato di manutenzione meno che perfetta. Chi 4 o 5 anni fa per un'abitazione simile (ce ne sono anche nel Centro storico) ha speso anche 15 milioni al metro, ora si sta mangiando le mani. [g. p.l mo tutt'al più pensare a qualche leggero cedimento, ma niente di drammatico. A meno di così non si può vendere, e l'offerta di nuovo, soprattutto nelle grandi città, è scarsa. Certo è che per chi ha bisogno di una casa grande questo è il momento di fare buoni affari». NELLE PERIFERIE A Torino i prezzi si sono assestati, ma, dopo qualche anno di boom delle transazioni, i contratti sono tornati al livello «fisiologico» di 17-18 mila l'anno. Il borsino della Fimai segnala la prevalenza dell'offerta sulla domanda, che, a seconda della zona, varia da discreta a scarsa. I prezzi di punta sono quelli di Crocetta e Borgo Po, dove si giunge a sfiorare i 5 milioni al metro quadro. Nelle periferie meno interessanti si possono trovare anche immobili in stato di manu¬ CAPITAL GAIN «Il fatto è - prosegue Pacetti - che la permuta è fiscalmente penalizzata e le agenzie non sempre sono attrezzate a gestire al meglio tutte le problematiche connesse». Il ri¬ LOCALI IN MENO Nelle grandi città ci troviamo di fronte sempre più a un mercato di scambio. Il fatto in qualche modo Roncaglia & Wijk.indcr
Persone citate: Alessandro Pacetti, Gabetti, Oreste Pasquali, Pacetti, Roncaglia
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