L'entusiasmante avventura del Bauhaus Immaginista
A MONCALIERI A MONCALIERI ASGER JORN E L'ITALIA L'entusiasmante avventura del Bauhaus Immaginista naghen, Bruxelles, Amsterdam. In Italia Jorn aveva già trascorso lunghi soggiorni. Nell'estate del 1954 per partecipare all'Incontro internazionale di Albisola Marina e nell'estate del 1955 ad Alba dove, insieme a Pinot Gallizio e Piero Simondo, aveva costituito il Laboratorio Sperimentale nel tentativo di mettere in pratica le teorie già espresse in Svizzera nel 1953, quando aveva fondato a Villars il Mibi, Movimento In- //; allo, due "Senza titolo» di'Anger Jorn (inisotto una tela di (ìalliano 67 ternazionale per un Bauhaus Immaginista, nel dichiarato intento di combattere l'esasperato funzionalismo propugnato in Germania dal Bauhaus, prima a Weimar e poi a Dessau, e la radicalizzazione successivamente attuata dalla Scuola di Ulm diretta da Max Bill. I tre amici artisti si ritrovarono nel 1957 a Cosio d'Arroscia, in occasione del matrimonio di Simondo. In questo paesino dell'entroterra ligure, insieme al filosofo Debord posero le basi della Internazionale Situazionista che propugnava la necessità di fondere arte e vita, e che trova ancor oggi entusiasti seguaci. A distanza di quarant'anni, la città di Moncalieri dedica a «Jorn in Italia» e alla entusiasmante avventura del Bauhaus Immaginista una piccola, grande mostra allestita a cura di Sandro Ricaldone negli spazi espositivi della biblioteca civica Arduino, fino al 24 aprile. Ed è un* segnale molto importante che un centro come Moncalieri abbia mostrato la sensibilità giusta nel porre l'attenzione e richiamare gli amanti del bello su un artista così significativo. Guido Curio Jorn in Italia Biblioteca civica A. Arduino via Cavour 31, Moncalieri orario da lunedì a venerdì 14-19; sabato 9,30-13,30 Fino al 24 aprile GALLIANO E LE IMMAGINO DELLA TORINO NOTTURNA Torino: i Murazzi, il fiume, piazza Vittorio, via Po, giovani che ballano, si osservano, parlano fino a mattina. E sullo sfondo un cielo infuocato. Primi piani di volti, immagini sgranate, colori lividi. Potrebbe essere la sequenza di un film, un racconto, i versi di una canzone. Sono le tele di Daniele Galliano che espone i suoi ultimi lavori alla galleria In Arco in una personale intitolata «Terapia». «Terapia - dichiara - è una forma di yoga, un medicamento, una cura chimica, un esperimento di resistenza retinica alla violenza delle immagini, talvolta ha effetti collaterali. E' da usare con cautela, come tutti i prodotti oggi in commercio». Le tele di Galliano sono un assemblaggio di situazioni, tensioni, atmosfere: «Un tentativo di sopravvivenza alla realtà che ci circonda. I volti si confondono, richiamano i tatuaggi dei guerrieri africani, simili a tanti simboli della cultura giovanile metropolitana. E la pittura è uno strumento per entrare dentro queste atmosfere sospese, inquiete, eppure vive, andare oltre gli sguardi. L'uso del colore è uno sforzo, fisico e mentale, per assorbire questa nuova invasione. di culture. Muoversi per le strade, per i luoghi notturni della città, incontrare volti e astrarre pezzi di realtà: «Camminare per la città ed essere circondati da continue immagini, guardarsi in¬ torno per riconoscersi in una tribù». Lisa Parola Daniele Galliano, Galleria In Arco piazza Vittorio Veneto 1/3 10/12,30 e 16/19,30, eh. lunedì e festivi. Tel. 812.2927. Fino al 24 I PAFFUTELLI DI BUENO Ritratti di bambini dagli occhi blu e dal visetto tondo e paffuto, vestiti alla marinara. Una copia della «Grande Odalisca» di Ingres, un po' sovrappeso a dire il vero. E tanti altri ironici «d'après», divertenti rivisitazioni di celebri dipinti, come la donna con l'ombrellino ripresa da «Una domenica pomeriggio all'isola della Grande Jatte» del neoimpressionista Seurat, sono i soggetti tipici dei venti quadri di Antonio Bueno esposti nello showroom della Sda-Express Courier in via Pietro Micca 18. Nato a Berlino nel 1918, da padre spagnolo e madre alsaziana, Bueno ha vissuto a lungo in Italia, a Firenze soprattutto, dove era giunto nel 1938 in fuga dalla Spagna franchista, e dove è morto nel 1984. Come afferma Paolo Levi curatore della mostra, Bueno «ha vissuto tra due Paesi, la Spagna e l'Italia, con perfetto sincretismo, senza contraddizioni, grazie a quella rarissima dote, l'ironia, che non a caso nasce e prospera dove l'identità è poliglotta e apolide. Come poliglotta e apolide è stata la sua arte». E' difficile, infatti, classificare l'arte e lo stile di Antonio Bueno. La sua pittura, così libera e gioiosa, quasi infantile e naif, non trova riferimenti adeguati per essere inserita all'interno di precise correnti artistiche. Semmai pare anticipare di vent'anni quel ritorno a una figuratività viva e colorata da illustratore di fiabe, che recentemente è stata definita Medialismo. [g. e] Antonio Bueno Sda-Express Courier, via Pietro Micca 18 Da lunedì a domenica 9,30-19,30. Fino al 27 aprile
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