Come gli scrittori francofoni raccontano il nostro Paese di Gabriella Bosco

CENTRE CULTUREL CENTRE CULTUREL ITALIA, UN CERTAIN REGARD Come gli scrittori francofoni raccontano il nostro Paese TRE «sguardi francofoni sull'Italia» verranno gettati dall'osservatorio della nostra città lunedì 14 aprile, il mattino (9-13) a Palazzo Nuovo, facoltà di Lettere, sala lauree, il pomeriggio al Centre Culturel Frangais in via Pomba 23, tel. 562.33.13 (15-18). Saranno uno sguardo proveniente dal Quebec, uno dal Belgio, il terzo dalla Francia. Si sarebbe voluto che L'Italia vista ria due fotografi francesi A. Leon (1912) eF. Cuville (1918) Collezione Klian fossero più numerosi, dice Anna-Paola Mossetto (che insegna letterature dei Paesi francofoni all'Università di Torino), ma organizzativamente ci si è dovuti accontentare di questi. Che del resto sono già più che sufficienti a offrire immagini tutt'altro che scontate del bel Paese «dove il sì sona» scaturite da penne nuove, poco o nulla ormai condizionate dagli stereotipi della classicità. Sono viaggi diversi nel nostro Paese, quelli di cui si parlerà, rispetto ai pellegrinaggi culturali o formativi, umanisticamente doverosi, compiuti dal saggio Montaigne, dal Marchese de Sade o da Alexandre Dumas, da Jean-Paul Sartre fino a Hervé Guibert: ognuno a suo modo, ma tutti in nome di un mito forte, su percorsi in qualche modo prestabiliti. Si avrà modo di restare sorpresi, scoprendo in uno scrittore di primo piano nella letteratura contemporanea del Quebec, Hubert Aquin, gran viaggiatore suicidatosi negli Anni Settanta, un curioso e profondo conoscitore della città di Torino. Nel suo romanzo «L'Antiphonaire», Torino ha la parte del leone, ma non è la prevedibile città austera e signorile di cui ci parlano normalmente gli stranieri quando chiediamo loro se conoscono il capo¬ luogo del Piemonte. Bensì una Torino segreta, colma di fermenti nascosti, anche spesso angosciosi per il mistero che li avvolge. Una Torino notturna, che si fa palcoscenico di un'interrogazione metafisica ritmata dall'ansia. Ma si parlerà anche del gruppo di allofoni, di origine itahana, che vivono nel Quebec, e scrivono la loro esperienza chi in inglese chi in francese, autori di una rivista letteraria e multimediale, pubblicazione di punta trilingue (in italiano, francese e inglese), «Vice Versa». E si parlerà di due di questi scrittori, Fulvio Caccia e Marco Micone. Nel pomeriggio, messi a fuoco da Lionello Sozzi, si avvicenderanno gli sguardi del Belgio e della Francia. A parlarne ci saranno anche un poeta sperimentale come Marc Quaghebeur, e un appassionato di letteratura italiana, critico e scrittore di prim'ordine, come René de Ceccatty. Francofonia e italianità: gli scambi, a Torino, si intensificano. Gabriella Bosco

Persone citate: Alexandre Dumas, Fulvio Caccia, Hubert Aquin, Jean-paul Sartre, Lionello Sozzi, Marco Micone, Paola Mossetto, René De Ceccatty