GLI SCHIZZATI MADE IN USA di Piero Soria

IL. CONSIGLIO IL. CONSIGLIO di Piero Soria JEROME Charyn, Marilyn la selvaggia (Tropea Editore, pp. 191, L 14.000), una penna corrosiva, nera come la pece, di un'ironia sferzante, in grado di graffiare persino le viscere di una Manhattan dura e spietata, ventre melmoso del melting pot ebraico, italiano e sudamericano in continuo rigurgito per il controllo delle anime e delle strade. Il romanzo primitivo di un essere primitivo: Isaac il Puro, leggendario Primo Vice delle squadre investigative di New York. Da non perdere anche il seguito. Occhiblu. f cosa vuo^ c^re <<essere ^ Pre" di ii di te»? Si tratta di una missione o di te»? Si tratta di ua UÌ | una professione? E, dunque, il sa¬ i dt d tt dl UÌ | una professione? E, duque, i saia cerdote deve essere mantenuto dal¬ li la comunità dei fedeli (o addirittura dallo Stato) oppure deve trovare da «Sì I sé i mezzi che gli assicurino l'esi- I «Sì I sé i mezzi che gli asscurino lesiI stenza? Queste, ed altre domande Jk ricche di interesse, circolano nel^^^>—i#<'^» l'ampia, documentata Storia del clero in Italia di Maurilio Guasco, un autore che ha le carte in regola per affrontare l'oggetto dell'indagine: docente universitario, specialista di storia del cristianesimo lanche se la sua etichetta accademica è un'altra) e nello stesso tempo sacerdote cattolico. Quella che ci offre è perciò una storia dell'interno del sacerdozio, ma scientificamente e criticamente fondata, per quanto la vocazione del libro sembri essere, più specificamente, quella di una divulgazione di ampio respiro. Proprio in ragione di questo suo intento, l'autore premette un paio di capitoli introduttivi all'esposizione della ricerca vera e propria, dedicata agli ultimi due secoli. Una volta acquisiti gli elementi essenziali che definiscono la nascita della figura dell'uomo di Chiesa, dagli Apostoli al Concilio di Trento (che sancì che il ruolo del sacerdote è solo quello di ministro del culto), per giungere sino all'età napoleonica, Guasco si immerge nel vivo della vicenda che ci concerne più da vicino. I rapporti Stato-Chiesa, nell'Ita STORIA DEL CLERO IN ITALIA Dall'Ottocento a oggi Maurilio Guasco Laterza pp. XVI-326 L. 45.000. STORIA DEL CLERO IN ITALIA Dall'Ottocento a oggi Maurilio Guasco Laterza pp. XVI-326 L. 45.000. lia postunitaria, secondo l'autore, sono improntati al confronto/scontro fra due intransigenze: quella laicistica dei costruttori della nuova entità statuale e quella integralistico-temporalistica della Santa Sede. Ma esistevano anche i preti contrari alla difesa e alla rivendicazione del potere temporale della Chiesa ed erano certamente più numerosi di quanto la gerarchia non volesse ammettere, e Guasco, anche per una vocazione di studioso attento soprattutto alle posizioni eterodosse e marginali, ne pone in luce il ruolo. Del resto nel clero italiano non solo le posizioni politicoreligiose e «politiche» tout court, ma anche il reddito e la collocazione sociale si andavano diversificando; e nel corso dei decenni apparve sempre più chiaramente la differenza tra l'immagine ufficiale del clero, fornita dai Sinodi, «e la realtà vissuta da molti preti». Nu¬ merosi furono quelli che s'immersero nel «sociale», che dialogarono non solo con i liberali, ma con i socialisti, venendo accusati di «assomigliare troppo ai loro interlocutori». In breve, anche i preti rientrarono nella lotta di classe, e a seconda della loro collocazione si diedero una coscienza sociale e assunsero posizioni politiche diversificate, sino alla contrapposizione estrema: neutralismo e interventismo, fascismo e antifascismo, monarchia e repubblica, i sacerdoti si schierarono sugli opposti fronti, ora corrivi rispetto al potere ora martiri della •ibertà e della giustizia. La nascita del Partito popolare e, più tardi, la sua trasformazione nella de, non fece che riprodurre all'interno del partito le contraddizioni e le divisioni del mondo cattolico, di cui il clero era lo specchio più o meno fedele. Un mondo di cui il libro propone, a ben vedere, una ricostruzione e un'interpretazione storica che vanno ben al di là del sacerdozio, la cui evoluzione nell'età della Repubblica, dopo le vacche grasse del Concordato fascista (ma anche tra il '29 e il '38, periodo-culmine dei buoni rapporti tra Chiesa e regime, non mancarono le difficoltà anche di natura economica per molti sacerdoti), ha visto una progressiva crisi delle vocazioni che, unitamente al moltiplicarsi degli abbandoni, ha messo a dura prova il sacerdozio e la stessa organizzazione delle parrocchie. Gli Anni Settanta, gli anni chiave del dissenso cattolico, rappresentano un momento culminante in questo quadro: e anche se le figure più rappresentative di preti scomodi quali Zeno Saltini (il fondatore della comu- Un'immagine dell'America «schizzata», grande filone letterario d'esportazione GLI SCHIZZATI MADE IN USA Da Mark Leyner a Vachss NATO SOTTO UNA CATTIVA STELLA Andrew Vachss pp. 372. L 28.500 EHI TU, BABY Mark Leyner pp. 180. L 24.500 Frassinelli Dall'Ottocento a oggi: metamorfosi di un ruolo nella ricostruzione di Maurilio Guasco nità di Nomadelfia), Primo Mazzolari o Lorenzo Milani erano uscite di scena, il loro seme continuò a fruttificare; la necessità di non limitarsi al culto, ma di essere uomini tra gli uomini, specialmente tra gli «ultimi», fu non solo teorizzata ma praticata con esperienze come quella, di derivazione francese, dei preti operai. Ma né allora né oggi, il dilemma sul ruolo del prete è stato sciolto una volta per sempre; privilegiare il ministro del culto o il pastore d'anime significa in realtà scegliere una concezione della Chiesa-istituzione o, all'opposto, della Chiesa-popolo di Dio. E anche se lo studioso Guasco insiste sulla storicità della soluzione, dunque mutevole a seconda dei tempi e delle circostanze, e il sacerdote Guasco non ci dice come egli viva il dilemma, a noi pare di capire da quale parte si schieri. Angelo D'Orsi NATO SOTTO UNA CATTIVA STELLA Andrew Vachss pp. 372. L 28.500 EHI TU, BABY Mark Leyner pp. 180. L 24.500 Frassinelli U un grande critico militante americano, Leslie Fiedler - autore del fondamentale Amore e morte nel romanzo americano - a definire molti anni or sono i giovani del suo Paese «i nuovi mutanti», in un saggio sulla Partisan review. L'idea del mutante si poteva lecitamente estendere, a ben vedere, anche alle generazioni più anziane: una cultura sospesa tra realtà e una introiezione, magari involontaria, ma endemica e strisciante, di apporti fantascientifici. Ma per caso, non erano quelli i prodromi, oltre che del disagio, dell'inquietudine, dell'inseguimento dell'utopia, anche di ima forma dilagante di ansia, o di angoscia, o addirittura di schizofrenia? Molti osservatori, oggi, negli Stati Uniti pensano di sì, e vedono nell'ansia e nella schizofrenia una merce corrente, persino da esportazione, come ha titolato di recente il New York Times («L'ultimo export americano: un mondo stressato»). Se, giusta l'osservazione di Oscar Wilde, è la letteratura a creare la realtà e non viceversa, qual è il versante letterario di questa schizofrenia dilagante? Ci poniamo la domanda mentre prende le mosse il processo per l'attentato di Oklahoma City, mia specie di assurda Ustica americana. Cominciamo dal versante grottesco, persino ilare o folle, della schizofrenia, che è poi un paradigma antico nella tradizione dell'umorismo americano fin da Mark Twain. Ciò che da Breton in avanti si chiama Humour noir. co i capitoli frammentati e penetranti come lame di Nato sotto una cattiva stella. Curiosamente, ma non troppo, Vachss è mi avvocato newyorchese che difende spesso bambini vittime di violenza. I capitoletti fulminanti del libro sono un concentrato di violenze schizofreniche, di atti gratuiti, di vendette elisabettiane. Alcuni teppisti seviziano il cane di un vecchio. Provvedere un signore che porterà in giro Leggete un romanzo di successo come Ehi tu. Baby! di Mark Leyner La vicenda muove dall'infanzia, quando lo scrittore aveva soltanto otto anni. 11 suo primo atto creativo - si fa per dire - consiste nell'ammazzare uno zio rompiballe: non è che l'inizio di mia serie di allegri omicidi, oltre che di gesti sbalorditivi. Ma attenzione: si tratta di mia realtà virtuale, e difatti il linguaggio di Leyner si arrampica sugli specchi del gergo ipertecnologico, con prestiti dai codici del marketing, del pop, della tv, della pubblicità. L'eroe di Leyner si serve creativamente di mi computer portatile. Quando il successo diventa minaccioso ed egli diviene mi pericolo per le istituzioni, glielo sottraggono, e lo riducono al silenzio. Ci collochiamo qui in un filone surreale, irriverente senza fare danni irrimediabili, che ha avuto il suo iniziatore in Tom Robbins. Ma esiste il versante opposto, che impropriamente potremmo definire apocalittico. Di mi romanzo chiave in questo senso ha parlato recentemente su Tuttolibri Ruggero Bianchi. Penso a / vendicatori di Richard Bachman, ovvero Stephen King, il quale ha ironicamente ucciso in quarta di copertina il suo alter ego. Qui la schizofrenia si impadronisce gradualmente di un'intera comunità, e, significativamente, si diffonde per mezzo di presenze al confine con l'extraterrestre, mentre - dato fondamentale - si trasmette, scaturisce, dagli schermi televisivi. (Pensiamo al racconto di Stanley Elkin, La baby sitter, dove la televisione uccide). La mia scelta privilegiata cade però su un nuovo autore che sta rapidamente diventando «culto» negli Stati Uniti, Andrew Vachss. Ec¬ co i capitoli frammentati e penetranti come lame di Nato sotto una cattiva stella. Curiosamente, ma non troppo, Vachss è mi avvocato newyorchese che difende spesso bambini vittime di violenza. I capitoletti fulminanti del libro sono un concentrato di violenze schizofreniche, di atti gratuiti, di vendette elisabettiane. Alcuni teppisti seviziano il cane di un vecchio. Provvedere un signore che porterà in giro mi cane ferocissimo ma in apparenza tranquillo, subirà l'assalto dei teppisti così attirati, e poi lancerà il cane a sbranarli sanguinosamente (il capitolo si intitola, appropriatamente, «Caino»), In mi altro, intitolato «Invito a cena con stupro», un ragazzino si arma di una 38 special e, con gusto quasi sadico, provvede a far giustizia del violentatore della sorella: il racconto lo accompagna fino al momento in cui sta per consumare la vendetta. L'ironia, acre e beffarda, non manca. Un «serial killer» scrive mia sottile e argomentata lettera allo psicanalista che ha pubblicato mi saggio su di lui, dimostrandogli che non capisce nulla. Ma lo psicanalista ha ima carta segreta da giocare alla fine, che naturalmente mi astengo da riferire. Vachss mi sembra il più dotato, origùiale inventore dell'epica della schizofrema urbana, dove realtà e simbolo si fondano con estrema maestria, alle soglie quasi dell'apologo, di ciò che i biblisti chiamano tipologico. Sul New York Times Magazine Michiko Kakutani ha elencato tutta mia serie di protocolli della schizofrenia, a cominciare da X-Files, associandola al terrore del complotto: tanti piccoli Saddam Hussein alle porte di casa, insomma. Ma forse stiamo ipostatizzando il fenomeno. Forse, e qui sta il punto, la letteratura sta invadendo la realtà. In un romanzo ormai classico, un signore, di nome Lafcadio, spinge uno sconosciuto giù dal treno, un atto gratuito, un gesto creativo. Vi dice nulla? L'autore si chiamava André Gide, e il romanzo Les caves du Vatican. Venne pubblicato nel 1914. Claudio Gorlier