«Larghe intese? C'è anche altro» di Ugo Bertone

«larghe intese? C'è anche altro» «larghe intese? C'è anche altro» Berlusconi: aspetto mosse dalla maggioranza IL LEADER DEL POLO PMELANO RESIDENTE Berlusconi, chi vorrebbe convincere prima. Capello o Dini? Lui ci pensa su per un attimo e poi risponde così: «Per ora continuo a preferire la Cuccarini...». Un applauso sale al cielo nell'atrio del teatro dove Berlusconi parla, circondato da supporter (non si sa se di Forza Italia o del Milan) affrontando, con egual foga, i problemi dell'opposizione, dopo il drammatico voto sull'Albania, e le traversie del Milan. Ma Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia oltre che presidente dei rossoneri, non perde il sorriso. Una battuta e si congeda dai taccuini per tuffarsi tra le undici candidate milanesi del Polo (una squadra di calcio in rosa, insomma...) che lo attendono al Teatro Carcano, assieme a Gabriele Albertini, il candidato sindaco («prometto - dichiara lui - che nella mia squadra in Comune ci saranno diverse donne...») per cui il capo dell'opposizione sta spendendo mille energie. Basti dire che per lui, fatto inedito, ha organizzato una grande festa nella villa di casa. Ma, almeno per ora, il voto di Milano può attendere. Il governo, ripete Berlusconi, resta ostaggio della sua componente di sinistra più estrema. La sortita di Lamberto Dini, sul fronte della scuola, va nella giusta direzione ma è ancora troppo timida. Il Cavaliere, da parte sua, aspetta, senza farsi illusioni ma attento a non bruciare gli interlocutori sull'altra sponda del fiume. Cavaliere, allora il dialogo sulle larghe intese è decollato sulla scuola. Oppure non è così? «Chissà se è questa la situazione che ci troviamo di fronte. Ho molti dubbi. La realtà è che la sinistra mostra di non avere consapevolezza della situazione in cui versa il Paese. Siamo di fronte ad una maggioranza ricattata dalla sua minoranza estremista». Ma qui spuntano le larghe intese... «Ci sono tante situazioni possibili. Anche questa, ma quel che conta è che piuttosto di un governo ricattato da una sua minoranza ci possono essere altre formule». Quali? «Ma questo non tocca a me. Io dico alla maggioranza questo: se avete il coraggio di guardare la realtà, capirete che tocca a voi il compito dì inventare una formula e di sottoporla al nostro giudizio. Quella delle larghe intese è solo una delle formule diponibili». E voi che farete? «E noi, come abbiamo sempre fatto, agiremo per il bene del Paese. Io, per conto mio, non vedo come si possa andare in là più di tanto. Certo, non spetta a noi far previsioni. Ma di fronte a quel che accade, noi abbiamo già detto chiaro e tondo che andando avanti con questo andazzo non si favorisce il Paese. Anzi, si fa il suo danno. E i dati di oggi sulla produzione industriale ci danno purtroppo ragione: l'economia sta decimando». L'alternativa, insomma, sono le larghe intese oppure qualsiasi altra soluzione che riduca il potere di Rifondazione. Tra queste figura anche il ricorso alle urne? «Non lo so, ma il problema non è di far previsioni, a questo punto. La considerazione essenziale, da cui bisogna partire, è che la voglia di potere è la colla che tiene uniti questi partiti, andati al potere dopo un'attesa durata cinquant'anni. E questa colla è più forte, secondo me, di qualsiasi accadimento. Anche dell'Albania...». Pentito per il voto? «Assolutamente no. Certo, ho sentito qualcuno che mostra di non condividere la mia posizione e quella nostra, del Polo, di aver votato per la missione. Ma questo qualcuno non si rende conto che, dal punto di vista politico, non sarebbe comunque successo nulla». Proprio nulla? «Certo, la missione non sarebbe partita. Ma la sinistra avrebbe scaricato sul Polo la responsabilità del no, dandoci degli irresponsabili e facendoci passare per i colpevoli di una figura orrenda di fronte al mondo intero. Tutto qui. Il governo di sinistra, però, sarebbe rimasto lì, impassibile, senza fare una piega. E' l'effetto della colla del potere». Questo vale per l'Albania... «Sì, è stato così per l'Albania, ma sarà così anche per la Finanziaria in preparazione dell'Europa. E sarà così anche sulla riforma dello Stato sociale. Non solo. Sarà così anche per la Bicamerale, quando si andrà a parlare di legge elettorale e di riforma dello Stato. Ovunque rischia di avere l'effetto di ricatto da parte di una parte minoritaria della sinistra». Ma su certe materie, Stato sociale o temi trattati in Bicamerale potrebbero crearsi maggioranze diverse.. «Potrebbe anche accadere, però, che certi problemi non trovino soluzione alcuna». Ugo Bertone «Capello o Dini? Per ora continuo a preferire la Cuccarini... Per Palazzo Marino molte donne» Il leader del Polo Silvio Berlusconi

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