Ai serbi 24 ore in più per votare

Ai serbi 24 ore in più per votare Ai serbi 24 ore in più per votare Amministrative, tutta la Croazia alle urne VUKOVAR. Mentre in tutta la Croazia i seggi elettorali hanno chiuso ieri sera alle 7, i serbi della Slavonia orientale potranno votare anche oggi. La decisione è stata presa nel pomeriggio di ieri dall'ex generale americano Jacques Klein, comandante in capo delle forze dell'Orni (Untaes) che gestiscono l'amministrazione transitoria di questa regione della Croazia in mano ai serbi dalla fine del '91. Klein ha voluto risolvere in questo modo i numerosi problemi burocratici sorti nel corso della giornata di ieri. «Vogliamo essere sicuri di aver fatto tutti gli sforzi possibili per far sì che ognuno degli abitanti di questa regione possa esercitare il suo diritto al voto» ha dichiarato l'alto funzionario dell'Orni. Per la prima volta dall'inizio della guerra le elezioni per le amministrazioni locali e per la Camera Alta del Parlamento di Zagabria si svolgono in tutto il territorio croato, compresa la Slavonia orientale, ultimo lembo di terra occupato dai serbi. Il voto, definito storico, dovrebbe concludere il processo di reintegrazione pacifica della regione che ritorna sotto la sovranità di Zagabria in base all'accordo di Erdut firmato da serbi e croati nel novembre del '95, insieme all'accordo di Dayton. La Slavonia dell'Est è stata al centro delle battaglie più sanguinose della guerra in Croazia. La regione che confina con la Serbia è stata attaccata dall'esercito jugoslavo e dalle unità paramiMtari serbe che dopo tre mesi di feroce assedio, nel novembre del '91, hanno raso al suolo la città di Vukovar. Migliaia di morti, ma soprattutto più di centomila profughi croati, insieme a ungheresi e slovacchi, sono stati cacciati via dalle loro case dai serbi che da allora controllano la regione. A maggioranza croata prima della guerra, la Slavonia orientale è diventata nel frattempo etnicamente «pulita». Ai locali si sono aggiunti decine di migliaia di profughi serbi delle altre regioni croate, ma anche dalla Bosnia. Malgrado l'Onu abbia cominciato più di sei mesi fa i preparativi per le elezioni, invitando tutti i serbi a prendere i documenti croati per poter votare, i dirigenti locali serbi hanno deciso soltanto venerdì di chiamare la loro gente alle urne. Per mesi hanno infatti minacciato un esodo di massa. Questo cambiamento dell'ultima ora ha complicato ancora di più le liste elettorali che già presentavano mancanze. Molti serbi, pur avendo i documenti in regola, non erano iscritti sulle liste. Ma molti altri si sono presentati ai seggi con vecchi documenti jugoslavi pretendendo di votare: «0 tutti o nessuno» gridava un uomo a Borovo Selo, il paese al¬ la periferia di Vukovar dove è iniziata la guerra. Fu proprio qui che il 1° maggio del '91 i serbi, ribellatisi contro il governo di Zagabria, massacrarono dodici poliziotti croati. Anche ieri la tensione era forte. «Se non possiamo votare tutti, distruggeremo le schede» minacciava la folla sotto lo sguardo preoccupato dei soldati dell'Onu (cinquemila dispiegati in tutta la regione) incaricati della sicurezza. D'accordo con le autorità croate, nel primo pomeriggio Klein ha annunciato che potevano votare tutti quelli con i documenti in regola, anche se i loro nomi non erano sulle liste. A detta di Klein la concessione ai serbi di proseguire con il voto anche oggi è stata necessaria per recuperare i ritardi dell'apertura di alcuni seggi in Slavonia orientale, nonché per dare un'altra possibilità a quelli che ieri non hanno potuto votare. Ingrid Badurina Problemi nella Slavonia orientale dove molti sono andati ai seggi con vecchi documenti jugoslavi li presidente croato Tudjman vota a Zagabria

Persone citate: Ingrid Badurina, Jacques Klein, Klein, Tudjman