«Ho sfidato l'inferno per fede»
«Ho sfidato l'inferno per fede» «Ho sfidato l'inferno per fede» // vigile eroe: ho pensato al miliardo di credenti UN SALVATORE PER IL SACRO LINO PTORINO ENSO che in ogni uomo ci sia una forza nascosta. E quando capita una catastrofe come questa, evidentemente, la tira fuori». Mario Trematore, 44 anni, all'1,36 di ieri è entrato nella storia. E' il vigile del fuoco che ha strappato la Sindone dal rogo e dalle macerie della cupola del Guarini. Con una mazza in ferro pesante quattro chili ha sfidato l'inferno per frantumare il cristallo antiproiettile che proteggeva - e ieri «intrappolava» - la teca col Sacro Lino. E alla fine ce l'ha fatta, stremato e ferito. Geometra Trematore: a che ora sono divampate le fiamme? «Verso le 11 e mezzo. Avevo appena finito il mio turno di lavoro. Ero a casa con mia moglie Rita e coi miei figli. Rita si è affacciata alla finestra e mi ha chiamato: "Vieni a vedere che nuvolone bianco". Ho dato un'occhiata, ho capito che era fumo, e ho telefonato immediatamente in centrale. Là mi hanno spiegato: "Brucia il Duomo, siamo mobilitati"». E' corso in piazza San Giovanni con i colleghi? «Certo, al volo. Mi sono infilato i jeans e via. Sono rimasto là finché le fiamme sono state domate». Eravate in 140. Ma lei è il salvatore della Sindone. Qual era la scena al suo arrivo? «Fra l'inferno e un incendio come questo non c'è differenza. La cupola del Guarini si sbriciolava tra le fiamme, come il tetto di Palazzo Reale. C'erano già diverse autobotti in azione. C'era anche il comandante provinciale. Ho chiesto un casco protettivo e sono entrato nella cattedrale». Si ferma un attimo, Mario Trematore. «A ripensarci - di- ce - mi vengono le lacrime agli occhi». Oggi si parla di lei come di un eroe. Ma ventiquattr'ore fa ha rischiato di morire bruciato o schiacciato dalle macerie. Non ha esitato, prima di dirigersi verso la cupola? «Non c'era tempo per riflettere. Ho pensato alla Sindone, e mi sono detto: "Rappresenta un miliardo di persone. Se la cupola va in fumo, brucia un pezzo di storia, ma se brucia il Lenzuolo si distrugge anche un simbolo mondiale». Quanto ha impiegato per frantumare il vetro blindato? «Forse un'ora, forse di più. Non so, non pensi al tempo. Senti solo la stanchezza, i muscoli indolenziti e ti sforzi di resistere. Abbiamo fatto due tentativi, per riuscire ad avvicinarci alla vetrina che conteneva la teca. Oltre alle fiamme c'era il pericolo che i pezzi di balaustra bruciati ti crollassero addosso: uno da cinque chili ha sfiorato il comandante, ed è un miracolo che non l'abbia colpito». E poi? «Per tenere lontane le fiamme abbiamo appoggiato scale ai pilastri della cupola, in modo da salire con le lance e buttare acqua più in alto possibile. Ad ogni colpo di mazza contro la vetrata davo un'occhiata che nessun masso mi piovesse in testa». Forse un giorno il suo nome finirà sui libri di scuola. Parleranno di lei come dell'uomo che ha salvato per la seconda volta il Sacro Lino dalla distruzione. «Io ho fatto solo il mio dovere. Scriva così. Con me, nella cupola, c'erano altri pompieri che hanno rischiato allo stesso modo». Mario Trematore ripensa agli altri interventi difficili della sua carriera al «115»: «Tanti anni fa ho rischiato di morire nella frana di un cantiere torinese. Toglievamo a turno la terra con le mani, e per poco finivamo travolti». E poi, l'altro grande disastro di Torino: «Neil'83 ero fra i soccorritori al cinema Statuto». Geometra Trematore, ha già ricevuto messaggi di ringraziamento? «Tantissimi. Il telefono squilla ininterrottamente da stamattina. Eppure mi sembra ancora tutto così irreale». Si è rivisto in tivù? «Sì. E mi è tornata in mente l'unica immagine di questa tremenda notte che ricordo con lucidità. Quando sono riuscito ad afferrare la teca con la Sindone, me la sono caricata in spalla e sono corso da don Giacomo, in sacrestia, per consegnargliela, Lui mi ha guardato piangendo, e mi ha detto: "No Mario, l'hai tirata fuori tu. Adesso portala in salvo"». Mancavano pochi minuti alle 2. Piazza San Giovanni era illuminata a giorno. Dal disastro. Mario Trematore ha consegnato la teca col Sacro Lino alla polizia. «Poi, mentre telefonavo in centrale, sono stato travolto dai pezzi di un solaio che mi è crollato addosso», Illeso. Marco Accossato HkfkLa cupola del Guarini si sbriciolava tra le fiamme. Ho chiesto un casco di protezione e sono entrato nella cattedrale sotto la spinta di una forza nascosta ipp Quel lenzuolo non poteva andare distrutto E' un simbolo mondiale Io un eroe? Ho fatto solo il mio dovere E altri colleghi hanno rischiato la vita con meyy Mario Trematore, 44 anni, il vigile che ha salvato la Sindone
Luoghi citati: Sacro Lino, Torino
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