L'Onu parte alla guerra dei parcheggi di Andrea Di Robilant

l/Onu porte alla guerra dei parcheggi I FUNZIONARI INDISCIPLINATI I carri attrezzi del Comune di New York contro le auto dei diplomatici in sosta abusiva l/Onu porte alla guerra dei parcheggi // Consiglio di sicurezza vota: «Non li paghiamo» WASHINGTON m L momento-chiave nella surreale m bagarre alle Nazioni Unite sul problema dei parcheggi è venuto quando l'americano Victor Marrero ha fatto un drammatico appello ai Paesi membri del Consiglio di sicurezza affinché non si coprissero di ridicolo attorno al problema dei parchimetri e si dedicassero invece ai problemi pressanti dello Zaire. Ma non c'è stato niente da fare: con un voto che a suo modo entra nella storia il contenzioso tra le autorità cittadine e i diplomatici è stato portato all'attenzione dell'Assemblea generale (14 a favore, uno contrario e un astenuto). Con un preciso obiettivo: sottoporre il caso alla Corte mondiale dell'Aia. Quella dei parcheggi è una vecchia storia. I diplomatici accreditati presso le Nazioni Unite hanno a disposizione parcheggi riservati nei dintorni del Palazzo di vetro. Ma questo privilegio non è mai bastato: hanno preso l'abitudine di non mettere le monete nei parchimetri, di parcheggiare in doppia fila, e di non pagare mai le multe invocando l'immunità diplomatica. Da anni i newyorchesi brontolavano per la spavalderia con cui molti diplomatici ostentavano il loro status privilegiato. E brontolava anche il Comune di New York, che non riusciva a incassare multe preziose per milioni e milioni di dollari. Il sindaco Rudolph Giuliani aveva già in mente di mettere fine a questo regime sfacciatamente discriminatorio quando le cose precipitarono a dicembre: due diplomatici, un russo e un bielorusso, vennero alle mani con la polizia per una questione di parcheggio. Giuliani decise di muoversi subito ma prima di lanciare la sua offensiva cooptò il Dipartimento di Stato nella battaglia dei parcheggi stipulando un accordo preciso con Washington: il Comune avrebbe messo a disposizione dei diplomatici un centinaio di nuovi postimacchina in giro per la città per loro uso esclusivo; in compenso il governo s'impegnava a revocare le targhe diplomatiche a chi non pagava le multe entro un anno. Solo che, al primo segno di pericolo, il Dipartimento di Stato ha cominciato a tentennare: «Forse non è il caso di prendere provvedimenti drastici; cerchiamo intanto di convincerli a pagare le multe con le buone...». Al sindaco Giuliani, un macho dalle maniere spicce, l'atteggiamento del governo ha fatto venire il latte alle ginocchia: «Niente incassi, niente nuovi posti-macchina». E ai timori di Washington per un eventuale trasferimento delle Nazioni Unite, il sindaco ha risposto che ne sarebbe felice: «L'Onu occupa i terreni in assoluto più cari del mondo. Sapremo senz'altro che farne». Proprio mentre prendeva corpo il tira e molla tra Giuliani e il Dipartimento di Stato è successo l'ennesimo incidente. Mercoledì sera un diplomatico russo ha protestato perché un furgone della sua missione diplomatica è stato portato via dal carro attrezzi con l'autista e i passeggeri ancora a bordo. Questa volta non c'è stato niente da fare: l'incidente ha provocato una improvvisa escalation delle ostilità, che ha trasformato un vecchio contenzioso che faceva in qualche modo parte dell'arredo di New York in una disputa internazionale di prima grandezza. Per la cronaca, gli Stati Uniti hanno votato contro la decisione di investire l'Assemblea generale (il massimo organo deliberativo mondiale) del problema dei parcheggi e la Gran Bretagna si è astenuta. Costa d'Avorio, Mali, Senegal, Bulgaria, Iraq, Cipro, Costa Rica, Honduras, Canada, Spagna e tre membri permanenti, Francia, Russia e Cina, hanno espresso un sì molto deciso. Andrea di Robilant

Persone citate: Giuliani, Rudolph Giuliani, Victor Marrero