Strasburgo infiamma la «questione giustizia»

Strasburgo infiamma la «questione giustizia» Fa discutere il sì (con voto pds) sulla separa2ione delle carriere. Si moltiplicano le iniziative anti-Boato Strasburgo infiamma la «questione giustizia» E Marconi (Unicost) si dimette ROMA DALLA REDAZIONE Uno dei forzitalisti che trattano dentro la Bicamerale, Giuliano Urbani, sorride a trentadue denti quando parla della risoluzione del Parlamento europeo, votata anche dal pds, sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri: «E' il cacio sui maccheroni, una decisione più opportuna di questa non poteva arrivare. Ci tengo a precisare che non li abbiamo sollecitati noi...». Per Urbani, quel documento è una «quasi legge europea», e se gli Stati membri non si adegueranno, le differenze «sarebbero devastanti». Marco Boato, relatore in materia di giustizia nella Bicamerale, non sorride ma è contento anche lui: «Quel documento è un atto di enorme importanza politica, giuridica ed istituzionale, che dimostra come le posizioni dell'Europarlamento siano ben più radicali di quelle in discussione da noi». Nella sua proposta, Boato si è limitato alla separazione delle funzioni tra pubblici ministeri e giudici, anche se con sbarramenti molto l'orti, come un'attesa di dieci anni prima di un eventuale cambio, la necessità di un concorso e l'impossibilità di svolgere funzioni diverse nella stessa regione. Funzioni separate, e non carriere, resta anche la posizione del pds. Il capogruppo al Senato Cesare Salvi, come Folena, non si attarda troppo sul voto del pds sul paragrafo che parla delle carriere: l'importante è, come dice la risoluzione di Strasburgo, che i pm restino indipendenti e dentro la magistratura. «Vorrei aggiungere - dice Salvi che il documento è stato approvato con i voti della sinistra europea (socialisti, comunisti, verdi e parte dei liberali) ed ha avuto l'astensione o i voti contrari della destra». La precisazione di Salvi e Folena non piace a Forza Italia. Il senatore Pera avverte che se il pds cambia idea da Strasburgo a Roma c'è il rischio di «compromettere la possibilità di un accordo». E su questo punto scende in campo anche Silvio Berlusconi: «La separazione delle carriere è un pilastro nella riforma dell'ordinamento giudiziario che il nostro Paese deve darsi», e la risoluzione dell'Europarlamento «mi sembra che tagli ogni discussione al riguardo». Per conto di Alleanza nazionale, Maceratini dice che «separare solo le funzioni e non le carriere dei magistrati può essere sufficiente, purché al Csm esistano due sezioni separate». E a proposito di Csm, il rappresentante di An propone che i «laici» del Consiglio superiore della magistratura riformato siano nominati non più dal Parlamento, ma dagli avvocati e dalle facoltà giuridiche. Un'idea che piace a Salvi: «La posizione di Maceratini apre a mio avviso un terreno utile di ragionamento. Resto però dell'idea che il principio del governo autonomo della magistratura richieda la prevalenza numerica dei membri togati». Ma la «questione giustizia» resta caldissima, e le polemiche non si placano. La rivista «Micromega» sta raccogliendo firme di intellettuali ed artisti (hanno già aderito, tra gli altri, Vittorio Foa, Giulio Einaudi, don Luigi Ciotti, Francesco De Gregori e altri) intorno a un documento che boccia la «bozza Boato», che va «respinta da tutti i cittadini che hanno appoggiato Mani pulite e non vogliono un ritorno al regime craxiano». Replica di Marco Boato: «Suppongo che il comitato sulla giustizia terrà nel dovuto conto l'appello degli intellettuali come di chiunque altro, anche se lavoratore manuale». «Micromega» invita i cittadini a partecipare ai convegni indetti dall'Asscciazione magistrati nel prossimo fine settimana, e il senso di quegli appuntamenti è stato spiegato ieri dal presidente dell'Anni, Elena Paciotti, al presidente della Camera Violante. Niente manifestazioni di piazza, ma solo un'occasione per esprimere opinioni, «un diritto di tutti i cittadini, magistrati compresi, che sono tenuti al riserbo solo mentre esercitano le loro funzioni». Intanto Umberto Marconi, segretario di Unità per la Costituzione, la corrente di maggioranza dell'Associazione Nazionale Magistrati, si è dimesso dal suo incarico. In una lettera inviata al presidente di Unicost Maurizio Millo, Marconi ha definito irrevocabile la sua scelta, che è legata al fallimento della sua mediazione con gruppi interni alla corrente, guidati dal consigliere del Csm Antonio Frasso, e in dissenso con la linea della maggioranza, che ventilerebbero una scissione. «Trovo incongruo che in questo momento che richiede la massima unità possibile delle forze associative - ha detto Marconi - venga portata avanti da certi gruppi di Salerno e Potenza una riduttiva polemica interna, fondata su un preteso orientamento destrorso della corrente, che sarebbe appiattita sulle posizioni del Polo, da cui ho sempre preso le distanze». GRAN BMTAOHA: NON ESISTE PUBBLICO MINISTERO. CE' UN'INCHIESTA CONDOTTA DALLA POLIZIA, SULLA QUALE ESERCITA LA SUPERVISIONE IL CROWN PROSECUTION SERVICE. L'ACCUSA IN GIUDIZIO E' SOSTENUTA DA UN AVVOCATO NOMINATO DALLA POLIZIA. FRANCIA: PM E GIUDICI CONDIVIDONO LA STESSA CARRIERA E SI PUÒ' PASSARE FACILMENTE DA UNA FUNZIONE ALL'ALTRA. IL PM E' LEGATO AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CHE PUÒ' PORRE DIRETTIVE ALLA SUA ATTIVITÀ'. SI STA STUDIANDO UNA LEGGE PER ASSICURARE L'INDIPENDENZA DEL PM. PORf MALLO) CARRIERE SEPARATE FRA GIUDICI E PM. IL PM GODE DI UNA PIENA INDIPENDENZA [E' DESIGNATO DAL CSM DEI PM]. GERMANIA CARRIERE SEPARATE FRA GIUDICI E PM. IL PM DIPENDE DAI GOVERNI DEI SINGOLI LAENDER. - SPAGNA* CARRIERE IMPREPARATE m GIUDICI E W?m. IL PM E' NOMINATO DAL RE, SU PROPOSTA DEL GOVERNO. IL RUOLO DEL PM IN EUROPA