«Un oceano davanti a Giove» di Lorenzo Soria

«Un oceano davanti a Giove» 8 La scoperta della sonda «Galileo» su Europa, una delle 16 lune del pianeta: «E' sotto una crosta di ghiaccio» «Un oceano davanti a Giove» 8 La Nasa: potrebbe ospitare vita extraterrestre LOS ANGELES NOSTRO SERVIZIO C'è un mare color del vino sotto la superficie ghiacciata di Europa, una delle sedici lune di Giove. Un oceano caldo, che potrebbe rivelarsi la culla di una forma di vita extraterrestre. Lo annuncia la Nasa, attraverso il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California, il laboratorio che prepara le missioni scientifiche prive di equipaggio. Secondo gli scienziati di questo centro, c'è la «concreta prova» che la crosta di ghiaccio nasconda dell'acqua in forma liquida. «C'è un oceano che potrebbe contenere più acqua liquida che tutti gli oceani della Terra messi assieme», ha puntualizzato Richard Terrile, lo scienziato messo a capo della missione. Terrile ha aggiunto che c'è anche la prova di una fonte di energia nel pianeta derivata probabilmente da attività vulcanica sotterranea e dalla presenza di elementi di chimica organica, arrivati qui, come è accaduto su altri pianeti, attraverso comete e meteoriti. «E se mettiamo assieme tutti questi ingredienti e li estendiamo nell'arco di un lungo periodo di tempo, è probabile che troviamo della vita», ha aggiunto. Vita extraterrestre. Erano anni che nella comunità scientifica si ipotizzava la possibilità di un oceano su Europa. Ma a fine febbraio la sonda Galileo, lanciata da Terra nell'89 e adesso al suo secondo anno di esplorazione di Giove e delle sue altre tre lune (Io, Calliste e Ganimede) è riuscita ad avvicinarsi a 600 chilometri dalla superficie di Europa. E adesso, le immagini inviata a Terra da Galileo sono diventate, nelle parole di Michael Carr della Us Geological Survey, «la pistola fumante», la prova definitiva della presenza di un oceano dinamico. Mostrano delle tracce che all'occhio di un profano potrebbero venire confuse con i solchi lasciati sulla sabbia dal peso di una jeep. Ma si tratta in realtà di enormi spaccature nella crosta di ghiaccio che stanno a indicare la presenza di blocchi lunghi dai 3 ai 5 chilometri molto simili ai nostri iceberg e che si sono mossi, che hanno subito rotazioni in diverse direzioni e che poi si sono ricompattati altrove. Degli spostamenti impossibili da spiegare se sotto quella crosta di ghiaccio, che misurerebbe non più di un chilometro, non ci fosse un oceano liquido e se dentro il centro di Europa non ci fosse dunque una fonte di calore, che potrebbe venire generata dal decadimento radioattivo o dalla forza di gravità eser citata da Giove e i suoi pianeti. Se alcuni suoi colleghi sono più prudenti, John Delaney, un biologo della Nasa, non ha dubbi. «Se non brodo di pollo, c'è perlomeno un dado», sostiene. Poi, rilevando che la presenza di acqua liquida e del calore necessario a mantenerla in quello stato sono la premessa della vita ha aggiunto con sicurezza: «Sono sicuro che nell'oceano di Eu ropa c'è vita, che l'ipotesi di mime semplici di organismi che si auto-riproducono non è poi così assurda. E la scoperta di vita in un altro pianeta rivaleggia ogni altra scoperta della storia dell'uomo». Una scoperta che in effetti smentirebbe una volta per tutte la certezza della nostra unicità nell'universo. Gli scienziati del la Nasa hanno dunque già richiesto e ottenuto che Galileo compia altri otto passaggi su Europa. Ma non gli basta, vogliono mandare una sonda in grado di avvicinarsi ancora di più alla sua superficie e poi di atterrare per poter penetrare i segreti nascosti dell'oceano di Europa. Una richiesta che arriva proprio mentre a Washington l'ente spaziale Usa si sente dire che deve stringere la corda e ridimensionare i propri piani per la stazione spaziale. Ma la prospettiva di poter confermare la presenza di forme di vita extraterrestre, sia pure primitive, potrebbe far cambiare molte opinioni. «Esplorare questo sistema è una sfida per tutta l'umanità», ha aggiunto Delaney. Lorenzo Soria 8 ^8 Le immagini del Pianeta Europa riprese dalla sonda spaziale Galileo in orbita da dicembre

Persone citate: Delaney, Ganimede, John Delaney, Michael Carr, Richard Terrile, Terrile