«Quel discorso, che delusione»

«Quel discorso, che delusione» «Quel discorso, che delusione» /mgius (pds): ha ignorato iproblemi veri u ROMA N discorso inadeguato». Gavino Angius bolla così, nell'assemblea dei senatori della sinistra democratica, l'intervento di Romano Prodi. E qualche ora più tardi l'umore del dirigente della Quercia non è cambiato. Anzi, mentre nell'aula di Palazzo Madama si sta svolgendo il dibattito sulla fiducia al governo, Angius passeggia avanti e indietro per i corridoi, non risparmiando critiche all'indirizzo del presidente del Consiglio e di Fausto Bertinotti, reo, a suo dire, di aver lacerato la maggioranza. Allora, senatore Angius, non si aspettava che fosse questo il tenore del discorso di Prodi? «Non mi immaginavo che fosse così». Ma che cosa non l'ha convinta nell'intervento del presidente del Consiglio? «E' stato un discorso timoroso, reticente...». E su che cosa, a suo avviso, Romano Prodi è stato reticente? «Non si può fare finta, come ha fatto lui, che non sia successo niente in questi ultimi giorni, non si può non parlare della questione per cui il governo viene qui a chiedere la fiducia. La divisione con Rifondazione che si è creata sulla missione italiana in Albania ha prodotto un "vulnus". Non affrontando questo problema si rischia di provocare il dissolvimento della maggioranza che è uscita dalle urne, il 21 aprile. Dirò di più: così comincia a dissol¬ versi lo stesso governo, così si apre la strada alla nascita di mia maggioranza variabile». Ma il presidente del Consiglio in aula ha fatto un richiamo alla sua maggioranza... «Prodi ha evocato una maggioranza coesa e solidale che in realtà non c'è. E non si può pensare di andare avanti in questo modo». In quale modo, senatore Angius? «Avendo nei giorni dispari una maggioranza e nei giorni pari un'altra. Non si può governare una volta con l'appoggio di Silvio Berlusconi, un'altra volta affidandosi al sostegno di Gianfranco Fini, un'altra volta ancora con i ccd...». Bè, queste sono le forze politiche che hanno salvato il governo che era in difficoltà sulla missione italiana in Albania. Ma Prodi oggi (ieri per chi legge n.d.r.) non le ha ringraziate. «Il modo in cui ha maltrattato il Po¬ lo mi ha lasciato stupito, non volevo credere alle mie orecchie...». Con Rifondazione comunista, invece, il presidente del Consiglio è stato molto più morbido. E' questo il motivo per cui voi pidiessini siete così arrabbiati? «Sì, io sono arrabbiato con Rifondazione comunista. E quando sono arrabbiato non riesco a nascondere i miei sentimenti. Prenderei Bertinotti per la collottola. Lui non può andare avanti in questo modo». Ma che Bertinotti si comportasse così era scritto. «No: Fausto non può stare al governo nei giorni feriali e in quelli festivi passare all'opposizione e manifestare contro l'esecutivo. Questo non è proprio possibile». E che bisognerebbe fare, secondo lei, per convincere Bertinotti ad avere un rapporto più organico con il governo? «Se io fossi stato in Prodi avrei fatto un bel discorsetto al segretario di Rifondazione. Gli avrei detto: guarda Bertinotti tu devi deciderti. Così non è stato. Ma tanto non finisce qui, dopo ci sarà una verifica seria». Ma non è un po' surreale che un partito come il pds mentre sta per dare la fiducia al governo annuncia nel contempo che ci sarà una verifica? Perché allora non la fate subito, questa verifica, e perché date la fiducia? «La fiducia è un atto dovuto adesso, con i nostri soldati che stanno partendo per l'Albania». In poche parole, qual è il messaggio che voi mandate a Prodi? «Caro Romano, se vuoi durare devi tenere buoni rapporti con tutti i partiti della coalizione e non solo con Rifondazione». Maria Teresa Meli li senatore Gavino Angius

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