Lippi: dovevamo metterli ko di Fabio Vergnano

Lippi: dovevamo metterli ko Lippi: dovevamo metterli ko «E invece a Torino ci sarà da soffrire» LA FESTA BIANCONERA AMSTERDAM DAL NOSTRO INVIATO Una vittoria di questo tipo, contro una squadra di questo rango scatenerebbe in qualsiasi squadra una goia incontenibile. Non nella Juve attuale, ormai abituata a triturare gli avversari, a passare agevolmente sui campi più difficili. La normalità del trionfo. Lippi entra in sala stampa con un sorrisino di compiacimento sulla labbra. Tutto bene, tutto perfetto. No, anzi, qualcosa che non è andato per il verso giusto c'è. Il Marcello si rammarica per i gol mancati: «Non accuso nessuno, anche perché questo resta comunque un ottimo risultato, però avremmo potuto concretizzare di più. Il 2-1 non ci lascia tranquilli. Da tre anni l'Ajax ottiene grandi risultati in trasferta e anche a Torino ci sarà da soffrire. Quindi non possiamo considerare chiusa la pratica». Ma le occasioni sciupate non cancellano un'altra prestazione da incorniciare: «Ottima Juve, la squadra ha fatto la propria partita senza aspettare che l'Ajax facesse la prima mossa. Siamo andati presto in gol, abbiamo avuto altre opportunità, poi abbiamo raddoppiato. La squadra di Van Gaal ha avuto un ritorno di fiamma nella ripresa, si è riorganizzata ma, gol a parte, ha concluso poco. Dopo un primo tempo molto buono, una ripresa normale». Applausi ai due nuovi Gemelloni del gol. Lippi li elogia entrambi: «Sono stati molto bravi, non soltanto per il gol che hanno segnato. Hanno fatto assist, hanno tenuto palla quando serviva. Una prestazione completa. Adesso sono sullo stesso piano degli altri». A tre giorni dalla larga vittoria sul Milan, ecco subito una conferma del gruppo. Come al solito Lippi resta con i piedi per terra: «Abbiamo vinto due partite importanti, questo significa semplicemente che la Juve gode di ottima salute. Solo questo, nulla di più». Una rivinci- ta sull'Ajax? Marcello non ci sta: «Due partite diverse, squadre diverse. Quella non era la Juve di Vinili e Ravanelli come questa non lo è di Vieri e Amoruso. Il vantaggio non è segnare un gol in più o in meno, ma è la nostra forza. Ogni volta dobbiamo sfruttare al meglio le nostre risorse che, per fortuna, sono ancora molte». Spunta il sorriso accattivante di Deschamps. In tanti gli fanno i complimenti, ma il francese rifiuta perché «è stata tutta la squadra a esprimersi alla grande, come può e sa. Il nostro pressing ha come sempre pagato, proprio come capitò all'Olimpico nella finale dell'anno scorso». Se ne vanno per ultimi i due goledor. Amoruso è alle prese con l'antidoping e con un dolore alla caviglia destra che lo obbliga a cure fisioterapiche. Vieri esce tra- scinando la gamba sinistra. Ha una piccola distorsione al ginocchio, rischia di saltare l'Udinese e di creare altri problemi di formazione. Tre gol in due partite che possono decidere la stagione della Signora. Ma Vieri non cambia di una virgola. Nessuna emozione apparente. Ha segnato all'Ajax come fece suo padre 28 anni fa contro Krol e Cruijff in una'amichevole che la Juve vinse per 2-1 con rete decisiva del genitore. «Bobo» è tranquilllo: «Il momento è favorevole, devo sfruttarlo al massimo. Lippi dice che io e Nicola siamo sul piano degli altri? Un bel complimento, ma adesso deciderà lui cosa fare. Io erede di Ravanelli? E' un grande complimento, ma preferisco essere me stesso e basta. La verità è che sono partiti due campioni e sono arrivati due giovani con tanta voglia di fare bene». Ha segnato un gol di destro, lui che è un mancino. «Cosa dovevo fare? Mi sono trovato al limite dell'area e ho tirato secco. Io ci provo sempre in ogni modo, l'ho sempre fatto da quando gioco. Cerco il gol, non importa come». Rammarico per Jugovic che salterà la seconda semifinale per squalifica: «Quando giochi non puoi fare calcoli. Sono sfortunato, salterò anche la partita della Jugoslavia con la Spagna. Questa è una vittoria importante, che poteva essere ancora più larga. Adesso abbiamo tutto il tempo per preparare bene il ritorno. A Torino loro non cambieranno di molto: come ieri sera faranno tanto possesso di palla, a differenza della Juve che con tre passaggi cerca di andare in porta». Infine Ferrara che ammette: «Pensavamo che Litmanen fosse in fuorigioco, invece anche la tv ha mostrato che il gol è regolarissimo. Perché siamo così tranquilli? Perché ci giochiamo molto in questo periodo ed è meglio se non ci esaltiamo troppo. Ora pensiamo già al campionato». Se ne va e si gira: «Non lo facciamo vedere, ma siamo felicissimi». Fabio Vergnano Deschamps: decisivo il pressing, come nella finale del '96

Luoghi citati: Ferrara, Jugoslavia, Spagna, Torino