Mister, mi manda papà

Mister, mi manda papà Under 19 Dilettanti con Altobelli, De Sisti e Lippi jr Mister, mi manda papà UFIRENZE NA settimana fa a Coverciano, Paolo Maldini e un altro celebre figlio di papà, Christian Vieri. Ieri, sempre a Coverciano, al raduno di selezione per la Nazionale dilettanti under 19, l'attaccante Andrea Altobelli e i centrocampisti Marco De Sisti e Davide Lippi, figli di cotanti padri cui assomigliano come gocce d'acqua. Il primo, soprannominato «Spillino», gioca nel club Azzurri di Brescia, finora ha avuto qualche problema, ma in 5 gare ha segnato 4 reti: «Non sono male con i piedi, ho una buona tecnica. Credo sia questa l'eredità lasciatami da mio padre». Il secondo, dopo un'esperienza nelle giovanili della Pistoiese e della Lazio, da quest'anno è approdato nel Fiumicino, non è ambidestro come papà bensì un mancino puro che ama stare davanti alla difesa: «Siamo caratterialmente simili é come lui ho una buona visione di gioco, anche se mio padre resta inimitabile». Infine il giovane Lippi, reduce da una stagione piena di infortuni e contrattempi, si sta togliendo però qualche soddisfazione nel Viareggio capolista dopo aver mili- tato nel Lido di Camaiore e nelle giovanili del Cesena e della Lucchese. Si definisce una mezz'ala classica: «Non so se vorrei mio padre come allenatore. Forse sì, perché significherebbe che gioco nella Juve...», ammicca sorridendo. Sono simpatici, aperti e furbi. Dicono che il calcio per loro è soprattutto divertimento, lo vivono alla giornata, quel che verrà sarà tutto di guadagnato. Non a caso tutti e tre studiano: Altobelli fa informatica, De Sisti è iscritto all'Isef, Lippi è al primo anno di ingegneria. Ma poi basta poco per capire che hanno la testa nel pallone. Spillino, tifoso interista, ha come modelli nientemeno che Maradona e Ronaldo; il figlio di «Picchio» s'ispira a Mancini, Guardiola e Ginola e sogna un ingaggio in Inghilterra «l'unico posto dove il calcio è ancora divertimento e passione», mentre l'erede del bel Marcello strizza l'occhio a Conte e Zidane e cerca di affrettare i tempi «perché se non sfondi a 21 anni puoi pu- re metterti il cuore in pace». Non hanno certo le pressioni del coetaneo Ronaldo («Poverino, con quel che guadagna dovrà pure stare attento alle compagnie», commenta ironicamente Marco De Sisti), ma anche ai tre figli d'arte qualche problemino non manca. Colpa del cognome che portano, un onore dicono, un motivo d'orgoglio, e un passepartout per molte porte, ma anche - talvolta - una zavorra. «Fa piacere essere paragonati al proprio genitore - spiega Andrea Altobelli - però questo porta tanta gente a chiedermi cose che ancora non so fare». «Già, un po' ti condiziona interviene Marco De Sisti -, domenica scorsa, ad esempio, ho fatto un liscio e il pubblico mi ha urlato di cambiare Dna...; l'ho presa sul ridere, ma spesso ti pesa». «La verità è che ti senti sempre un osservato speciale - spiega Davide Lippi -. Ricordo che al Torneo di Viareggio mi hanno letteralmente massacrato. A chi si chiama Lippi, evidentemente, non è permesso sbagliare». Insomma, tutta colpa di papà. Brunella Ciullini «Essere figli d'arte è bello ma da noi si pretende già troppo» A Coverciano tre figli d'arte in posa: da sinistra Davide Lippi (n. 16), Andrea Altobelli (n. 18) e Marco De Sisti (n. 15) ragazzi in gamba pronti a imitare i padri

Luoghi citati: Brescia, Coverciano, Inghilterra, Lazio, Lido Di Camaiore, Viareggio