Dai sindacati piovono critiche di Roberto Ippolito

Pai sindacati piovono critiche Pai sindacati piovono critiche Cofferati: chi soffre non è competitivo LA «VENDETTA» DEGLI AVVERSARI CROMA HE tempi. Che tempi. I sindacalisti tranquilli dietro le scrivanie a lavorare. E gli imprenditori oggi schierati per una manifestazione di protesta. Così rubano la scena ai sindacalisti, costretti a fare da spettatori e un po' risentiti: Luigi Angeletti, segretario della Uilm, definisce «patetici» gli industriali «desiderosi di assomigliare al sindacato». Sindacato che con malizia ribalta accuse ricevute infinite volte: la Confindustria è bollata come «corporativa» da Giuseppe Casadio, segretario confederale Cgil. Ma la svolta non sfugge. La manifestazione «è una cosa assolutamente nuova, rispetto al modo di fare tipico della Confindustria», osserva Adriano Musi, segretario confederale Uil. Insomma, c'è curiosità per una protesta senza precedenti: «Per la prima volta dal dopoguerra le aziende scendono in campo per manifestare contro il governo», fa notare Sergio Cofferati, segretario Cgil. Capovolti i ruoli classici, i sindacati strizzano l'occhio al governo. Dicono che gli industriali insorgono contro Prodi ma in realtà si renderebbero conto delle loro difficoltà. Così la pensa Cofferati: «Il nostro sistema industriale è in una grande sofferenza perché in gran parte non è in grado di competere a livello europeo». L'apparato produttivo, esauriti «i vantaggi della svalutazione», rivelerebbe quindi le sue carenze. Cofferati non ha dubbi che la situazione sia questa «altrimenti non si spiega la protesta». Ma il governo non ha creato difficoltà alle imprese con il prelievo, contestatissimo dalla Confindustria, sul trattamento di fine rapporto? Cofferati non lo crede; anzi per lui questa misura farebbe emer¬ gere le difficoltà delle aziende: «L'onere dell'anticipo del prelievo sul tfr è contenuto per le imprese che sono in ordine con l'indebitamento e non lo è per quelle che sono molto indebitate». Anche per Morese, rispetto alle decisioni del governo, la protesta è «sproporzionata» (aggettivo usato anche dal ministro del Lavoro Tiziano Treu). Anche il sindacato autonomo Cisal non è tenero con la Confindustria. Per il segretario Gaetano Cerioli la protesta di oggi «indica chiaramente lo stato di crisi» delle piccole imprese: si reagisce «facendo la voce grossa e mostrando i muscoli». A conti fatti, Cofferati è convinto che dietro la manifestazione ci sia una «scelta politica». Per Claudio Sabattini, segretario Fiom, la Confindustria vuole «essere partito» e «dominare tutto il quadro sociale». E scende in piazza, aggiunge Ange- letti, «perché tutte le altre strade non hanno dato risultati»: ovvero «cene, telefonate, contatti non funzionano più». Ma allora nulla da rimproverare al governo? I sindacalisti non se la sentono di affermarlo. Anzi rinfacciano alla Confindustria di manifestare un «dissenso general generico», come rileva il segretario confederale della Cgil Walter Cerfeda, «senza puntare il dito sulle cose in cui il governo è veramente assente»: le iniziative per l'innovazione e i servizi alle imprese. La protesta, incalza Musi, «è sbagliata» essendo slegata dal «vero problema, cioè la mancanza di una seria politica industriale». Infine Cofferati ironizza: si protesta, nel pieno delle polemiche sull'Albania, «contro un governo che ha altro a cui pensare». Roberto Ippolito

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