Industria, il giorno della protesta di Ugo Bertone

Industria, il giorno della protesta A Roma anche commercianti, artigiani e agricoltori: «Risanamento e sviluppo non si possono più rinviare» Industria, il giorno della protesta Oggi la manifestazione, ma Fossa smorza i toni MILANO. L'ora della grande protesta è arrivata. Ma attenzione: non sarà l'ora della piazza, ma quella della «fermezza con stile». E' questa la linea emersa dalla riunione dei grandi dell'impresa italiana, del direttivo della Confindustria che si è tenuto ieri mattina a Milano. Non filtrano, a dire il vero, molti particolari sui contenuti del vertice; per tutti, da Marco Tronchetti Provera a Pietro Marzotto, vale la consegna del silenzio. E Giorgio Fossa, il presidente, sfugge alla tentazione delle inevitabili anticipazioni, evitando i cronisti passando da un'uscita laterale. Per tutti, però, parla il documento che la Confindustria ha sottoposto alla firma di Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato per trasformare la protesta dell'industria in un'adunata generale dell'imprenditoria dell'intero Paese. «Il sistema produttivo rappresentato dalle sue massime organizzazioni - si legge - ritiene che risanamento e sviluppo non siano più rinviabili. Il governo sarà giudicato dalla sua capacità di avviare insieme il risanamento strutturale dei conti dello Stato e il rilancio dello sviluppo e dell'occupazione». Parole dure, ma, per la verità, meno di quanto si potesse pensare. Non si fa cenno esplicito al prelievo sul tfr, la polemica indiretta con Prodi, che ha fatto rilevare come «anche i ricchi devono pagare», si limita al rilievo che «penalizzare il sistema produttivo non significa imporre sacrifici anche agli imprenditori, ma indebolire e rendere più povero tutto il Paese». E' evidente, insomma, la volontà dei vertici dell'industria italiana di stemperare i toni più polemici e più rabbiosi; la grande manifestazione di Roma deve servire a riaprire un confronto su basi nuove con un governo indebolito («ma questo non lo potevamo certo prevedere...», commenta uno dei partecipanti) e non a chiudere le porte. Mediazione tra colombe e falchi? «Macché, siamo tutti uniti, pubblici e privati», replica secco all'uscita dalla riunione Benito Benedini, presidente di Federchimica e grande pretendente al vertice di Assolombarda. Ed è uno dei poclù commenti che si possono raccogliere dopo le riunioni di ieri: il comitato di presidenza in mattinata, il direttivo nel pomeriggio, dalle 15 alle 18. All'ora di pranzo, un intermezzo diplomatico: l'incontro con il presidente polacco Aleksander Kwasniewski. La consegna del silenzio è rispettata in pratica da tutti, anche da quelli che non scelgono di passare dalle porte laterali. Solo Fedele Confalonieri, che stamane tornerà in sede per il collegamento in video con la manifestazione romana, replica a chi gli chiede un commento sulle accuse di «avventurismo» agli imprenditori. «Macché irresponsabili - replica Fedele Confalonieri -. Noi non difendiamo interessi di bottega...». Al suo fianco c'è Vico Vaiassi, presidente dei costruttori, settore stremato, «a cui il governo ha tolto risorse nonostante fosse sull'orlo del baratro». Anche lui ci tiene a replicare alle accuse di voler «cercare la piazza». «Io - risponde - sono per la concertazione, ma sembra che Prodi la faccia solo con Bertinotti e i sindacati...». II clima è pacato, quindi. Chissà se lo stesso clima si respirerà stamane in viale dell'Astronomia, nell'auditorium affollato da migliaia di imprenditori (una trentina i collegamenti telematici nella Penisola). Nella periferia, nell'universo delle piccole e medie imprese, si respira in questi giorni clima di battaglia. «Siamo stufi, Confindustria svegliati», recita ad esempio l'attacco dell'intervento che Augusto Bocchini, presidente degli industriali di Ancona, intende pronunciare oggi a Roma. «Voglio segnalare - spiega l'industriale - il profondo malcontento delle piccole imprese nei confronti di provvedimenti cervellotici come l'anticipo dell'imposta sul tfr...». E non saranno pochi gli interventi di questo tenore (in 400 hanno chiesto la parola, solo 25-30 l'avranno per 23 minuti). A Fossa l'onore e (l'onere) di tradurre questa veemenza in azione politica. Ugo Bertone Il presidente della Confindustria Giorgio Fossa

Luoghi citati: Ancona, Milano, Roma