La Torre ferma la sua caduta
La Torre ferma la sua caduta I risultati degli ultimi rilevamenti annunciati dalla commissione che sovrintende i lavori La Torre ferma la sua caduta Pisa, i contrappesi bloccano l'inclinazione PISA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo un continuo scivolare che durava da settecento anni, la Torre di Pisa ha detto «basta». Grazie al contrappeso di piombo collocato nello scorso autunno, il più celebre monumento del mondo sembra infatti aver interrotto la sua pericolosa discesa verso l'inevitabile caduta. La buona notizia è stata data ieri dal presidente della commissione internazionale per la salvezza della Torre, il professor Michele Jamialcowsky, in occasione della presenza a Pisa del presidente dell'Assemblea della Cina Popolare Quiao Shi. In visita ufficiale in Italia, Quiao Shi ha voluto visitare la Torre, commentando: «Anche in Cina è il monumento più conosciuto e molti sono preoccupati della sua sopravvivenza». E Quiao Shi ha tanto ragione che nella storia dei progetti spesso fantaprogetti - che arrivano ogni anno sul tavolo della commissione ve ne sono anche alcuni di provenienza proprio dell'ex Celeste Impero. Il problema della stabilità resta comunque serio, perché i cinque metri di strapiombo che la Torre ha accumulato in oltre settecento anni di vita sono al limite estremo del punto di rottura. Da qui l'intervento della commissione di nomina ministeriale (è la diciannovesima incaricata di prendersi cura della Torre a partire dalla metà del secolo scorso) fino alla buona notizia comunicata ieri dal presidente Jamialoowsky. Il governo ha di recente stanziato altri dodici miliardi per i lavori di consolidamento che dovranno concludersi entro la fine del prossimo anno, ma queste rilevazioni parziali assai rassicuranti farebbero (il condizionale mai come in questo caso è d'obbligo) sperare in una ancora lunga vita del monumento progettato da Bonanno Pisano. Questo arresto nella caduta è il frutto degli ultimi interventi discussi dalla commissione che opera ormai da cinque anni. Anche se l'estetica della Torre pendente lascia purtroppo ormai molto a desiderare a causa dei cantieri che ne hanno trasformato l'intenso fascino marmoreo nella brutta cera di un'ammalata perenne, resta il fatto che la medicina, seppure amara, potrebbe essere indovinata e risolutiva almeno per un certo periodo. Nell'ottobre del '95 furono applicati come contrappeso all'inarrestabile pendenza sessanta pani di piombo per un totale di circa mille tonnellate. Un braccio di ferro, insomma, fra il piombo e le fondamenta che giorno dopo giorno, millimetro dopo millimetro (esattamente, uno all'anno) per sette secoli avevano ceduto verso lo sprofondamento. Questo braccio di ferro, stando ai rilievi relativi all'ultimo semestre, sembra ora essersi concluso a favore della terapia stabiliz- zante decisa dalla commissione. Gli ospiti cinesi hanno preteso dal presidente Michele Jamialcowsky una relazione dettagliata in lingua inglese sui lavori eseguiti e quelli progettati da qui fino al '98. Il presidente la farà leggere ai tecnici cinesi e non è escluso che giungano a Pisa a stretto giro di posta altri suggerimenti. Renzo Castelli Gli interventi di consolidamento dovrebbero concludersi entro la fine del prossimo anno
Persone citate: Bonanno Pisano, La Torre, Michele Jamialcowsky, Renzo Castelli, Torre Di Pisa
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