Mezzi pubblici, braccio di ferro sullo sciopero

Mezzi pubblici, braccio di ferro sullo sciopero Oggi, se non si sblocca la vertenza, le città saranno paralizzate. Posizioni ancora distanti tra le parti Mezzi pubblici, braccio di ferro sullo sciopero Trattativa in extremis per evitarlo ROMA. Tentantivo in extremis del ministro dei Trasporti Burlando per scongiurare lo sciopero nazionale degli autoferrotranvieri proclamato dai sindacati confederali per l'intera giornata di oggi. A sera inoltrata le prospettive non erano molto incoraggianti a seguito del permanere di posizioni distanti sul punto cruciale dei miglioramenti economici, ma il ministro non si è arreso e ha voluto prolungare il negoziato nella notte per ricercare ancora spazi di convergenza e di sblocco della vertenza contrattuale. Se, alla fine prevarranno le posizioni di chiusura, lo sciopero scatterà in tutta Italia a partire dalle 6 con modalità articolate a livello locale e resteranno a piedi milioni di cittadini che quotidianamente si servono del trasporto pubblico. La difficile trattativa è rimasta per molte ore in bilico tra rottura e accordo. Era cominciata alle 15,30 con una serie di incontri separati di Burlando con i sindacati e con le associazioni imprenditoriali ed è andata avanti a ritmo serrato, salvo una breve sospensione per consentire al ministro di recarsi alla Camera per votare sulla missione in Albania. Per facilitare una soluzione Burlando ha subito messo sul piatto due carte importanti: 1) il contenimento delle aliquote Iva sul trasporto pubblico attraverso un intervento di armonizzazione; 2) la riduzione delle aliquote previdenziali, rimaste più elevate di ben 8 punti rispetto a quelle dell'assicurazione obbligatoria anche dopo l'assorbimento del fondo pensione degli autoferrotranvieri nel regime generale. Basandosi su questo alleggerimento del costo del lavoro, invocato più volte dalle associazioni imprenditoriali, il ministro ha formulato una proposta di miglioramenti economici analoghi a quelli stabiliti nel contratto dei metalmeccanici. I sindacati l'hanno accettata, ma hanno insistito per ottenere una riduzione dell'orario di la¬ voro e una migliore utilizzazione delle flessibilità; le aziende hanno fatto resistenza ed hanno rivendicato mano libera per le nuove assunzioni a condizioni differenziate. Intanto, è infuriata la polemica sullo sciopero selvaggio che martedì ha bloccato all'improvviso il trasporto urbano della capitale. La procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta contro ignoti per il reato di interruzione di pubblico servizio e danno rilevante alla collettività. L'azienda Atac-Cotral, che gestisce il trasporto nella capitale, ha inviato lettere di contestazione per «valutare le possibili azioni disciplinari, non escluso il licenziamento». Ma, il sindaco di Roma Rutelli non demorde: «I responsabili di un'azione così grave (forse cinque) devono essere licenziati e a tutti gli scioperanti vanno applicate con rigore le sanzioni stabilite nel contratto del trasporto pubblico». Alla richiesta del sindaco aderisce il presidente dell'Atac-Cotral Niccolai precisando che, mentre la legge 146 sullo sciopero prevede una serie di sanzioni ma non il licenziamento, la 148 sullo stato giuridico degli autoferrotranvieri consente di arrivare anche al licenziamento in casi estremi. Questa tesi, però, viene contestata dal presidente della commissione di garanzia Giugni e da alcuni esperti, fra cui il prof. Ichino docente di diritto del lavoro all'università di Milano e consigliere di D'Alema per le questioni del lavoro e del Welfare State. «Per una violazione talmente flagrante dell'obbligo di preavviso - sostiene Giugni - possono essere adottate tutte le sanzioni previste dalla 146, ma non il licenziamen¬ to». E Ichino insiste: «L'azienda non potrà procedere al licenziamento, perché la 146 lo esclude tassativamente dal novero delle sanzioni disciplinari che possono essere prese contro il lavoratore». D'altra parte, la responsabilità diretta emerge chiaramente da un volantino in cui un ristretto gruppo di autoferrotranvieri si autodenunciano come organizzatori dello sciopero selvaggio. Invece, i cobas della categoria hanno seccamente smentito di essere promotori dell'iniziativa. Gian Carlo Fossi Inchiesta a Roma contro il blocco degli autobus no la naco lla orto re del lavoro all'università di Milano e consigliere di D'Alema per le questioni del lavoro e del Welfare State. «Per una violazione talmente flagrante dell'obbligo di preavviso - sostiene Giugni - possono essere adottate tutte le sanzioni previste dalla 146, ma non il licenziamen¬ ti sindaco di Roma, Francesco Rutelli cufernoscbacaprERu ti sindaco di Roma, Francesco Rutelli

Luoghi citati: Albania, Italia, Milano, Roma