E il senatur si riscopre italiano di Filippo Ceccarelli
E il senatur si riscopre italiano E il senatur si riscopre italiano Bossi usa il plurale nazionale: «Noi, il Paese» LA LEGA E LA MISSiONi E ROMA a prenderlo sul serio, cosa tutt'altro che semplice, nel dibattito di ieri ci sarebbe anche la novità che Umberto Bossi è ritornato italiano. Contrarissimo alla spedizione militare, eppure italiano. Convinto dell'esistenza di una cospirazione per puntellare il moribondo centralismo con il voto agli immigrati, ma almeno stavolta Bossi ha parlato di Italia («la soluzione è in Italia») e ha riscoperto la prima persona plurale e nazionale: «i nostri servizi segreti», «la nostra ambasciata», «siamo inseriti», «non credo che riusciremo», «rischiamo di diventare». Chi? Noi, «il Paese». Il solito Bossi un po' arruffato e scravattato, classica giacchetta a quadri, camicia verdolina, lungo sigaro tra i denti. Salvo un rapido accenno al governo «oppressore della Padania», in tutta la sua fantasiosa orazione il senatùr è sembrato porsi dal punto di vista degli italiani. In fondo anche il monito più efficace, di vivida rimembranza circense - «Andare a ficcare la testa nella bocca del leone sperando che non morda» - evocava un qualche pericolo generale, non limitato alle popolazioni di comprovata derivazione celtica. Così almeno è suonato il di¬ scorso di Bossi, senza che peraltro nessuno nell'Ulivo e nel Polo si sia potuto sentire effettivamente rassicurato da questa sua specie di «italianità» di ritorno. Essa è sembrata piuttosto un indispensabile, per quanto sottile, artificio retorico messo in opera sull'Albania per far risaltare la più radicale diversità della Lega rispetto a tutti gli altri. E magari anche per riprendersi, su un tema caldo e gestito dai politici di Roma in modo maldestro e piuttosto bizantino, quel ruolo di partito «barbaro» ultimamente un po' offuscato, in verità, dalle messinscene paganeggianti o pseudo-istituzionali. Ora, l'indomita grossolanità culturale del suo leader è stata funzionale. E infatti anche ieri Bossi s'è distinto per evocazioni fin troppo impegnative (da Brecht a Mao passando per le banche svizzere, le pantere nere e il revisionismo di Kruscev), oltre che per sintomatiche confusioni (tra Vangelo e Vecchio Testamento) e improbabili definizioni («il problema del pauperismo, cioè della grande povertà del Terzo Mondo»). Il senatùr ha sommariamente illustrato la storia albanese, suggerendo rimedi in loco, ma visto che c'era ha pure spiegato al Papa quel che sarebbe op¬ portuno fare, concedendosi una zampata malandrina sul Giubileo («qualche migliaio di miliardi in meno potrebbe aiutare»). Però, dal punto di vista piti strettamente politico, e quindi puntando a conservare o ampliare il consenso del suo piccolo-grande mondo produttivo, egoista e nordista, Bossi s'è sbizzarrito a interpretarne gli umori profondi. Così, «quelli che sparano quando li riprende la tv sono i cittadini albanesi che hanno perso i soldi ad opera della sacra corona unita». I profughi «hanno tutti - anche le capanne più umili - l'antenna satellitare sul tetto, lì c'è il contrabbando e l'antenna costa poco». Gente «che scambia la pubblicità del Mulino bianco per la rappresentazione dell'Italia» e una volta qui, «vuole il telefono, la macchina, i soldi, magari un po' di donne». Naturalmente, per Bossi, non si può. «La società multirazziale» è un incubo, un'Apocalisse da bar. Lui lo sa perché è stato a New York, «un po' di volte e non è bello come la descrive mamma Rai: ho visto a Harlem i neri, a Lower Beach gli italiani, la loro mafia, poi a Brighton Beach i russi, i caratteri cirillici sui negozi, la loro mafia e gli ispano-americani». Dall'autobiografia, quindi, all'irrisione del governo Prodi in armi nel gran finale. Con preziosa, ma oscura inventiva Bossi l'ha chiamato «Pierino stracciatello», che deve essere un personaggio della sua infanzia, o perlomeno una versione brianzola del «Pierino porcospino» tedesco, dovendosi escludere ogni possibile riferimento alla cospicua filmografia del Pierino trasteverino, interpretato dall'indimenticabile e indimenticato Alvaro Vitali. Filippo Ceccarelli Il leader della Lega Nord Umberto Bossi
Persone citate: Alvaro Vitali, Bossi, Brecht, Kruscev, Mao, Umberto Bossi
Luoghi citati: Albania, Brighton Beach, Italia, Lower, New York, Roma
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