L'Europa non si fida più dell'Italia

L'Europa non si fida più dell'Italia Il governo spagnolo ritarda l'invio delle truppe, perplessi anche i ministri greci e francesi L'Europa non si fida più dell'Italia Allarme a Brindisi: in arrivo altri500profughi ROMA. La missione internazionale in Albania, che per la prima volta l'Onu affida alla guida italiana, doveva essere il grande esame di maturità per gli stati maggiori, per la diplomazia e per il governo. Dopo i patemi della politica, però, si registrano i gran mugugni degli alleati. Alla fine della giornata, incassato il larghissimo «via libera» del Parlamento, i nostri militari possono tirare un sospiro di sollievo. Ma senza nascondere un certo disagio. Si sfoga un generale delle nostre forze annate, in forma anonima: «Le incertezze del dibattito politico non sono un buon biglietto da visita per un Paese che riceve per la prima volta il mandato a guidare una forza multinazionale». L'Italia era attesa al varco. Non è un mistero che molti partner europei hanno forti perplessità. Tanto più sul versante militare. Così, davanti ai nostri bizantinismi, insorgono gli spagnoli. Volendo vederci chiaro, ieri il ministro della Difesa spagnolo ha bloccato la partenza delle truppe. Il contingente spagnolo che doveva partire dal porto di Malaga alle 10,45 prima ha rallentato, poi ha addirittura rinviato la partenza. Le navi spagnole sono partite solo a sera, dopo il voto del Parlamento italiano. «La situazione interna italiana preoccupa tutti gli alleati della l'orza multinazionale», faceva intanto sapere da Madrid il viceministro degli Esteri, Ramon De Miguel. Non mancava una rituale (;spressione di «fiducia» per gli italiani. Ma è indicativo come il sottosegretario, che sostituisce a tutti gli effetti il ministro Abel Matutes, colpito da infarto, abbia discettato a lungo con i giornalisti spagnoli dell'ipotesi di sostituire l'Italia. «In quel caso, ci sarà bisogno di una consultazione con la Francia e con gli altri Paesi membri della Forza multinazionale per prendere le decisioni adeguate». Da parte sua, il generale Marnile De Lara, comandante del contingente spagnolo, in attesa di sistemarsi tra Scutari e Tirana, ha precisato che «se l'Italia non in- tervenisse, la missione potrebbe venire cancellata». Nelle stesse ore, da Atene giungevano analoghi segnali di irritazione. Il ministro della Difesa, Akis Tsochadzopoulos, avvertiva che, comunque andasse in Italia, «la decisione delle Nazioni Unite non può essere annullata o messa in forse. La forza multinazionale comincerà a dispiegarsi in Albania a partire da lunedì». E lo dice¬ va con tale durezza da lasciare intendere una forte irritazione verso chi, l'Italia, ha formalmente il comando. Proprio lunedì è prevista alla Farnesina la riunione del Comitato di direzione politica, alla presenza delle istituzioni internazionali e del ministro degli Esteri albanesi: nell'occasione, il capo di stato maggiore, l'ammiraglio Guido Venturoni, presenterà ai partner le grandi linee dell'operazione. Quello che il ministro greco ieri mattina era prontissimo a ridiscutere, invece, è il comando in mani italiane. «Il generale Luciano Forlani potrebbe essere sostituito se il governo Prodi non riuscisse a risolvere la crisi», diceva. Da notare che i greci nei giorni scorsi hanno contestato duramente l'ipotesi - avanzata dal nostro stato maggiore - di presidiare il Nord dell'Albania. Hanno ottenuto di disporsi a Sud, tra Tirana e Valona, e poi ad Argirocastro, con i loro 700 soldati pronti a imbarcarsi su quattro traghetti a Igoumenitsa. Terza frecciata, meno esplicita, ma chiara, arriva da Parigi. Negli ambienti della Difesa si sono registrate le «perplessità» francesi di fronte alle complicazioni della nostra politica. E tocca al portavoce del ministero degli Esteri, Jacques Rummelhardt, correggere il tiro: «Non abbiamo mai dubitato dell'Italia. Tanto è vero che i nostri soldati sono in viaggio da due giorni». In effetti 120 uomini hanno lasciato il porto di Tolone nella notte tra lunedì e martedì. Altri 100 si imbarcano oggi. I restanti 600 partono il 15 aprile. A tutti rispondeva il sottosegretario agli Esteri, Rino Serri: «I problemi sono risolti e il governo italiano garantirà le decisioni del Parlamento. Non vedo problemi con i nostri partner nella missione in Albania». Ieri, intanto, era di nuovo allarme a Brindisi: una nave militare albanese, ancorata nel porto di Velipqje, con 500 o forse addirit tura mille persone a bordo, sta rebbe per lasciare il Paese verso l'Italia. L'imbarcazione, già pronta da qualche giorno, sembra sia stata trattenuta in porto soltanto dalle cattive condizioni del mare. Francesco Grignetti Turci (pds): Berlusconi dovrebbe permettere di approvare subito la legge sulle tv onte alle complicazioni della ostra politica. E tocca al portaoce del ministero degli Esteri, acques Rummelhardt, correggee il tiro: «Non abbiamo mai duitato dell'Italia. Tanto è vero che nostri soldati sono in viaggio da ue giorni». In effetti 120 uomini anno lasciato il porto di Tolone ella notte tra lunedì e martedì. ltri 100 si imbarcano oggi. I retanti 600 partono il 15 aprile. A tutti rispondeva il sottoseretario agli Esteri, Rino Serri: «I roblemi sono risolti e il governo aliano garantirà le decisioni del arlamento. Non vedo problemi on i nostri partner nella missioe in Albania». Ieri, intanto, era di nuovo allarme a Brindisi: una nave militare lbanese, ancorata nel porto di elipqje, con 500 o forse addirit ura mille persone a bordo, sta ebbe per lasciare il Paee verso l'Italia. L'imarcazione, già pronta a qualche giorno, semra sia stata trattenuta n porto soltanto dalle attive condizioni del mare. Francesco Grignetti ci (pds): usconi dovrebbe mettere pprovare subito legge sulle tv Il presidente di An Fini con Silvio Berlusconi Card, «TroppspeculMILANO. «Nstabilire se l'apoteri nella vstata adeguadisputa politinvece sul mogito l'opinionscienza collene un po' schimpastata dqualche casogressivi». Loscovo di MiMartini, nelgiornata dellica. «E' statalativa di un danche di co con i loro 700 soldati pronti a imbarcarsi su quattro traghetti a Igoumenitsa. Terza frecciata, meno esplicita, ma chiara, arriva da Parigi. Negli ambienti della Difesa si sono registrate le «perplessità» francesi di TurBeperdi ala Il presidente di An Fini con Silvio Berlusconi