Effetto Broadway di Osvaldo Guerrieri

Effetto Broadway Effetto Broadway America contro Italia nel musical che cambia IL cromosoma di Broadway è entrato in Italia? Chissà. Le «commedie con musiche» hanno sempre avuto successo da noi. Basterebbe a dimostrarlo la gloriosa storia di Garinei 6V Giovannini. Ma quest'anno si ha l'impressione che si sia incrinato un meccanismo, che sui palcoscenici della musical-comedy nostrana stia cambiando qualcosa e cominci a prender corpo un musical di «seconda generazione», in cui l'effetto Broadway spiega molto, anche se non spiega tutto. Il successo milanese di «Grease» ne è l'esempio clamoroso, così come è esemplare l'altrettanto clamoroso fiasco milanese di «L'uomo che inventò la televisione». Mille persone a sera assistono al musical di James e Casey diretto da Saverio Marconi e interpretato da Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia. Duecento spettatori per volta (in un teatro che ne contiene duemila) hanno assistito allo spettacolo di Fiastri-Vaime diretto da Pietro Garinei e interpretato da Pippo Baudo e Gigliola Cinquetti. E' come il sei a uno della Juventus al Milan. «Grease» prolungherà le recite fino all' 11 maggio. Il teatro Nuovo, dove lo spettacolo è in scena, conta di riprenderlo nella prossima stagione. E, viste le cose come vanno, vorrebbe dedicare tutto il '97-'98 al musical. A ciò si aggiunga che Marconi, nel suo inarrestabile recupero del grande musical americano, si prepara a mettere in scena «7 spose per 7 fratelli» o «Gli uomini preferiscono le bionde». A tanta opulenza si è contrapposta la nobile e un po' «blasée» reazione di Garinei, che ha offerto ai milanesi una serata gratuita allo Smeraldo, per convincerli che «L'uomo che inventò la televisione» non è uno spettacolo televisivo, né un monologo di Baudo, ma teatro a tutti gli effetti, che con la tv non ha nulla a che vedere Sarà che due musical in contemporanea sono troppi, sarà che i rapporti tra Milano e la ditta Garinei &■ Giovannini non sono stati sempre facili (nel '69 la città si accorse con ritardo di «Alleluja brava gente») fatto è che il principe del musical italiano ha ceduto lo scettro a una compagnia giovane e senza divi (Cuccarini a parte). Cos'è successo? C'è stato anche qui, come in America, un soprassalto di nostalgia per gli Anni Cinquanta? C'è stata la sovraesposizione di Baudo, per cui andarlo a vedere in teatro dopo 35 anni di televisione era davvero troppo? O, più semplicemente, c'è il bisogno di grandi storie sicure, trasformate dal cinema in bene comune? Forse tutto questo insieme, e variamente articolato. Avvertendo però che il pubblico ha imparato, col tempo, dove spendere i suoi soldi. Non si spiegherebbe altrimenti il disastro di «La bolla e la bestia» con Antonella Elia, smontato frettolosamente. E non si spiegherebbe il grande successo di «Evita», messo in scena dal Teatro della Munizione di Messina: compagnia di semisconosciuti che ha conquistato le platee nazionali, dopo la rivelazione (due anni fa) con «Jesus Christ Superstar». Effetto Broadway e effetto cinema, Sperando di non dover mai parlare di effetto parassita. Osvaldo Guerrieri

Luoghi citati: America, Italia, Messina, Milano