La Principessa alla guerra dei sessi di Gabriele Beccaria
La Principessa alla guerra dei sessi Una psicologa americana riscrive Machiavelli: per insegnare alle donne come si vince La Principessa alla guerra dei sessi «Così diventerete artiste della vostra rabbia» LI I insegnerò a combattere. Ho scoperto il modo con cui una donna può diventare l'artista della propria rabbia e del proprio desiderio». Per spiegare questo «modo» la psicologa americana Harriet Rubin ha scritto The Princessa (edito da Bloomsbury), versione al femminile - dice lei - del Principe machiavelliano. «Mi sono studiata un centinaio di biografie di eroine famose per individuare le loro strategie nella scalata al potere», annuncia quattro secoli dopo la sempreverde guida mode in Florence, ed ecco il risultato: 12 leggi che trasformano chiunque in una Principessa del proprio io, degli affetti e del lavoro, 12 leggi per u successo agli antipodi di quelle applicate dai maschi. Se il Principe è distante, astuto e spietato, la Principessa è tale perché sa essere un'aliena. «E' diversa da tutti gli altri», scrive la Rubin, contraddicendo il senso comune. «La psicologia esalta le caratteristiche socializzanti delle donne, ma le donne potenti hanno sempre coltivato la separatezza». In una parola, «un amore di sé che Walt Whitman descriveva così: "Sono io ad abitare la mia anima"». Il che corrisponde a un triangolo comportamentale di na¬ turalezza, coraggio e sincerità in cui ogni opposto scompare secondo una logica che ricorda i «koan» zen. Prendete le vite di Jackie Onassis, Isadora Duncan, Golda Meir, Giovanna d'Arco o Dian Fossey - osserva la Rubin spostandosi da un'epoca all'altra - e avrete un'idea di ciò che ripeteva con un folgorante paradosso la fotografa Diane Arbus: «Ragazze, imparate a non essere troppo prudenti». Per raggiungere questa condizione vincente le regole della Principessa sono un concentrato di sfide tali da spiazzare i nemici: ragionare come un insieme di mente e corpo, abbandonare la logica dell'«occhio per occhio, dente per dente», comportarsi come se l'avversario fosse un alleato, ridurre ogni conflitto agli aspetti essenziali, opporsi al potere senza contrastarlo direttamente, studiare le situazioni dal punto di vista dell'altro, essere disposti a soffrire senza infliggere sofferenze al prossimo, inventarsi una mossa inattesa per frantumare un ostacolo, agire con sincerità e concretezza, allenarsi all'autocontrollo e a saper aspettare il momento opportuno, scoprire la parte miglio¬ re dei propri antagonisti, capire che il potere più grande è quello di riconoscere quando ci si deve rinunciare. Solo così c'è una speranza di vincere la guerra dei sessi, sostiene la Rubin, «guerra che, anche se i maschi non lo sanno, si combatte nelle pieghe dell'intimo e dove il nemico è tanto vicino da poterti colpire e tradire in ogni istante, sia che si tratti di un marito, un capoufficio, un padre o un figlio». E' dalla capacità di mettere in discussione questi incontri-scontri interpersonali, cercati o imposti, che germoglia il potere al femminile. Bisogna sbarazzarsi dei timori atavici delle donne - sostiene The Princessa - e poi buttarsi nell'arena con l'imprevedibile saggezza delle 12 regole. «Non c'è nulla di più irresistibile dei nostri desideri». Gabriele Beccaria «Ho studiato i segreti di cento eroine che hanno dato la scalata al potere»
Persone citate: Dian Fossey, Diane Arbus, Giovanna D'arco, Golda Meir, Harriet Rubin, Isadora Duncan, Jackie Onassis, Machiavelli, Walt Whitman
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