Cento giorni di siccità, è allarme al Nord
Cento giorni di siccità, è allarme al Nord Dal Piemonte al Trentino: boschi in fiamme, falde di acquedotti inquinate, semine a rischio Cento giorni di siccità, è allarme al Nord Quasi un primato nel secolo: l'incubo della calamità ROMA. Semine a rischio, riserve idriche in rosso, boschi in fiamme da sei giorni e dal cielo nessuna speranza di pioggia. Dal Piemonte al Trentino Alto Adige è già emergenza siccità. E il quadro è ancora più allarmante di quanto lo possano dipingere le statistiche: se dal confronto tra le precipitazioni di questi primi cento giorni deD'anno con quelle medie di analoghi periodi emerge che al Nord i millimetri di pioggia caduti sono inferiori del 40 per cento, la situazione reale è ancora più drammatica. Spiega Enrico Paci dell'Associazione Amici dell'Atmosfera: «Quasi tutte le precipitazioni al Nord sono avvenute nei primi giorni del mese di gennaio, poi neanche una goccia a febbraio e marzo». Nel resto d'Italia, soltanto in Puglia è andata altrettanto male. E' già incubo calamità. Precisa Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica Subalpina e direttore della rivista scientifica «Nimbus»: «Sull'Italia nordoccidentale i pluviografi hanno misurato l'ultima pioggia il 23 gennaio. Poche gocce sporadiche non hanno poi mutato il corso di un episodio di siccità che si avvia a conquistare un primato. Infatti sono ormai 75 i giorni consecutivi senza precipitazioni che, uniti all'eccezionale mitezza dell'inverno, aggiungono un'anomalia all'altra». Un record che trova pochi riscontri nel secolo. Due gli episodi: gli 85 giorni consecutivi senza pioggia al Nord del 1921 e gli 83 più recenti, dell'inverno 88-89. LE PREVISIONI. E le cartine meteo non promettono nulla di buono. Spiega Guido Caroselli, che conduce «Le previsioni del tempo» su Raiuno: «La causa prima della siccità è la persistenza sull'Europa Nord occidentale di un'area di alta pressione "estesa e robusta". L'alta pressione è un po' come le isole pedo- nali: dove c'è lei, le perturbazioni non circolano. Gli anticicloni (che sono aree di alta pressione) "avvitano" l'aria dall'alto verso il basso in senso orario: così facendo la seccano e la riscaldano, impedendo la formazione di nuvole. E questa situazione sembra destinata a continuare almeno poi i prossimi cinque giorni, il termine massimo per una previsione sicura. Non solo: l'alta pressione in questi giorni sta raggiungendo il suo massimo, quindi, le possibilità di precipitazioni, almeno nell'area Nord Ovest sono da escludere». IL RISCHIO SETE. Alcuni comuni delle zone collinari devono già fare i conti con difficoltà di approvvigionamento. E' il caso di quei paesi che hanno acquedotti che si riforniscono da sorgenti «ad affioramento superficiale». Il primo rischio riguarda la potabilità dell'acqua: le pompe sono costrette a pescare sul fondo dei bacini, portando nei rubinetti non solo terra e sabbia, ma sostanze inquinanti. Non c'è ancora allarme, invece, per i pozzi «a falda profonda» o per quelli che si riforniscono da fiumi e torrenti: nella prima parte l'inverno è stato nevoso e lo scioglimento sta assicurando una portata sufficiente ai corsi d'acqua. Ma non per molto. «Poi c'è da sperare che il tempo rispetti la tradizione - aggiunge Paci - e dunque assicuri piogge abbondanti a maggio, il mese più piovoso dell'anno sul settore nord occidentale». Altrimenti, l'incubo di un'estate senza acqua si farà concreta e i primi disagi nell'approvvigionamento - assicurano gli esperti si faranno sentire sin da giugno. SOS INCENDI. Ma nei boschi c'e bisogno che piova subito. Ormai i terreni sono completamente asciutti e per questo facilmente infiammabili. Ne sanno qualcosa gli uommi della forestale, della protezione civile e dei vigili del fuoco che da sei giorni consecutivi sono impegnati a domare gli incendi che, a macchia di leopardo, divampano dal Piemonte al Veneto. «E' la realtà che conferma le statistiche - dicono al Corpo forestale dello Stato -. Aprile è un mese di "fuoco" per tutte le regioni del Nord Italia. Un andamento che si ripete da anni perché a fine inverno, inizio primavera è minima l'idratazione». Pier Paolo Luciano «Sul Settentrione precipitazioni dimezzate rispetto alle medie del periodo» L'esperto Caroselli «Su tutta l'area domina l'anticiclone Niente pioggia per altri 5 giorni» E' una primavera in cui l'erba rinsecca e muore le piante non crescono e le allodole tacciono Quasi cento giorni senza pioggia: sulle regioni del Nord, soprattutto quelle del settore occidentale, è già emergenza siccità
Persone citate: Enrico Paci, Guido Caroselli, Luca Mercalli, Pier Paolo Luciano
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