Scaglione mette in scena «Il mestiere del centauro»

TEATRO MACARIO TEATRO MACARIO IL SORRISO DI PRIMO LEVI Scaglione mette in scena «Il mestiere del centauro» PRIMO Levi non significa soltanto lager, deportazione, sofferenza. Esiste anche un versante fantascientifico, che si appoggia alle conoscenze del chimico, profeta allora di un mondo irreale che oggi è ormai realtà: siamo negli anni tra il '60 e il '70, il tempo dei racconti, «Il versificatore» dove è una macchina ad inventare i versi poetici, oppure «La bella addormentata nel frigo», parabola sull'ibernazione, o ancora «I sintetici», basato sull'emarginazione di un bambino considerato diverso perché senza ombelico. A questo Levi, apparentemente distante da «Se questo è un uomo», nell'occasione del decennale della scomparsa, Massimo Scaglione e il Teatro delle Dieci, insieme con Giovanni Tesio, hanno dedicato lo spettacolo (al Macario dall'8 al 13 aprile) «Il mestiere del centauro e altri mestieri» dalle parole di Levi stesso: «Io sono un anfibio, un centauro, e mi pare che l'ambiguità della fantascienza rispecchi il mio destino attuale». Scaglione, che lavorò a lungo con Primo Levi per la messa in scena dei suoi lavori, trasmessi poi da radio e televisione, ha cercato di rispettarne le idee per scenografia e impostazione registica, che poi è trasposizione di uno stile di vita: sobrietà, stilizzazione, senso del- Massimo Scaglione al Macario Sotto Nellina Lanario

Persone citate: Giovanni Tesio, Macario, Massimo Scaglione, Primo Levi, Scaglione