Allarme globale

Allarme globale Allarme globale Epidemie in aumento per rendere navigabile il fiume: interventi costosissimi che permetterebbero però la creazione di una futura rete di distribuzione commerciale. In prima fila ci sono le megafinanziarie giapponesi, interessate domani a collocare i loro prodotti sul nuovo mercato del Mekong e già oggi a trovare nuove fonti per placare l'insaziabile domanda di legno di Tokyo. In tutto il Sud-Est Asiatico l'industria nipponica del legname ha disboscato all'impazzata: nelle isole Filippine le foreste sono state ridotte dal 60 al 10 per cento del territorio. In Vietnam sono diminuite dal 43 al 27 per cento (un calo per metà dovuto alla guerra chimica), ma Laos, Cambogia e Birmania sono ancora in buona parte coperte da foreste vergini. Un'ottima - quanto preoccupante - ragione per modernizzare la loro rete di trasporti. Marco Moretti MALATTIE infettive emergenti: allarme globale, risposta globale. E' questo il tema della Giornata mondiale della Salute 1997, che si celebra il 7 aprile. Il logo dell'Oms - Organizzazione mondiale della sanità, organismo Onu con sede a Ginevra - propone il profilo dei continenti; in basso, la scritta «Global alert», dalla quale parte un motivo a freccia che, diventando sempre più grande, scontorna l'intera figura e culmina nelle parole «global response». Tornano, minacciose, malattie come la malaria (anche nella versione dengue, comune nelle zone tropicali), la tubercolosi, la peste, la difterite, la meningite, la febbre gialla, il colera. Compaiono, almeno altrettanto inquietanti, contagi finora sconosciuti - particolari tipi di febbri emorragiche, ad esempio, o di epatite, o di marasma neurologici presumibilmente collegati al morbo della «mucca pazza». Affezioni misteriose sono sempre esistite; inedita è, però, la rapidità con la quale esse emergono oggi. Nessun dubbio, che l'allarme sia globale. C'è il concreto timore che lo sia meno, invece, la risposta. Occorrerebbe infatti tutta una serie di misure di difficile attuazione. Aumentare il numero di laboratori ed enti che collaborano con l'Oms nel mondo in via di sviluppo, aggiornarli dal punto di vista tecnologico e scientifico, organizzare uno scambio organico, via computer, di dati ed esperienze. Studiare nuove combinazioni per mettere a punto antibiotici completamente efficaci (negli ultimi vent'anni, i microbi sono diventati sempre più resistenti), produrre in quantità maggiore quelli che già ci sono, limitarne la vendita alle farmacie e ai centri sanitari, rendere più consapevoli dei loro effetti sia chi li prescrive sia chi li assume. Individuare i mezzi per indurre le autorità sanitarie dei vari Paesi a denunciare la pre¬ senza di malattie infettive sul loro territorio, così come prescrive quella «Normativa internazionale sulla salute pubblica» che è tuttora l'unica legislazione in materia, ma non ha poteri legali per costringere all'adempimento. Per essere avviato e portato a compimento, questo programma esige fondi ingenti. Che non sono disponibili. Il problema è che se non si troveranno, diventerà indispensabile erogarne molti di più, a breve-medio termine. Come nel caso dell'Hiv, riconosciuto solamente dopo che aveva infettato gran numero di persone. L'esperienza sembra del resto non insegnare granché, anche quando è generalizzata. Nella prima parte del nostro secolo, le malattie infettive risultavano in netto e costante calo, parallelo al miglioramento dell'igiene e dell'alimentazione, alla diffusione degli antibiotici (anche se delle resistente comparvero subito, senza però attirare l'attenzione più di tanto), all'avvento di vaccini che negli Anni 70 consentirono lo sradicamento del vaiolo. A quel punto, i fondi destinati alla salute pubblica furono subito incanalati in altre direzioni; gli esperti lasciarono il campo e le nuove leve furono attratte da settori più gratificanti. Il conseguente, progressivo, peggioramento indusse l'Oms, già nel '93, a dichiarare la tubercolosi emergenza globale, e, nel '95, a creare un'apposita Divisione per la sorveglianza e il controllo di malattie riemergenti e di altre, nuove, che via via affioravano. Pochi giorni fa l'Oms ha annunciato un nuovo metodo di cura della tubercolosi chiamato Dots: è basato sulla associazione di quattro farmaci e dovrebbe portare a un dimezzamento delle morti per tubercolosi entro i prossimi anni. Global alert, global response. Speriamo sia così. Ornella Rota IN Genodermatosi a Parigi Sono circa 5000 le malattie rare, cioè quelle che colpiscono da 1 a 5 persone ogni centomila abitanti. Tra queste è la genodermatosi, la cui trasmissione avviene per via genetica. Per prevenirla è nato il Progetto Genodermatosi, promosso dall'Università di Milano in collaborazione con Janssen-Cilag. Di questa malattia si parlerà a Parigi dal 10 al 13 aprile nell'ambito di un seminario di dermatologia. Materiale edilizio dai fanghi di cartiera Dalla lavorazione della carta deriva una grande quantità di fanghi che finora hanno trovato sistemazione nelle discariche. Una sola cartiera, come la Burgo di Verzuolo (Cuneo), produce 30 mila tonnellate all'armo di fanghi, e in Italia esistono decine di stabilimenti simili. Questi fanghi potrebbero essere utilizzati come materiale edilizio: lo dimostra con ampia documentazione una tesi di laurea discussa al Politecnico di Torino, facoltà di Architettura, da Frabrizio Anlero. Due le destinazioni possibili dei fanghi: un granulato utile per riempimenti e un calcestruzzo-carta derij vato dal granulato. Giovani scienziati: un premio europeo Il Premio europeo per giovani scienziati ha un nuovo logo, opera di un designer italiano scelto tra 200 candidati. Al premio, giunto alla nona edizione, hanno partecipato 120 ricercatori di 25 Paesi. Cerimonia alla Fast, Milano, il 13 settembre. La Fast, Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche senza scopo di lucro, celebra quest'anno i cento anni di vita. Informazioni: 02-760.156.72. Cugine scimmie mostra a Torino Dal 12 aprile al 13 ottobre si potrà visitare a Torino, presso il Museo regionale di scienze naturali, la mostra «Primates: noi e le scimmie». Eccezionale il patrimonio esposto. Per informazioni, 011-432.3062.

Persone citate: Fast, Janssen-cilag, Marco Moretti, Ornella Rota