Le dighe sul Mekong

Le dighe sul Mekong Le dighe sul Mekong Ciclopici progetti per il 2010 • 0AM00 ■ L Mekong, «il fiume più bello I e selvaggio» della Terra seI condo Marguerite Duras, sta per essere ridisegnato in un ciclopico progetto di sviluppo incentrato su comunicazioni e produzione di energia elettrica. Dalla sua sorgente sulle montagne dell'Himalaya tibetano fino al delta vietnamita nel Mar Cinese Meridionale, il Mekong scorre lentamente per 4500 chilometri attraverso sei Paesi in cui vivono 230 mihoni di abitanti, Cina, Birmania, Laos, Vietnam, Cambogia e Thailandia concorrono a una conferenza interstatale di cooperazione per lo sviluppo della regione del Mekong. Il piano, articolato in oltre cento «progetti prioritari» per un budget complessivo di 40 mibardi di dollari, prevede la costruzione entro il 2010 di quindici dighe - con relative centrali idroelettriche - sul Mekong e sui suoi affluenti solo nella provincia cinese dello Yunnan. Una strada asfaltata servirà l'asse Bangkok-Phnom Penh-Ho Chi Minh (la vecchia Saigon). L'asfalto coprirà anche 34 piste al crocevia tra Laos, Thailandia e Yunnan: la regione più incontaminata dell'Indocina dove vivono alcune delle ultime etnie tribali. Una linea ferroviaria collegherà Kunming, il capoluogo dello Yunnan, a Bangkok e Singapore attraverso il Laos. E' già in costruzione il primo tratto dalla frontiera thailandese a Vientiane. Con sbarramenti e dragaggi il Mekong sarà reso navigabile dallo Yunnan al delta. L'intera regione sarà inclusa in un'unica rete telefonica e telematica a fibre ottiche. E la costruzione di aeroporti e alberghi di lusso trasformerà il bacino del Mekong in un nuovo polo turistico incentrato sulle spettacolari città dei templi: Pagan in Birmania, Luang Phabang in Laos, Angkor Wat in Cambogia e Lijiang in Yunnan. Un piano che dovrebbe sollevare le diseredate economie di Birmania, Laos, Cambogia e Vietnam: Paesi poveri con infra¬ strutture rudimentali e gran parte della popolazione con un'economia di sussistenza. Paesi provati da guerre e dittature che oggi avanzano legittime aspirazioni di sviluppo. I primi dubbi sul progetto vengono però proprio da questi Paesi. Mentre lo sviluppo della regione del Mekong è sostenuto a spada tratta da Cina, teatro da tempo di una crescita del 10 per cento annuo, Thailandia, in pieno boom economico, Giappone e Singapore, soggetti finanziari del progetto. A preoccupare è soprattutto l'impatto delle dighe sull'ecosistema del fiume. Gli sbarramenti in Yunnan darebbero garanzie energetiche alla Cina ma - insieme a quelli in Laos - avrebbero il principale scopo di aumentare lo straordinario boom della Thailandia che consuma i due terzi dell'energia della regione. La principale diga costruita in Yunnan creerebbe un bacino capace d'imprigionare per 6 mesi il 20 per cento delle acque del fiume, che ha un fluire approssimativo annuo di 500 miliardi di metri cubi d'acqua. La Cina garantisce che l'impianto regolerà il corso del fiume, ma la possibilità continua a inquietare i Paesi a valle. Il minor flusso del Mekong aumenterebbe le infiltrazioni di acqua salina nella regione del delta mettendo in pericolo le risaie del «granaio» del Vietnam, oltre alla fauna lacustre. L'abbassamento delle acque rischia di vanificare la pesca nel lago di Tonli Sap in Cambogia. E il progetto in Laos di una mega diga (la Nam Theum 2) sull'altopiano del Nakai, capace di 1500 megawatt (10 volte l'attuale produzione del Paese), prevede l'allagamento di metà di un altopiano oggi coperto di foresta pluviale e popolato da specie animali in pericolo d'estinzione come la tigre, l'orso e l'antilope muntjat. Senza contare i danni arrecati a popolazioni tribali come i Meo, i Soh, i Luan, i Thai Bor e i Kaleung che abitano da Il tracciato del fiume Mekong, lungo 4500 chilometri, bagna sei Paesi: Cina, Birmania, Laos, Vietnam, Cambogia e Thailandia per un totale di 230 milioni di abitanti. Il corso sarebbe reso navigabile dallo Yunnan alla foce. In progetto anche centrali idroelettriche, strade, alberghi ferrovie, aeroporti. Ma ci sono preoccupazioni per l'intero ecosistema secoli le regioni tra il Laos e lo Yunnan: spostando altrove i loro villaggi smarrirebbero per sempre parte delle loro culture. Considerazioni ambientali che hanno sollevato le proteste delle organizzazioni ecologiste internazionali e hanno rimesso in discussione il finanziamento della Banca Mondiale a una parte del progetto. La costruzione delle dighe ha sponsor chiari come la Cina e la Thailandia finanziate dall'Asian Development Bank, grazie all'immediato ritorno dell'operazione in due Paesi in piena crescita. Un oleodotto tra la Birmania e la Thailandia è già stato pagato dalle compagnie petrolifere. Lo sviluppo del trasporto aereo sarà opera della Thai: principale vettore della regione. E quello delle strutture alberghiere dalle multinazionali del settore. E' invece molto meno chiaro chi pagherà per realizzare le opere stradali, ferroviarie e

Persone citate: Luan, Marguerite Duras, Nakai, Thai