Bicarbonato per «digerire» i fumi inquinanti

Bicarbonato per «digerire» i fumi inquinanti Bicarbonato per «digerire» i fumi inquinanti Immesso nei filtri, trasforma in sale l'acido cloridrico LA quantità dei rifiuti solidi urbani prodotti in Italia supera i 26 milioni di tonnellate annui, un quantitativo che a lungo andare potrebbe coprire tutto il territorio nazionale di discariche. La termodistruzione appare come l'unica soluzione al problema. Molti Paesi industrializzati l'hanno già adottata: la media europea oscilla fra il 50 e l'80 per cento, con relativo recupero energetico, mentre in Italia solo il 10 per cento dei rifiuti viene termodistrutto. Un ritardo che si spera sarà colmato con l'applicazione della legge Ronchi, art. 5, che dal 1° gennaio 2000 consente di smaltire in discarica solo i rifiuti inerti, che presumibilmente saranno un 20 per cento del totale. Non solo le leggi, soprattutto la ricerca e le nuove tecnologie applicate agli inceneritori di vecchia concezione - che diventano così impianti di termodistruzione con recupero energetico obbligatorio - fanno cadere le obiezioni che in passato hanno bloccato gli inceneritori. Gli impianti moderni, ormai è dimostrato perché sono stati adottati anche da grandi agglomerati urbani europei quali Bruxelles, Barcellona, Stoccolma e così via, ora possono essere l'alternativa valida alle maleodoranti discariche pubbliche, fonti di malattie per la proliferazione di virus e batteri. In questa ottica la Solvay Italia, azienda nota per la produzione della soda e del bicarbonato, ha messo in atto dal 1991 un nuovo sistema denominato Neutrec (neutralizzazione e recupero), applicato agli impianti di depurazione dei fumi prodotti negli inceneritori durante la combustione, per mezzo del bicarbonato. I composti dispersi nei fumi sono per la maggior parte acido cloridrico, ossido di zolfo, mentre le temibili diossine, in passato causa della lotta agli inceneritori, sono in realtà in rapporto all'acido cloridrico solo un decimo di milionesimo. La tecnologia Neutrec è tanto semplice quanto efficace: si inietta del comunissimo bicar¬ bonato di sodio macinato nel condotto fumi prima del filtro finale. Il bicarbonato a contatto con i fumi caldi in uscita dalla caldaia si trasforma in carbonato di sodio poroso che reagisce ad esempio con l'acido cloridrico presente nei fumi formando il cloruro di sodio (ovvero normale sale da cucina), che verrà recuperato e ritrasformato. In un inceneritore inoltre, l'odore tipico di decomposizione che accompagna gli ammassi dei rifiuti non c'è più; in primo luogo perché i rifiuti sono stoccati al coperto, all'interno dell'impianto stesso, in prossi- Come liberarsi dall'immondizia ricavando energia pulita mità della bocca del forno che viene alimentata con braccio robotizzato, in secondo luogo essendo l'odore composto di particelle organiche, esse vengono aspirate e convogliate all'interno del forno. Neutrec ha trovato la sua applicazione in Italia in 26 impianti di cui 13 inceneritori di rifiuti (Lombardia, Triveneto, Emilia Romagna, Toscana), monitorati periodicamente. La regione che ha più impianti d'incenerimento con recupero energetico è l'Emilia Romagna, che fin dagli Anni 70 ha sviluppato questa politica fornendo per di più teleriscaldamento per l'inverno e telecondizionamento per l'estate agli abitanti di Reggio Emilia. In particolare, l'impianto di Reggio Emilia, monitorato anche dai laboratori dell'Enel di Piacenza, dà valori molto al di sotto di quelli proposti dalla direttiva Cee 94/67, applicata con severità in Germania e Olanda. Luciano Morselli, docente al dipartimento di chimica dei materiali all'università di Bolo¬ gna, che sta conducendo per conto della regione Emilia Romagna il piano dell'incenerimento e del recupero energetico, come previsto dal decreto Ronchi, è certo che la tecnologia della termocombustione è l'unica via d'uscita al problema rifiuti che troppo spesso crea serie problematiche d'ogni tipo alla società intera e sottolinea che soltanto per smaltire i rifiuti ospedalieri speciali infettivi occorrerebbero in Italia entro il 2000 almeno 80 nuovi impianti di termocombustione: attualmente ne abbiamo 29. Ovviamente per l'economia dell'impianto esso deve essere costruito nelle vicinanze del l'agglomerato urbano, in que sto modo si eviterebbe il tra sporto dei rifiuti, seppure selezionato alla fonte dal cittadino, per chilometri e chilometri, es sendo le discariche confinate nelle campagne, purtroppo an che in quelle coltivate, con altrettanto disagio per l'agricoltura. mo su cui si agisce con un apposita penna. Anche la Panasonic ha scelto di abolire i tasti per il suo Jacket Pocket S10 (un minuscolo 486 a 32 bit): sul display a cristalli liquidi si agisce con uno stilo, ma si può far comparire una sorta di «tastiera virtuale». In questo particolare settore del mercato si inserisce, ora, un nuovo nome, la Philips. Ad Hannover ha presentato il Velo 1 che al suo esordio ha già conquistato gli addetti ai lavori (e ha vinto due primi premi come miglior novità hardware). Il Velo è perfettamente compatibile con qualsiasi personal anche perché ha preinstallata un'apposita versione di Windows 95, che caratterizza anche il Libretto, il «tiny-pc» della Toshiba. I prezzi? dalle 700800 mila lire delle macchine più semplici, ai circa 1 milione e 700 mila lire per i palmari più sofisticati. [a. vi.] Pia Bassi

Persone citate: Luciano Morselli, Ronchi