La rivedremo fra tremila anni

La rivedremo fra tremila anni La rivedremo fra tremila anni IERI, 1" aprile, alle 5 e 20 ora italiana, la cometa Hale-Bopp ha circumnavigato il Sole. Invertita la rotta, sta ora dirigendosi un'altra volta verso l'esterno del sistema planetario. Il punto dell'orbita più vicino al Sole, il perielio, lo ha raggiunto a 136 milioni di chilometri dalla nostra stella. Il più lontano, l'afelio, è a 60 miliardi di chilometri, dieci volte più lontano di Plutone. Un lungo viaggio attende dunque l'astro che vediamo splendere nel cielo della sera. Il periodo orbitale era di 4200 anni quando Hale e Bopp il 22 luglio '95 fecero il primo avvistamelo. L'influsso gravitazionale di Giove lo ha ridotto, attualmente, a 2380 anni. E' il Sole a vestire le comete, con la sua radiazione e con il «vento» di particelle atomiche che soffia intorno a sé. Ora che, come una farfalla attratta da una candela, ha raggiunto e superato il massimo avvicinamento, la Hale-Bopp interpreterà il meglio del suo show. Il calore solare ha fatto in parte sublimare il ghiaccio di anidride carbonica e di acqua che costituisce il nucleo cometario; i gas stanno uscendo a 50 chilometri al se¬ condo dai crepacci della crosta carboniosa come potenti zampilli e vanno a potenziare la coda di gas e di polveri, allungandola di molti milioni di chilometri. Cometa del secolo? Sì, adesso possiamo dire, finalmente, che la Hale-Bopp ha mantenuto la promessa. Bisogna risalire al 1811 per incontrare un'altra cometa così luminosa e con un nucleo così grande (40-70 km). La chioma ha rivelato una eccezionale quantità di polveri, ma anche ossido di carbonio, cianogeno e altre molecole complesse, confermando che le comete sono laboratori di materiale pre-biologico. Dimensioni e quantità di polveri (basta un piccolo telescopio per vederne vari gusci intorno al nucleo) fanno pensare che la Hale-Bopp appartenga alla famiglia di quei corpi celesti che formano la «cintura di Kuiper» oltre l'orbita di Plutone, dove sono già stati individuati più di 30 planetoidi ghiacciati dal diametro sui 200 chilometri, strani ibridi tra asteroidi e gigantesche comete. Gli astronomi stanno lavorando per ricavare dalla Hale-Bopp il massimo di informazioni. Il satellite eu- Cavallino ropeo Iso, che osserva il cielo nell'infrarosso, ha scoperto nelle sue polveri l'olivina, un minerale individuato anche nelle nebulose da cui nascono nuovi sistemi planetari. La Nasa ha lanciato tre razzi per cercare neon e argon, gas nobili che ci darebbero notizie sulle origini della cometa; un quarto razzo partirà il 5 aprile. In quel giorno la Hale-Bopp sarà nella posizione più favorevole per l'osservazione dal nostro emisfero. Affinché tutti possano ammirare la Hale-Bopp, i sindaci di molte città in Italia e nel mondo hanno deciso di spegnere, il 5 aprile, il grosso dell'illuminazione pubblica per un paio d'ore: straordinaria occasione per distogliere, una volta tanto, gli occhi dalla tv e per scrutare il cielo notturno, questa meravigliosa finestra cosmica, inesauribile fonte di riflessioni sul senso dell'esistenza. Farà eccezione Torino. A quanto pare, i torinesi dovranno attendere il prossimo passaggio della Hale-Bopp, tra 2380 anni. E un'altra giunta. Piero Bianucci Le emozioni e le domande che suscita questo eccezionale visitatore celeste LA cometa Hale-Bopp sta conquistando tutti. Dappertutto di sera o prima dell'alba si vedono gruppi curiosi che in angoli bui si affannano con binocoli e piccoli telescopi. Perché tanta agitazione? In fondo sappiamo che è solo un minuscolo grumo di ghiaccio e polvere del diametro di 40 chilometri (300 volte più piccolo di quello terrestre) che viene dagli estremi limiti del sistema solare, posti a oltre 10 miliardi di chilometri dal Sole, da quella che si chiama la Nube di Oort. Si accende della sua fantastica coda solo perché nei dintorni del Sole, al perielio, è investita dalla radiazione e dal vento solare. La Hale-Bopp è passata a 200 milioni di chilometri da noi; quindi nessun rischio di impatti o di catastrofi. Se anche la tenue, estesissima coda ci sfiorasse, non la sentiremmo neppure. Eppure, se non la paura, l'ansia c'è. La cometa è un visitatore che viene dallo spazio profondo. E' un misterioso viaggiatore che ci sfiora e, senza degnarci di alcuna attenzione, se ne tornerà chissà dove. Ripasserà dalle no. stre parti, ma solo fra tre 0 quattromila anni: la vedranno i nostri pro-pro-pro-nipoti. Nel suo precedente passaggio al perielio né Atene né Roma ancora esistevano. Oltre che un viaggiatore Un simbolo di quell'ignoto che da sempre attrae l'uomo nello spazio la cometa è un messaggero che viaggia nel tempo. Qualche anno fa, nel 1986, ci passò accanto la tanto celebrata cometa di Halley, che nel 1911 si era dispiegata in tutta la sua bellezza agli occhi dei nostri nonni. Che delusione per noi! Poco appariscente quest'ultima volta, quasi avesse tradito il messaggio di continuità tra i nostri nonni e noi. Forse è proprio in questo aspetto di comunicazione oltre la durata della vita umana che sentiamo nella cometa il segno di un universo che ci trascende. La Hale-Bopp ci fa sentire parte di uno spazio e di un tempo estesissimi, forse infiniti. In fondo ci rendiamo conto che la nostra stessa civiltà non è che un soffio, poche migliaia di anni nel tempo e poche decine di migliaia di chilometri nello spazio. Sì, abbiamo mandato recentemente sonde oltre le soglie del sistema solare, oltre l'orbita di Plutone. Ma si è trattato di una bottiglia buttata nel mare dell'universo nella spe¬ ranza che qualcun altro risponda o venga a cercarci; non si è trattato ancora della conquista dello spazio. Anzi, la fisica d'oggi non ci permette neppure di sognare di andare laggiù dove invece la cometa è stata e tornerà. Siamo tanti sulla Terra, ma per ora soli e isolati nell'universo! E' vero che possiamo «vedere» lontano, raccogliendo i fotoni che ci vengono dalle galassie lontanissime, addirittura dal Big-Bang. Ma è veder l'universo in fotografia, non si tratta di una vera visita. Quindi l'emozione che proviamo ha una radice molto profonda. E' il segno della curiosità meravigliosa che dà senso alla vita dell'uomo sulla Terra, curiosità che appartiene a tutti. Spesso, affranti dalle fatiche, dalle tasse, da guerre, disastri, delusioni, incidenti e accidenti, dimentichiamo di essere qualcosa di più che semplici entità fisiche tese alla sopravvivenza materiale. Invece l'uomo è pur sempre alla ricerca di conoscenze nuove, più o meno importanti, ma in cui sempre si rinnova. La ricerca scientifica, per esempio, è una continua e affascinante caccia alle comete, una ricerca di verità che trascendono la realtà di tutti i giorni, ma che ci permettono di migliorare questa realtà e noi stessi. Che cosa vuol dire indagare la struttura intima della materia, o le aggregazioni di galassie primordiali, o il rigenerarsi delle cellule, o la dinamica caotica dell'atmosfera, se non sfiorare essenze e fenomeni appena percettibili, in un certo senso invisibili, intangibili comunque? I risultati della ricerca scientifica vanno e vengono come le comete, antiche e nuove: alcuni risultati si stabilizzano per un certo tempo su orbite stabili, rimangono come parte del del nostro sistema di conoscenza, altri passano brevemente. Ma se qualche risultato svanisce, altre ricerche porteranno nuovi elementi stabili. E soprattutto: come non è la singola cometa a definire il sistema solare, così non MARE ADRIATICO Chioggia ■ Aree sottratte all'espansione di marea ■ ■ Studio di fattibilità per la riapertura delle valli da pesca A Traffico di prodotti petroliferi in Laguna P l'll pgProgetto operativo per l'allontanamento > del greggio e dell'olio combustibile " *. Maree eccezionali oltre lOOcm Opere mobili alle bocche di porto A Maree medio - alte ^ Difese locali degli abitati lagunari e marginamenti Erosione del cordone litoraneo Rinforzo dei litorali Cedimenti e rotture dei moli foranei alle bocche di porlo Rii pRistrutturazione e adeguamento dei moli Eutrofizzazione delle acque e collassi ecologici Arresto e inversione del processo di degrado ambientale esistono teorie definitive, vere per sempre, bensì solo modelli sempre più perfetti. Ma quando l'uomo sfiora nella sua ricerca un «risultato giusto», un modello che funziona, almeno per un po', prova la stessa emozione di chi guarda affascinato la cometa, felice di aver compreso che cosa sia, ma allo stesso tempo curioso di immaginare che cosa si porti dietro, e che mai verrà dopo. La cometa è un elemento del mondo meraviglioso che ancora non abbiamo compreso, men che mai conquistato. Esistono alcune semplici valutazioni che permettono di calcolare che la nostra civiltà, se vorrà sopravvivere al di là di qualche centinaio di migliaia di anni (ma forse potrà estinguersi anche molto prima), deve uscire da questo pianeta. Non solo perché le risorse planetarie potrebbero esaurirsi, ma soprattutto perché altrimenti si isterilirebbe la spinta conoscitiva, il desiderio di vivere. In questo senso «seguire virtute e conoscenza» vuol dire cercare di comprendere l'universo attraverso l'umile coscienza che ne facciamo parte, sì come comete, ma non insensibili come comete. Attilio Ferrari Direttore dell'Osservatorio di Torino

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