Major trionfa su Blair all'ippodromo di Fabio Galvano

Major trionfa su Blair all'ippodromo Si è presentato a sorpresa al Grand National, annullato sabato per la minaccia di una bomba Major trionfa su Blair all'ippodromo //premier alla gara sabotata dall'Ira LONDRA DAL NÒSTRO CORRISPONDENTE Una sfida alla sfida, per dire all'Ira che «non si può privare con le bombe la Gran Bretagna delle sue tradizioni». John Major è arrivato ieri, inatteso, all'ippodromo di Aintree dove si è corsa la 150;' edizione del Grand National, la più famosa corsa inglese, abbandonata sabato scorso dopo le minacce terroristiche dei nazionalisti irlandesi. Ma la coppa elettorale di giornata è stata vinta da Martin Bell: non un cavallo ma un giornalista della Bbc, celebre inviato di guerra. E' diventato il «Mister Mani Pulite» delle elezioni inglesi, accettando di presentarsi candidato «anti-corruzione» a Tatton, la circoscrizione del sottosegretario Neil Hamilton, il conservatore accusato di avere ricevuto bustarelle contro interpellanze. L'idea era stata dei laboristi: «Visto che Major non ci riesce aveva detto Tony Blair - tacciamo pulizia per lui. Il candidato laburista è pronto a ritirarsi se si ritira anche quello liberale, per formare con i conservatori insoddisfatti un fronte «puramente morale». Per rovesciare, cioè, la massiccia maggioranza di Hamilton. Ieri quel fronte si è coagulato attorno a Bell, nuovo al mondo della politica e convinto scaramanticamente - che questo potrebbe essere «il più grave errore» della sua vita. «Sono estremamente nervoso - ha detto ieri il giornalista presentandosi a una conferenza stampa con il vecchio e liso abito crema «portafortuna» con cui da anni va al fronte -. Spero comunque che la mia carriera non duri più di pochi giorni: giusto il tempo di chiarire la situazione, di esercitare la pressione che basta per indurre Hamilton a uscire di scena. A quel punto ne uscirò anch'io». Ma Hamilton non si arrende. «Ha una bella faccia tosta», ha detto sua moglie parlando del nuovo rivale. Major ha incassato; ma con una smorfia. L'umore del primo ministro, in questa giornata non tutta positiva, dev'essersi però ripreso dopo il discorso di Blair a un gruppo di uomini d'affari, oltre che per un sondaggio della Reuters da cui emerge una preferenza per un governo laborista, ma con un vantaggio stù conservatori ridotto da 14 a 7 punti. Il leader del New Labour, destinato secondo i sondaggi a entrare fra meno di un mese a Downing Street, ha accusato i Tory di «incompetenza economica», osservando che nei loro 18 anni al potere hanno gestito, oltre all'attuale prosperità, due delle più profonde recessioni del secolo. Ma ha anche ammesso che un governo laborista «non premerà sul pulsante del riawolgimento», in altre parole non farà mar¬ cia indietro sulle privatizzazioni. Ha addirittura ammesso che «l'economia funziona meglio se è affidata al settore privato». Musica per orecchie conservatrici. I Tory ora sostengono che in pochi giorni Blair ha fatto dietro-front su sette punti, adeguandosi camaleonticamente alla linea conservatrice. «L'opposizione - ha detto ieri il cancelliere Clarke - cambia politica di giorno in giorno. Dimostra di essere un partito senza idee, senza convinzioni, senza principi». Gli ultimi voltafaccia sono stati sulla moneta unica, con il ministroombra degli Esteri Bobbi Cook pronto ad ammettere che Londra non entrerà nell'Unione mo¬ netaria fin dalle prime battute e probabilmente neppure entro un anno o due; e sulla privatizzazione dei controlli di volo. Quest'ultimo era stato, al congresso laborista di Blackpool, un punto dogmatico cui si era legato a filo doppio il ministro-ombra dei Trasporti Andrew Smith. Cambia la politica, cambia l'uomo: e infatti ecco emergere, nelle pieghe della campagna laborista, il suo «numero due», l'ex attrice Glenda Jackson. Già deputato, non ha rivali; e si parla ormai apertamente di un posto nel governo per la donna che conquistò due Oscar. Fabio Galvano Il Labour candida un inviato della Bbc come «Signor Mani Pulite» Obiettivo: rovesciare un sottosegretario tory accusato di corruzione Il leader laborista Tony Blair, a destra, con il presidente del Pearsons Group

Persone citate: Andrew Smith, Bell, Bobbi Cook, Clarke, Glenda Jackson, John Major, Martin Bell, Neil Hamilton, Tony Blair

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra