Lubumbushi s'arrende prima che arrivino i tutsi

lubumbushi s'arrende prima che arrivino i falsi AFRICA CENTRALE I comandanti: «Non spargiamo sangue», e alzano la bandiera bianca coi nemico a 15 chilometri lubumbushi s'arrende prima che arrivino i falsi Kabila a Mobutu: e ora incontriamoci per trattare le tue dimissioni KINSHASA. La città di Lubumbashi, seconda dello Zaire e capoluogo della ricca provincia mineraria meridionale dello Shaba, si è arresa ieri senza combattere alle forze avanzanti dei ribelli, quando ancora i tutsi «banyamulenge» si trovavano a 15 chilometri dalle prime case. I demoralizzati soldati delle forze armate zairesi hanno deposto le armi e issato bandiera bianca su ordine dei loro comandanti. La radio locale ha diffuso ripetutamente in lingua swahili il messaggio «non versiamo sangue». Ieri sera il governatore Ngoyi Muanamulume veniva dato come già fuggito con la famiglia nel vicino Zambia. La città attendeva con relativa calma la capitolazione: negozi e scuole chiusi, strade semideserte, ma nessuna fuga di massa. Nei dintorni, interi reparti dei regolari si sono uniti ai guerriglieri. La conquista di Lubumbashi, centro delle miniere del cobalto e del rame situato al confine con lo Zambia, è avvenuta mentre in Sud Africa proseguiva il negoziato tra il governo di Kinshasa e l'Adfl (Alleanza democratica delle forze di liberazione del Congo/Zaire). Ma dal suo quartier generale di Goma, al confine con il Ruanda, il leader ribelle Laurent-Desiré Kabila ha rinnovato la sua richiesta di negoziare personalmente con il presidente zairese Mobutu Sese Seko, di fatto delegittimando la trattativa a Pretoria. «Mobutu e io dovremmo parlare direttamente e non attraverso altre persone» ha detto Kabila, aggiungendo comunque che «le dimissioni di Mobutu sono necessarie nell'interesse suo e del Paese. Non vedo altra soluzione politica per la ricostruzione dello Zaire dopo 32 anni di dittatura mobutiana». A Kisangani, conquistata qualche giorno fa, Kabila ha incontrato ieri i rappresentanti della De Beers, il colosso dei diamanti sudafricano affiliato alla Anglo-American Corporation che controlla l'80 per cento del mercato mondiale del settore attraverso la Central Selling Organization di Londra. L'incontro è avvenuto domenica su richiesta della De Beers, che ha uffici per l'acquisto di diamanti a Kisangani e Mbuji-Mayi e ha recentemente firmato un contratto per l'acquisto della miniera belgo-zairese di Miba, situata nei pressi del capoluogo del Rasai. Nel frattempo a Kinshasa la situazione politica si fa sempre più caotica. I soldati sono intervenuti con violenza per disperdere una manifestazione contro Mobutu e a sostegno del premier Etienne Tshisekedi il quale, da poco insediato, corre già seri rischi di destituzione. Erano almeno 3500 le persone radunatesi davanti alla residenza di Tshisekedi, dalla quale è poi partito il corteo diretto verso il Parlamento; quello stesso che, dopo aver eletto premier l'ex esponente dell'opposizione e storico nemico di Mobutu, è stato da lui disciolto contemporaneamente alla revoca della Costituzione. Mentre i dimostranti erano in marcia i soldati li hanno caricati con i blindati e i lacrimogeni. [e. st.) In mano ai banyamulenge la regione dei diamanti E il loro capo incontra gli uomini della De Beers