L'Italia al quinto posto per le tasse pagate

I/Italia al quinto posto per le tasse pagate CLASSIFICHE La Banca Mondiale fa l'identikit del pianeta: in Lussemburgo i paperoni, i poverissimi in Mozambico I/Italia al quinto posto per le tasse pagate Crescita zero, siamo solo diciottesimi nella classifica dei ricchi ROMA. Diciottesimi nel mondo per ricchezza, con un reddito prò capite inferiore alla metà di quello svizzero, ma più alto di quello britannico. E quinti per imposte pagate, staccati ma non troppo dal Lesotho, paese dell'Africa del Sud dove il 44,4 per cento del prodotto interno lordo è costituito da tasse contro il nostro 38,4 per cento, Ecco due dei dati dell'identikit che la Banca Mondiale traccia nell'ultima edizione dei World development Indicators, analisi che mette a confronto le misure delle economie di 200 Paesi. Dalle pagine dello spesso rapporto, l'Italia emerge inchiodata sulla «crescita zero», una nazione che invecchia velocemente (nel 2010 gli ultrasessantenni saranno il 27% contro il 22% del 1995), e in cui le prospettive di vita, per chi vi nasce, continuano a migliorare ed hanno raggiunto 75 anni per gli uomini ed 81 per le donne che, in proporzione, lavorano meno rispetto agli altri Paesi industrializzati. La «mappa» dei ricchi del pianeta (aggiornata ai dati del 1995) vede al vertice il Lussemburgo, con un reddito pro-capite annuo di oltre 41 mila dollari, seguito da Svizzera (40.630), Giappone (39.640), Norvegia (31.250) e Danimarca (29.890). L'Italia, poco sopra i 19 mila dollari, è preceduta da molti altri Paesi avanzati, ma si attesta due gradini più in alto del Regno Unito, un tradizionale «rivale» di queste graduatorie. Il Mozambico si aggiudica in¬ vece il poco invidiabile record della povertà, con 80 dollari annui. Numerose le cifre sulla popolazione del Bel Paese (57,2 milioni di abitanti nel 1995): le tendenze ormai consolidate, come in altri Paesi industriali, segnalano un leggero calo annuo dello 0,1% l'anno (circa 60 mila persone) fino al 2015. Le donne italiane fanno sempre meno figli: in 25 anni, il tasso di fertilità si è dimezzato da 2,4 a 1,2 figli, scendendo ai minimi mondiali in coabitazione con le tedesche, spagnole e di Hong Kong. L'invecchiamento della popolazione - un trend che ha riflessi economici di rilievo nei Paesi con sistemi previdenziali pubblici - è la conseguenza del miglioramento degli standard di vita e delle sempre più sofisticate terapie mediche. Nel 1980, l'aspettativa media di vita in italia era di 71 anni per gli uomini e 77 per le donne: in un quindicennio, l'orizzonte si è allungato di altri quattro anni. Il primato dei «matusalemme» spetta però ai giapponesi (77 anni per gli uomini, 83 per le donne). Una graduatoria che certo non piacerà agli italiani è quella delle tasse: la Banca Mondiale li posiziona a ridosso dei popoli più tartassati dal fisco. Il primato mondiale spetta al Lesotho, in cui le entrate fiscali sono pari al 44,4% del prodotto interno lordo. Seguono Belgio (43,7%), Olanda (42,9%) ed Italia (38,4%). «RICCHI» Nella tabella la classifica della Banca mondiale secondo il reddito annuo prò capite 1995 [dati in dollari]: 1] LUSSEMBURGO 41.210 2] SVIZ2ERA 40.630 3] GIAPP0NE 39.640 4] N0RVEGIA 31.250 5] DANIMARCA 29.890 6) GERMANIA 27.510 7] USA 26.980 8) AUSTRIA 26.890 9] SINGAPORE 26.730 10) FRANCIA 24.990 11] ISLANDA 24.950 12] BELGI0 24.710 13] 0LAN0A 24.000 14] SVEZIA 23.750 15] HONG KONG 22.990 16] FINLANDIA 20.580 17] CANADA 19.380 18] ITALIA 19.020