Via i guru, il calcio torna all'antico di Roberto Beccantini

Via i guru, il calcio torna all'antico Dopo Maldini e Zoff, rientra anche Nils Liedholm (75 anni) per salvare la Roma Via i guru, il calcio torna all'antico IN questa Italia che non butta via niente, tranne il decoro e il buon senso, il nuovo che avanza, almeno nel calcio, è il vecchio che ritorna. Dopo l'irruzione di Cesare Maldini (65 anni suonati da poco) sulla panchina azzurra che fu dell'eretico Arrigo Sacchi, manca poco, pochissimo, al rientro di Nils Liedholm, 75 anni il prossimo 8 ottobre. Allenerà la Roma al posto dell'argentino Carlos Bianchi, un trafficante di schemi che, pagato a peso d'oro per cancellare il fantasma di Carlo Mazzone, è riuscito a perpetuarne il ricordo, il rimpianto. E così, visto che Massimo Moratti, stufo della sapienza maccheronica dell'inglese Hodgson, ha già promesso l'Inter al cinquantottenne Gigi Simoni, e che Dino Zoff, 55 anni, è stato precettato d'urgenza da Cragnotti per risollevare una Lazio che Zeman stava malinconicamente conducendo verso il baratro, si può dire che la misura è colma: in tutti i sensi. Se tre indizi fanno una prova, la folgorante idea di strappare Liedholm alle dilette damigiane di Cuccaro (non importa se per pochi mesi) costituisce la prova provata di come il calcio sia stato, e continui a essere, uno sport più semplice e meno sofisticato di come ce lo hanno raccontato i profeti delle ripartenze, i guru del pressing, gli scienziati dell'elastico. Un fragoroso schiaffone alla cultura dell'immagine, finalmente. Perché sì, più del dettaglio anagrafico, che pure ha il suo peso, è il ritorno alle radici che più colpisce in tutta questa storia di aspiranti stregoni di Guido Ceronetti Dal sacco / si sparsero al suolo / le cose. E io penso / che il mondo/è soltanto un sogghigno / che luccica fioco / sulle labbra di un impiccato. VelimirChlébnikov, Poesie, 1908 trombati e supplenti jurassici riesumati. Liedholm, non dimentichiamolo, fu uno dei primi a introdurre la zona in Italia, e a plasmare quel Milan che Berlusconi, Sacchi e Capello avrebbero poi trasformato in una micidiale macchina, di gioco e di successi. Forse, la sbornia è finita. Forse, i presidenti stanno rinsavendo. Piano piano, il calcio ritorna ai calciatori. Gli esplosivi successi di Lippi - che, quando allenava l'Atalanta, venne sacrificato sull'altare di Guidolin - hanno aperto gli occhi a molti. L'importante è rifuggire dagli estremismi dottrinali: è dal confronto delle più disparate culture che si riesce a spremere il meglio. L'organizzazione tattica resta fondamentale. Che scoperta: lo è sempre stata, anche all'epoca dei solisti. Non se ne poteva più di frasi fatte, di drastici anatemi, di goffi ultimatum: o con noi o contro di noi. Siamo sinceri: il nuovo non avanzava più, da tempo. Roberto Beccantini

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