Manovrai, l'industria scende in piazza
Da tutta Italia Già tutti prenotati si preparano gli Auditorium charter del dissenso delle associazioni Giovedì la grande protesta nazionale: Fossa vuole mobilitare 50 mila imprenditori Manovrai, l'industria scende in piana Primi cortei a Nord-Est Giovedì la grande protesta nazionale: Fossa vuole mobilitare 50 mila imprenditori Manovrai, l'industria scende in piana Primi cortei a Nord-Est MILANO. Ore 12, Vicenza. Un pullman carico di cinquanta imprenditori, associati all'Api (la quarta d'Italia per numero di iscritti, oltre mille) si fermerà stamane davanti alla prefettura per consegnare un documento di protesta: «Meno spesa più imprese». Fuori, in attesa, altri 300 piccoli industriali, reduci da un incontro con i parlamentari locali (9 su 1 i sono della Lega). La settimana della grande protesta delle imprese non poteva che cominciare di qui, dal cuore del Nord-Est. E sempre da qui, nella mattinata di giovedì, almeno settanta imprenditori, stavolta della Confindustria, partiranno in volo alla volta di Roma per partecipare alla grande manifestazione contro il prelievo sul Tfr. Da Treviso, invece, partiranno a centinaia; gli altri, a migliaia, seguiranno in videoconferenza la manifestazione anti-Prodi. I segnali, però, arrivano un po' da tutto l'universo dell'industria italiana. A Linate si registra il tutto esaurito, in vista dello sbarco a Roma. Ma gli auditorium di Milano e Brescia, collegati con viale dell'Astronomia, già registrano il tutto esaurito. E venerdì scorso, a Varese, il consiglio della Confindustria locale si ò stretto attorno a Fossa: vai avanti, è l'ora di dar battaglia. «Io - aggiunge Michele Perini, presidente della piccola industria di Assolombarda - voglio anche chiedere a Prodi le scuse. E' indecente che, di fronte alla nostra protesta in collegamento tele- matico, si metta a scherzare ricordando il suicidio della setta Usa collegata via Internet. Noi, finora, lo abbiamo rispettato. Ci rispetti pure lui...». Acque agitate, insomma, più che voglia di mediazione. «C'era chi chiedeva la serrata delle fabbriche - commentano all'Api - ma, almeno per ora, è prevalsa una linea più morbida». Chissà per quanto, a giudicare dagli umori che percorrono l'esercito delle imprese, piccole e grandi. Difficile inquadrare la rabbia che emerge dalle periferie come un semplice conflitto tra Confindustria ed esecutivo. Certo, l'organizzazione guidata da Giorgio Fossa è al centro dell'opposizione sul prelievo pei il Tfr. E l'obiettivo dichiarato dalla Confederazione è di mobilitare almeno metà degli associati, oltre 50 mila imprenditori, quin¬ di, nelle manifestazioni di protesta contro la manovra. Ma, accanto alla Confindustria, il dissenso sembra diffuso, anche altrove. Tra gli artigiani di Treviso, per esempio, pur esenti dal salasso sul Tfr. E stavolta, accanto al Nord, si mobiliterà anche il Sud. Da Napoli, dalla Sicilia, da Bari s'annunciano arrivi massicci a Roma per la manifestazione. In pratica l'intero volo di linea Paler¬ mo-Roma sarà affollato da industriali dell'isola, compreso il presidente Francesco Rosario Averna. La protesta di Vicenza, del resto, comincia oggi con un gemellaggio con Siracusa: 14 giovani siciliani verranno a lavorare nel Nord-Est, per specializzarsi come tecnici di saldatura. Poi, prevede l'accordo con una ditta di Padova, torneranno a lavorare (e a insegnare) in Sicilia. [u.b.] Da tutta Italia Già tutti prenotati si preparano gli Auditorium charter del dissenso delle associazioni Il presidente della Confindustria, Giorgio Fossa
Persone citate: Francesco Rosario, Giorgio Fossa, Michele Perini
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