« Non accetto lezioni di Antonella Rampino

« Non accetto lezioni « Non accetto lezioni Ayala: minimi i correttivi ■ROMA. L primo processo in cui un mafioso è stato condannato per aver ordinato dall'interno di un carcere un delitto è stato fatto da me, nel 1983. L'imputato Gerlando Alberti fu condannato per l'omicidio Ianni, da lui ordinato mentre era all'Ucciardone. Io ho partecipato alla nascita del 41 bis. Non accetto lezioni da Ilda Boccassini». Giuseppe Ayala è a Palermo, e ha appena finito di leggere l'articolo che il procuratore del pool di Milano ha scritto ieri, sulla Stampa. Ilda Boccassini l'accusa di aver alleggerito il carcere duro ai boss mafiosi... «Ho letto. "Non arretriamo sul carcere duro", scrive. Sono assolutamente d'accordo. Ma riconosco l'amica Ilda, quando parla del "sottosegretario alla giustizia" senza neanche chiamarmi per nome». Una cattiveria... «No, la conferma di una caratterialità che ben conosco, ma che non mi fa velo assolutamente nel giudizio. Come le dicevo, condivido l'impianto dell'articolo. Boccassini fa un unico errore: quando mi attribuisce lo svuotamento del 41 bis». Mi scusi, ma il decreto non porta la sua firma? «Il problema è che c'è una responsabilità del Parlamento. Questo governo, il Guardasigilli, e io stesso, abbiamo presentato molti mesi fa un disegno di legge sulle videoconferenze che ha come scopo proprio quello di non svuotare il 41 bis. Perché i mafiosi hanno diritto, ovviamente, a partecipare ai loro processi, e per questo vanno in giro per l'Italia, rendendo così del tutto inutile il carcere duro. L'unico modo per risolvere la questione è lasciarli in cella, e collegarli in video al processo». Anche Bocc asini dice che ci vorrebbe la videoconferenza. «Già. Ma è il Parlamento che e stato sordo. Noi vogliamo salvaguardare il 41 bis, ma se il Parlamento non vara la legge sulla videoconferenza, la colpa non ò del ministero di Grazia e Giustizia, che non ha aspettato i consigli della Boccassini, per presentare quella legge». Però è un fatto che, oggi, il 41 bis allevia la condizione dei mafiosi. • «Andiamo per gradi. Tutti i 41 bis in Italia li firmo io. Questi decreti vengono impugnati davanti al magistrato di sorveglianza. Il quale, di fronte ai principi disposti dalla Corte Costituzionale, ha stravolto i miei provvedimenti, allargando le concessioni. Evidentemente per Ilda Boccassini la Corte Costituzionale e i giudici di sorveglianza non esistono, lo invece so bene che ci sono. Mi sono detto: evidentemente dobbiamo fare delle concessioni. Perché è nato il 41 bis? Per impedire che i mafiosi, dall'interno del carcere, possano comunicare con l'esterno e addirittura dare ordini. Mi è stato proposto di concedere l'ammissione alle attività sportive: non l'ho data. Sa cosa ho concesso? Che abbiano un po' di biancheria in più, di avere un fornello a gas in cella che aiuti a scaldare cibi precotti, e che, invece del colloquio mensile cui il mafioso ha diritto, possa fare una telefonata di tì minuti, che viene registrata. Sono strumenti che aiutano a smagliare il 41 bis? Ho vissuto, in 15 anni di lotta alla mafia, momenti terribili, ma che si debba arrivare a polemizzare su questo, beh, questo significa mortificare tutti quelli che contro ia mafia hanno lottato. E che per questo sono morti». Antonella Rampino

Persone citate: Ayala, Boccassini, Gerlando Alberti, Giuseppe Ayala, Ianni, Ilda Boccassini

Luoghi citati: Italia, Milano, Palermo, Roma