«Sul carcere duro la Boccassini ho ragione »
«Sul[correre duro lo Boccossini ho ragione » Il ministro dell'Interno Napolitano: «L'impegno antimafia prosegue senza incertezze» «Sul[correre duro lo Boccossini ho ragione » Flick: giusta la sua preoccupazione ROMA. La lotta alla mafia prosegue in Italia «senza incertezze». Parole del ministro dell'Interno Giorgio Napolitano, ieri a Palermo al meeting informale dei rappresentanti della comissione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato. Un convegno organizzato dalla Fondazione Falcone. Nessuna dichiarazione del ministro sui «correttivi» al 41 bis decisi dal ministro della Giustizia Flick e dal sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Ayala (presente al meeting). Ma Napolitano ha dichiarato: «Le difficoltà, le sconfitte, come i risultati ottenuti, devono rapportarsi con l'impegno dello Stato contro la criminalità organizzata, che non deve essere più emotivo, episodico e fluttuante, come diceva il giudice Falcone». Al ricordo di Giovanni Falcone («Il sangue di Palermo è stato dimenticato?») si era appellata anche Ilda Boccassini, con un lungo intervento pubblicato ieri su La Stampa. Il magistrato - da anni impegnata sul fronte antimafia - ha scritto, polemizzando con la decisione di Flick di «alleggerire» il regime di carcere duro per i detenuti mafiosi: «Bisogna essere coerenti: o abbiamo il coraggio di dire che nel '92 si è sbagliato, oppure riconoscere che proprio il 41 bis com'è è uno strumento efficace nella lotta a Cosa nostra. L'articolo 41 bis ha ripristinato la legalità e ridato un senso ad una istituzione, quella carceraria, che - lasciata sola in prima li¬ nea - doveva convivere con la paura o peggio con la collusione». Il ministro Flick, ieri a Napoli per un convegno sui minori, ha risposto al magistrato: «Condivido pienamente le preoccupazioni di Ilda Boccassini, che affronta profili diversi da quelli su cui mi sono già pronunciato nei giorni scorsi e che riguardano invece l'interpretazione del¬ la Corte Costituzionale e del giudice di sorveglianza». Ieri a Palermo c'era anche Maria Falcone, che ha ripetuto una frase del fratello: «Quanti servitori dello Stato devono ancora morire prima che lo Stato italiano si decida a fare la lotta alla mafia come uno Stato civile?». Una dichiarazione - ha sottolineato la signora Falcone - che non conteneva alcuna cri¬ tica all'azione di governo. Dal meeting, che si concluderà martedì, è emersa la volontà di lavorare per «un'armonizzazione del testi legislativi su una definizione del concetto di criminalità organizzata - ha detto Napolitano -. L'esperienza italiana è un'esperienza di conoscenza e di contenuto contro un nemico antico e nuovo, capace di grandi mutazioni. Le intuizioni di Falcone e Borsellino vanno adeguate all'esperienza maturata nel frattempo». Un passo avanti per la cooperazione mondiale sul problema mafia e stato fatto grazie ai rappresentanti polacchi, che hanno proposto la limitazione del segreto bancario per combattere il riciclaggio dei capitali illeciti, largamente diffuso in Polonia. [r. cri.] 11 ministro dell'Interno Napolitano assieme a Maria Falcone 11 ministro dell'Interno Napolitano assieme a Maria Falcone
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