«Inaudito il disprezzo di Priebke» di R. Cri.
«Inaudito il dispreizo di Priebke» La comunità ebraica «Inaudito il dispreizo di Priebke» ROMA. «Di Erich Priebke sappiamo sempre tutto, quello che dice, quello che fa, come passa la giornata. Ma ancora non si riesce a fare luce sui suoi 50 anni di latitanza, sulle responsabilità di chi lo ha aiutato a fuggire dall'Italia, sul periodo che ha preceduto la sua estradizione». Questo si limita a dire il presidente della comunità ebraica romana, Claudio Fano, a proposito dei passi, pubblicati ieri da La Stampa, di alcuni; lettere e carte, inviate dal carcere militare di Forte Boccen dall'ex I ufficiale delle SS, accusato del- j l'eccidio delle Fosse Ardeatine, i alla scrittrice Mary Pace. Alla stessa scrittrice, prima del processo, Priebke aveva | confidato: «Ma cosa vogliono : da me questi italiani? Vorreb- : bero che andassi lì strisciando. Ma io non lo farò mai». Secondo Giovanni Gigliozzi, presidente dell'Anfim, l'associazione ita- I liana dei martiri caduti per la libertà, «quello che dice Prie- ! bke per me è inaudito, è solo polvere che quell'uomo vuole gettare negli occhi di chi lo deve giudicare e a giudicarlo non saranno solo i giudici che siederanno a Rebibbia, ma tutto il popolo italiano. E i familiari dei martiri caduti per la libertà credono nella giustizia». «Quelle frasi sono estrapolate da un contesto originario più ampio. Mi riservo di parlare con Priebke e di valutare se ci sono gli estremi per una quere- i la», ha invece detto il legale dell'ex ufficiale delle SS, Giosuè Bruno Naso. L'avvocato sottolinea che : nell'articolo compaiono alcune frasi pronunciate dal suo assistito in diversi contesti e raccolte da Mary Pace, la scrittrice che ebbe incontri e scambiò lettere con l'ex ufficiale nazista I sia quando questi si trovava ; ancora in Argentina, sia succesi sivamente. E a proposito degli ebrei, Priebke avrebbe detto questa frase a Mary Pace: «Quello che è stato fatto... andava fatto». In relazione alla sua posizione in Italia, l'ex ufficiale avrebbe affermato: «Io sono un caso politico. Sono stato arrestato perché in Italia serve uno show in quanto ha vinto un governo di desila. Se avessero vinto i comunisti, io oggi non sarei in Italia». E quando i giornali lo chiamano «boia»: «Sarei io il boia? Io ho fatto il mio devere, è Rosario Bentivegna il boia. I familiari se la devono prendere con gli attentatori di via Rasella». Priebke inoltre avrebbe scritto nel suo memoriale di aver visto, alle Ardeatine, un ufficiale nazista entrare per la seconda volta nelle grotte: «Avendo sentito il nome di un prigioniero, tornò indietro per sparargli contro. Costernato, ho visto io stesso l'azione di questo nostro uomo e mai ho potuto dimenticare la scena». Ma la frase ò poi stata accuratamente cancellata, racconta la Pace, perche avrebbe potuto essere la prova delia sua presenza sul piazzale e del suo ruolo attivo. [r. cri.]
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