Borneo, i misteri della miniera maledetta

Borneo, j misteri delia miniera maledetta INDONESIA Intrigo politico-economico fra società canadesi di ricerche aurifere e familiari di Suharto Borneo, j misteri delia miniera maledetta Cercatore d'oro cade dall'elicottero mentre vola a prendere le mappe Se cercate un buon investimento r.el settore estrattivo, e se la famosa cava di marmo nero nel Peni dove sono spariti i 7 miliardi di Roberto Baggio non vi dà troppo affidamento, perché non puntate sull'oro? Nel Borneo, per esempio, c'è una miniera che fino a pochi giorni fa prometteva vene aurifere per un controvalore di 100 mila miliardi, e le azioni della società canadese che la controlla si vendevano a 200 dollari alla Borsa di Toronto. Verso Pasqua i titoli sono crollati sotto i 2 dollari e adesso potreste poitarveli via per una sciocchezza. Chi dice che non schizzeranno di nuovo alle stelle? In una settimana attorno al presunto Eldorado indonesiano è successo di tutto. E' stata inessa in discussione la competenza del più noto e abile segugio al mondo nello scovare filoni d'oro, il canadese John Felderhof, da poco applaudito «cercatore dell'anno» proprio per aver scoperto nel Borneo quella miniera di Busang che in base a nuove prospezioni risulterebbe una solenne bufala: e andato misteriosamente a fuoco l'ufficio del più stretto collaboratore di Felderhof, il filippino Michael de Guzman, con tutti i documenti sulle ricerche; e lo stesso de Guzman si è sfracellato cadendo da un elicottero mentre volava a procurarsi, pressato da un amministratore in ansia, anzi proprio furente, nuove prove - che assicurava di avere - dell'esistenza di quell'oro. In base al sorprendente racconto del pilota, «l'elicottero è stato investito da un colpo d'aria e quando mi sono girato il portellone era aperto e il passeggero non c'era più». Dietro a tutta questa storia c'è la Br;;-X, una società di Calgary che già a sentire il nome mette un po' in sospetto E' attiva nel settore minerario da anni eppure non ha mai aperto una miniera: cerca il minerale aurifero e si assicura le concessioni di sfruttamento: quindi rivende queste ultime alle compagnie minerarie interessate e si mette a caccia di nuovi filoni in altri Paesi o continenti. Fmora le è andata benone, tanto che il suo fondatore e presidente David Walsh ha accumulato un patrimonio equivalente a 500 miliardi di lire. Il filone a volte c'è, a volte non c'è o si rivela povero, a rischio di chi acquista la concessione; comunque la Bre-X non ha reputazione di tirare bidoni e anche stavolta Walsh protesta di aver lavorato con scrupolo e a riprova della sua buona fede sottolinea di essere tuttora il maggiore azionista della sua società, mentre avrebbe potuto liberarsi di tutti i titoli quando erano a quota 200. «Sono vittima di una congiura, vedrete che le azioni risaliranno», protesta. Walsh non va personalmente in cerca di oro, anzi di questa parte del lavoro non si intende affatto. Cerca i finanziatori, ma soprattutto ingaggia gli esperti di prospezioni come Felderhof e de Guzman. La leggenda della miniera di Busang è cominciata in un giorno del '94 quando il filippino, girando per la giungla del Borneo, ha scorto una roccia che gli sembrava promettere bene e ci ha appiccicato un cartello con scritto «Da far esaminare»; un assistente ne ha aggiunto uno con scritto «Scacco matto!». I primi esami hanno avuto un esito lusinghiero e i successivi due anni sono stati dedicati a carotare il terreno per tracciare la mappa del presunto filone. Altre compagnie hanno cercato di rilevare l'affare ma la Bre-X ha rifiutato ogni offerta, perché col tempo le stime sul valore dei depositi atiriferi crescevano e il momento di vendere tutto non sembrava venire mai. Potenti multinazionali dell'oro hanno messo in mezzo la politica. Una di esse, la Barrick di Toronto, ha chiesto i buoni uffici della figlia maggiore di Suharto, il padre-padrone dell'Indonesia, perché il ruolo della Bre-X nella concessione fosse ridimensionato. Walsh ha contro- battuto versando un milione di dollari a mi altro figlio di Suharto «a titolo di consulenza» perché lo aiutasse a difendersi. Altri maggiorenti sono intervenuti e diverse società straniere si sono assicurate la loro quota dell'affare. Ma proprio una di queste, la Freeport-McMoRan di New Orleans, ha eseguito qualche carotaggio sul 15 per cento della concessione che le era toccato e ha ottenuto un risultato sconcertante: niente oro in sette tentativi. Questo ha acceso la discussione che poi ha portato il

Luoghi citati: Indonesia, New Orleans