La Thatcher guida l'ultimo assalto a Blair di Fabio Galvano

La Thatcher guida l'ultimo assalto a Blair «Dobbiamo a Major la prosperità. Conversione di comodo quella dei laboristi al mercato» La Thatcher guida l'ultimo assalto a Blair Sepolte le rivalità fra Tory per sconfiggere i sondaggi LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La battaglia elettorale per Downing Street s'infiamma. Ai sondaggi che continuano a darlo pesantemente sconfitto, John Major ha replicato ieri con una serie di stoccate che lasciano il segno: ha definito Blair «contorsionista» e «strisciante», anche se per difendersi dall'accusa di attacco personale ha poi precisato che si riferiva al Labour e non al suo leader; ha accusato i laboristi di rinnegare il loro stesso manifesto elettorale a tre giorni dalla presentazione con clamorosi dietro-front in tema di autonomia scozzese e privatizzazioni, mentre i giornali rilevavano anche una marcia indietro sulle concessioni ai sindacati. Ma soprattutto i conservatori hanno sfoderato ieri la loro arma più vibrante: Maggie Thatcher. In un clima reso ancor più teso dagli avvenimenti di sabato, quando due telefonate dell'Ira hanno creato scompiglio all'ippodromo di Aintree facendo sospendere il Grand National (ma la corsa più celebre d'Inghilterra si svolgerà oggi pomeriggio), la «lady di ferro» ha fornito un'iniezione d'entusiasmo e di fiducia al battaglione dei candidati conservatori. Ha scelto, non a caso, il giorno in cui entrava in vigore una delle ultime promesse di Major: la riduzione dal 24% al 23% dell'aliquota base per i contribuenti. E del primo ministro ha lodato, sotterrando ogni passato malinteso, «la magnifica guida negli ultimi sei anni». E' grazie a lui e al governo conservatore, ha detto, se la Gran Bretagna gode dell'attuale prosperità: «Sono qui per sostenerlo». Ma la Thatcher non è stata la sola a parlare in tono di disprezzo della «conversione di convenienza» del nuovo Labour. Anche Major ha pigiato a fondo su quel tasto. Da venerdì Tony Blair è sul banco degli accusati per il suo tentativo di ridurre la portata della tanto pubblicizzata autonomia scozzese, la «devolution» condannata dai conservatori come sicuro mezzo per mettere a repentaglio la coesione nazionale. Ma il Labour double-face, secondo i Tories, sta anche rivedendo la sua condanna delle privatizzazioni, precisando per esempio di «non voler essere dogmatico» su quella della metropolitana londinese. In un atteso discorso, oggi, Blair esalterà l'importanza e il primato dell'iniziativa privata. «E' pu¬ ra idiozia - lo ha fulminato Major - credere di poter offrire la stessa politica dei conservatori. Come si può credere a un partito che in tre giorni altera posizioni limate per mesi?». L'ala sinistra del Labour, indirettamente, conferma con i suoi mugugni. Nel campo di Blair, che ha la vittoria in pugno ma che soffre delle proprie incertezze, non bastano i risultati dei sondaggi per restituire la tranquillità perduta. Fabio Galvano I^^K ^^^fe ■f . ,s i ■HI II premier britannico I^^K John Major ^^^fe con Margaret Thatcher A lungo rivali si sono riawicinati neH'imminenza ■f delle elezioni politiche . ,s i che vedono i laboristi in netto vantaggio ■HI nei sondaggi BOSNIA

Persone citate: Blair Sepolte, John Major, Maggie Thatcher, Margaret Thatcher, Thatcher, Tony Blair

Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra