Il Cavaliere: votiamo sì ma senza contropartite

Il Cavaliere: votiamo sì ma senza contropartite LA STRATEGIA DEL POLO Il Cavaliere: votiamo sì ma senza contropartite s MILANO CUS1 Berlusconi, ma in caso di elezioni anticipate... «Macché elezioni anticipate!» ruggisce il Cavaliere «Non ci saranno. Sono favole, toglietevele dalla testa». Ma Prodi resiste, allora... «Le sue dimissioni sarebbero la notizia più bella, ma escludo che arrivi». Ma il governo di minoranza... Un moto di fastidio eppoi: «Non esiste. Resteranno lì tutti assieme appassionatamente: a danno del Paese, naturamente. Non c'è fine alla capacità di resistenza di questi signori, tenuti assieme dalla colla del potere». Ma l'Albania? Dal palco del Palalido di Milano Silvio Berlusconi, rifiuta sdegnosamente l'ombra di un possibile «inciucio». «Sull'Albania l'opposizione vota senza fare merce politica di un importantissimo problema». Chiaro? E' l'ora del confronto, poi, chissà La faccia è stanca, un po' tirata, ma, al solito, il leader di Forza Italia sprizza energia quando si respira aria di battaglia: elezioni di Milano ormai alla volata finale e, prima ancora, l'affaire Albania. E Berlusconi, da! palco, non si risparmia nella veste di capolista di Forza Italia («stavolta sorriso da ammaliatore davanti alle sue truppe di candidati - vi rubo voti a tutti...») e di grande elettore di Albertini. «Mi sono vergognato di essere italiano quando ho visitato il centro di Brindisi» attacca ancora sulla questione Albania. «C'erano 46 persone, una sola toilette, uomini e donne dentro una palestra. Le pulizie le avevano fatte di corsa, poco prima che entrassi io. Che vergogna, con tutta la retorica della solidarietà che ha fatto e continua a fare l'Ulivo. Il governo è stato assente, il presidente della Repubblica è stato assente, i ministri ì sottosegretari...». ((Adesso lo posso dire - incalza - ho offerto all'ambasciatore una sistemazione per i superstiti, tutti i superstiti del canale d'Otranto, ma lui è stato categorico: non chiediamo soldi, ma il governo faccia ciò che non ha ancora fatto: ci aiuti a recuperare le salme in fondo al mare. E' un popolo di grande dignità, per come lo conosco io». In prima fila ascoltano Pierferdinando Casini e Ignazio La Russa. Il leader del ecd annuisce e applaude. «Giusto Silvio - risponde condivido appieno la linea del Polo in questi mesi: opposizione dura ma attenzione al senso dello Stato». Piccola pausa e poi aggiunge: «Tanto, di qui a pochi mesi possiamo essere in condizioni di tornare al governo del Paese». Più freddo La Russa. «A suo tempo - commenta - noi abbiamo ospitato 21 albanesi. Ma ci hanno preso a male parole quando abbiamo trovato loro lavoro... La solidarietà s'esaurisce quando non si assumono i doveri». «Hai ragione Ignazio - replica Berlusconi ma dobbiamo dotarci anche noi italiani di grandi strutture d'accoglienza, come in Germania». Fin qui il capitolo Albania. Ma la pratica Milano non è meno importante. A fine mese si vota e il Polo, Berlusconi in particolare, non vuol perdere la grande occasione di rilancio. Di qui la «convention» di ieri con i candidati e i militanti impegnati in campagna: non più di 1000-1500 persone, ma questa, dice Berlusconi, «è solo una riunione in famiglia, quasi didattica per offrire strumenti ai nostri candidati, spesso novizi della politica. E qui ve lo dico: puntate sugli incerti, gli elettori della Lega. Spiegate loro che sia¬ mo governati dai comunisti per colpa del tradimento di Bossi!». Quasi una ripassata generale, insomma, in vista dei bagni di folla e delle tribune tv che decideranno la sfida. Il candidato Gabriele Albertini si presenta diligente all'appello. Cambia toni, attacca duro i concorrenti, da Fumagalli («i giornali gli hanno dato del bambolo, Rifondazione lo ha definito un can¬ didato di mezza tacca. Fidati di alleati così...») a Formentini («un simpatico suocerone che riesce a dire cose folgoranti per banalità e insensatezza»). Ce n'è pure per Bossi che continua a parlar di lui «come candidata del Polo». «Non è mai stato - commenta Albertini - un esempio di raffinatezza, e poi deve pur sfogarsi in qualche modo...». E Berlusconi impugna di nuovo il microfono. «Bravo Ga¬ briele, volevi una campagna da gentiluomini. Adesso, dopo gli attacchi picchi per davvero. Continua così». «Meglio mille e una notte di trattative con i sindacati - sospira in risposta Albertini che una campagna elettorale. Anche se non auguro a nessuno di vivere con Bertinotti fuori della porta...». Ugo Bertone «Elezioni a giugno? Sono solo favole vedrete che l'Ulivo non mollerà» E Casini: entro pochi mesi saremo noi a governare il Paese prima che si giunga allirrepabile, e altro sangue venga inumente versato». L'appuntaento dell'Angelus o del Regina oeli è sempre di più il momento cui il Papa espone «ex abunantia cordis», perché il cuore è oppo pieno, il suo pensiero su n tema che sente con forza parcolare. In questa luce personale» si leggono on più chiarezza gli atcchi dell'«Osservatore omano» alla lentezza ternazionale nella crisi ei Balcani, e le critiche la passività dell'Occi- Oggi, dunque, lOccidente è disposto a correre rischi connessi a un intervento militale per salvare poche migliaia di persone, laddove quattro mesi fa si tirò indietro quando si trattava di soccorrere migliaia di profughi». destra eader l Polo vio Berlusconi basso eader ecd Casini finché, della modiscano Il Cavaliema senza ||11|§| A destra ■Ili '' leader 111111 del Polo Silvio Berlusconi In basso il leader ecd Casini