Ronde padane sfidano le «lucciole» di Angelo Conti

Ronde padane sfidano le «lucciole» Parte dal Cuneese la crociata leghista contro le donne di vita extracomunitarie Ronde padane sfidano le «lucciole» «Via le prostitute dalla strada dei Savoia» CAVAjULERMAGGIORE DAL NOSTRO INVIATO «Offriamo un ideale al posto delle puttane». Lo dice Cichìn al secolo Franco Paschetta («con la dieresi sulla e»), 66 anni, vachè («può tradurlo bovaro, anche se non è la stessa cosa»), vedetta padana in servizio all'avamposto di Madonna del Pilone, Comune di Cavallermaggiore, al chilometro 15,500 della provinciale Carmagnola-Fossano, più nota come strada Reale. La crociata contro le prostitute extra comunitarie che lavorano lungo le arterie piemontesi comincia da qui, da questa grande strada che sfiora la Langa, correndo parallela all'autostrada per Savona. «E' una strada a cui teniamo in modo particolare - continua Cichìn - perché l'ha costruita Geniu di Savoia nei primi anni del '700 per spostare più velocemente le truppe da Genova a Torino, ai tempi dell'assedio dei francesi. I savoiardi difendevano la loro autonomia, Pietro Micca ci rimise la vita. Fa un percorso strano, un po' lontano dai centri abitati, perché allora dovette sfruttare una striscia di territorio stretta fra il marchesato di Saluzzo e quello del Monferrato. E' una strada, ma è soprattutto un pezzo di storia». Un pezzo di storia calpestato da centinaia di prostitute extracomunitarie, soprattutto nigeriane ma anche del Ghana, del Togo, del Gabon e, più recentemente, albanesi e polacche. Fra la provinciale e le strade vicine si calcola che, ogni giorno, siano almeno in 500. Mario Barrel, deputato leghista, odontotecnico, fa quattro conti: «Ognuna si apparta in media con quattro clienti al giorno, a 30.000 lire a prestazione. Quindi sono 60 milioni giornalieri, quasi 2 miliardi al mese. Ovvio che la criminalità lo consideri un buon affare. Ed ecco perché noi queste donne non le vogliamo». L'azione di contrasto al fenomeno si svolge in modo del tutto pacifico: le vedette leghiste, tutte in camicia verde, presidiano i punti nevralgici. E raggiungono con le auto le zone dove vengono individuate prostitute al lavoro: «Non prendiamo alcuna iniziativa - spiega Bernardino Tortone, segretario provinciale della Lega a Cuneo - ma ci limi¬ tiamo a segnalare la loro presenza al 112 e 113. Usiamo i telefonini cellulari, tanto le chiamate ai numeri di emergenza non costano nulla. Spieghiamo la situazione e chiediamo un intervento. Sappiamo benissimo che la prostituzione non è un reato, ma intanto queste signore vanno controllate. Avranno i documenti a posto? E poi tante di loro si presentano al lavoro in ab- bigliamenti ridottissimi, non c'è l'adescamento?». Impossibile conoscere il pensiero ufficiale di carabinieri e polizia ma, per Tortone, «hanno accolto con entusiasmo l'iniziativa. Finalmente non sono più soli a combattere questa battaglia». Fra le vedette, ieri pomeriggio, molte ragazze. Ornella Catalano, 34 anni, di Cavallermaggiore, ha idee chiarissime: «Vogliamo le case chiuse, o se non è possibile almeno delle aree del sesso. Ben delimitate, anzi cintate. Siamo stufe di ripetere ai nostri bambini che quelle signorine nere stanno aspettando l'autobus. Dopo un po' anche i più piccoli si accorgono che questi autobus non arrivano mai, magari dopo essere stati costretti ad assistere a scenette degne del Decamerone, nei prati vicini alle loro case. Siamo imbarazzate a impedire loro di fare una passeggiata o un giro in bicicletta. Non è una limitazione della libertà?». E Ilaria Baudino, 25 anni, spende una parola anche per le prostitute: «Possono essere malate. In mia struttura controllata le si potrebbe curare, e impedire che trasmettano le malattie ai padani. Lo facciamo anche per loro». E contro i clienti? Il tasto appare delicato: «Le sanzioni amministrative potrebbero funzionare, ma sono costituzionali? Pensiamo proprio di no. Il primo obiettivo devono essere le donne di colore. Se non sono a posto, o se si comportano male, devono essere denunciate. E sparire da qui». Comunque nessuno si illude: la battaglia con le prostitute non la si vince con un Motorola. Certo è che, ieri, i gruppi di vedette padane che si muovevano lungo le strade hanno dissuaso moltissimi clienti. E parecchie ragazze, che l'avevano saputo il giorno prima, hanno preferito cambiare momentaneamente strada. Le chiamate ai numeri di emergenza sono state numerose e per i carabinieri della zona c'è stato superlavoro. Ma le lamentele più vivaci sono arrivate dalle prostitute. Joy, 20 anni, da Benin City, dopo essere scappata nel bosco, avvolta in una calzamaglia azzurra, è tornata a parlamentare: «Cosa volete? Noi non ce ne andiamo perché non facciamo male a nessuno. Il mio ultimo cliente mi ha appena detto di stare tranquilla: fra un mese ci sono le elezioni, poi tutto tornerà come prima». Angelo Conti Un momento della crociata contro le prostitute promossa nella provincia di Cuneo dalla Lega I NEMICI DEL SESSO A PAGAMENTO

Persone citate: Bernardino Tortone, Franco Paschetta, Ilaria Baudino, Mario Barrel, Ornella Catalano, Pietro Micca, Savoia, Tortone