«La Fip proteggerà tutti» di Luigi Grassia

Un deterrente anche contro i banditi «La Fip proteggerà tutti» Un deterrente anche contro i banditi AVIENNA MBASCIATORE Aragona, lei che ha seguito la crisi albanese dall'inizio ed è segretario dell'Osce, ha un'opinione sull'opportunità di schierare truppe italiane anche nel Sud, dopo gli ulteriori distinguo che si sono uditi anche ieri dalla Grecia? Giancarlo Aragona, da otto mesi alla guida dell'organizzazione che raggruppa i Paesi europei più Usa, Canada e Russia e che è responsabile della missione di pace, risponde sottolineando innanzitutto il suo ruolo istituzionale: «Come segretario dell'Osce non prendo una posizione ufficiale al riguardo. Personalmente posso convenire che nel Sud dell'Albania, per varie ragioni come la tragedia nel Canale d'Otranto e la presenza di una minoranza greca, potrebbe essere opportuno schierare truppe psicologicamente meno esposte di quelle italiane o greche, ad esempio francesi, austriache ecc. Però la decisione spetterà esclusivamente al comando militare della Forza internazionale di protezione, attribuito all'Italia». Approfondiamo la questione delle competenze. Come è strutturata la missione? «Si regge su tre pilastri, due civili e uno militare. All'Organizzazio- ne per la sicurezza e la cooperazione in Europa spetterà il coordinamento politico generale, sotto la guida dell'Alto rappresentante Franz Vranitzky. Oltre a questo, l'Osce svolgerà una serie di azioni dirette, per promuovere la Ubera stampa e la circolazione delle persone e per aiutare l'organizzazione delle elezio¬ ni. Un gruppo di nostri esperti è già operativo a Tirana». Questo per l'Osce. E poi? «Il secondo pilastro è rappresentato dall'Unione europea che prowederà all'assistenza umanitaria alle popolazioni, distribuendo viveri e medicinali, e nel medio termine alla ricostruzione delle strutture civili ed economiche disintegrate dalla rivolta». Quanto alla parte militare? «E' di competenza della Fip che avrà come primo compito la protezione delle persone e dei mezzi dell'Osce e dell'Ue». Ma le competenze della Forza di protezione non finiscono qui, vero? La Fip non dovrebbe proteggere anche la popolazione locale? «Anche i civili albanesi fruiranno della maggior sicurezza garantita dalla presenza delle truppe internazionali. La Fip assumerà il controllo complessivo delle aree di attività della missione (porti, aeroporti, strade principali). Rendendosi visibile in punti vitali dovrebbe rassicurare la gente e migliorare l'ordine pubblico». Facciamo un caso concreto. Se capitasse, sotto gli occhi dei militari e delle telecamere, che una donna venisse aggredita come in un famoso episodio in Somalia, la Fip interverrebbe o resterebbe inerte come fecero allora i Caschi blu, perché non era di loro competenza? «Non si possono ipotizzare tutte le eventualità. Ma tenga presente che la Fip non è, come a volte si dice, una forza di polizia internazionale. Contiamo che faccia da deterrente contro tutti i tipi di violenza, inclusa quella dei banditi. E ci conforta che la sua presenza sia richiesta tanto dal governo quanto dai comitati degli insorti. La dura realtà prende fl sopravvento sull'estremismo». Luigi Grassia «Contribuiremo a ricostituire giornali e partiti in vista delle elezioni» Un ribelle del Sud, zona a rischio per i soldati della «Fip» IL SEGRETARIO DELL'OSCE

Persone citate: Franz Vranitzky, Giancarlo Aragona

Luoghi citati: Albania, Canada, Europa, Grecia, Italia, Otranto, Russia, Somalia, Tirana, Usa