Ruba al nonno per pagare il pizzo
Ruba al nonno per pagare il pizzo Ruba al nonno per pagare il pizzo Napoli, a dodici anni vessato da due ragazzi TAGLIEGGIATO A SCUOLA CNAPOLI OSTRETTO a rubare per pagare il pizzo a due taglieggiatori che lo minacciavano di morte. Sembrerebbe una ordinaria storia di camorra se non fosse per l'età degli autori e della vittima dell'estorsione: quelli che pretendevano soldi e gioielli hanno rispettivamente 14 e 18 anni non ancora compiuti, chi doveva sottostare alle richieste ne ha soltanto 12. Gli estorsori in erba sono stati arrestati ieri dai carabinieri e portati al centro di prima accoglienza del tribunale per i minori di Napoli. Per catturarli gli investigatori sono dovuti ricorrere alla tecnica collaudata in mille indagini di camorra, basata su appostamenti e conclusa con una «trappola» tesa agli autori delle richieste estorsive. E' accaduto a Boscotrecase, un piccolo comune della zona vesuviana. La storia andava avanti da circa tre mesi, da quando cioè il dodicenne Andrea F. era stato avvicinato all'uscita di scuola da due ragazzi, Salvatore S., di 18 anni, e Carlo F., di 14. Aria da guappi e sguardo duro di chi non ammette repliche, i due avevano detto al bambino che se voleva stare tranquillo doveva consegnare un bel po' di soldi, minacciando che in caso di rifiuto se la sarebbe vista brutta: «Non scherziamo, abbiamo anche una pistola». Il piccolo Andrea dopo quell'incontro era rimasto come paralizzato dal terrore guardandosi bene dal confidarsi con i genitori. Era deciso a pagare anche perché il minore dei due estorsori, figlio di un noto latitante, appartiene a una famiglia molto temuta nel paese. Così il 22 marzo scorso, approfittando di una momentanea assenza, era entrato in casa del nonno materno e dopo aver frugato frettolosamente nei cassetti, si era imposses¬ sato di un milione e mezzo in contanti e oggetti d'oro per un valore: di due milioni. E' stato proprio indagando su questo furto che i carabinieri hanno avviato l'inchiesta. Andrea per un po' ha tenuto la bocca chiusa, ma poi in lacrime ha raccontato il suo incubo, descrivendo con dovizia di particolari i ragazzi che lo minacciavano. Per chiudere l'inchiesta serviva solo un passo falso che non si è fatto attendere. Incoraggiati dal successo del primo tentativo, i due ragazzi erano infatti tornati alla carica. Mercoledì scorso, mentre Andrea era in classe, lo avevano chiamato alla finestra fissando un appuntamento per il giorno seguente quando avrebbe dovuto portare altri soldi. 11 bambino ha riferito la circostanza ai genitori e ai carabinieri ed è scattata la trappola. Con un escamotage tipico delle inchieste I sul racket, i militari hanno consegnato al bambino una banconota da 100 mila lire su cui hanno annotato un segno di riconoscimento. Poi si sono appostati nello vicinanze del luogo dell'appuntamento, a pochi metri dall'ingresso della scuola elementare «Cardinale Prisco». Ieri mattina all'ora convenuta, i due giovani taglieggiatori si sono presentati a bordo di un motorino. Appena Andrea ha consegnato la banconota si sono allontanati ma hanno percorso solo poche centinaia di metri prima di essere bloccati dai carabinieri. In caserma hanno mantenuto l'atteggiamento spavaldo di chi considera l'arresto come un incidente sul lavoro. Soprattutto il quattordicenne ha lasciato di sasso i carabinieri quando ha invitato il più grande a comportarsi «da uomo», senza fare ammissioni. Enzo La Penna
Persone citate: Andrea F., Cardinale Prisco, Carlo F., Enzo La Penna, Salvatore S.
Luoghi citati: Boscotrecase, Napoli
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