«Presto il branco finirà nella rete»

«Presto il bronco finirà nella rete» Sarebbero stati individuati il presunto responsabile dello stupro e gli amici che lo incitavano «Presto il bronco finirà nella rete» Piacenza, inchiesta a una svolta PIACENZA. Lo stupratore di Piacenza avrebbe i capelli scuri a caschetto, fisico atletico, occhi neri, accento siciliano. Avrebbe, perché non c'è ancora nulla di ufficiale e quindi il condizionale è d'obbligo. Lo indagini proseguono, ma continua a regnare il riserbo assoluto. Anche ieri il questore Gulì si è trincerato dietro a un no comment. Ha parlato invece il procuratore Alberto Grassi. Una (rase breve, ma importante. «La procura ha l'atto la sua parte, il fascicolo è sul tavolo del gip». L'inchiesta è condotta dal sostituto Mazza, assente in questi giorni dalla città. Alla domanda se vi siano richieste di custodia cautelare a carico del presunto violentatore e dei suoi complici, il magistrato ha detto di non poter rispondere. Si continua quindi con le indiscrezioni, le ipotesi, sembra che gli investigatori abbiano già individuato l'intero branco, sia l'autore materiale dello stupro che i compagni che ne avrebbero stimolato le gesta. Ieri il quotidiano locale Libertà ha pubblicato in prima pagina un identikit dello stupratore elaborato dal giornale. A fornire indicazioni preziose è stato Francesco Marinozzi, titolare del pub-birreria Leone Rosso dal quale la banda sarebbe partita alla caccia della ragazza. «Non so se la ragazza crucila sera fosse nel mio locale, era sabato e c'era tanta gente. Sono invece sicuro che c'era un gruppo di siciliani tra i 20 e i 25 anni. 1 quattro non mi piacevano, avevano un fare baldanzoso e sono usciti senza pagare il conto. Dopo quel sabato sera non li ho più visti» ha spiegato Marinozzi. Nessuna ricostruzione ufficiale, comunque. Lo stupro è avvenuto la notte tra sabato 15 e domenica 16 febbraio, in via Caccialupo, una piccola trasversale dello stradone Farnese. La ragazza, 17 anni, si è accorta di essere seguita da un'auto fon 4 giovani. Ha affrettato il passo e ha girato all'improvviso in via Caccialupo. Nella strada si trova una stazione dei carabinieri. Pensava di essere al sicuro, invece i quattro l'hanno ugualmente fermata. L'hanno fatta salire in macchina e uno l'ha violentata mentre gli altri attorno urlavano dandogli il ritmo. La violenza non sarebbe dunque avvenuta in strada. Anzi, è probabile che i quattro, dopo aver caricato a bordo la giovane, siano usciti dal centro storico per appartarsi in una zona più isolata. Resta ancora confuso anche il dopo stupro. La diciassettenne piacentina non avrebbe infatti subito denunciato il fatto. Ne avrebbe parlato con le amiche E queste avrebbero addirittura approntato una mini squadra investigativa per identificare gli autori del gesto. Solo dopo parecchio, circa un mese, la minorenne avrebbe compiuto il grande passo e si sarebbe rivolta alla questura. C'è poi l'incertezza sul referto medico. Pare infatti che la ragazza non si sia recata immediatamente al pronto soccorso, ma che anche in questo caso avrebbe lasciato passare un po' di tempo. E che a quel punto sia stato difficile individuare i segni della violenza. Il caso sembra comunque vicino ad mia soluzione. A giorni dovrebbero esserci comunicazioni ufficiali dagli inquirenti, probabilmente lunedi. L'unico timore è che uno dei quattro tenti la fuga nelle prossime ore. Intanto è stato deciso un ulteriore potenziamento nelle ore notturne dei servizi di controllo in città, con pattuglie di carabinieri e polizia in borghese e a bordo di auto civili. Lo ha stabilito il Comitato piacentino per l'ordine e la sicurezza pubblica. Carlo Annovazzi Le compagne della ragazza hanno indagato da sole prima di denunciare la vicenda Gli investigatori che indagano sullo stupro in pieno centro a Piacenza sarebbero a un passo dalla verità

Persone citate: Alberto Grassi, Carlo Annovazzi, Francesco Marinozzi, Leone Rosso, Mazza

Luoghi citati: Piacenza