Sponsor di Clinton e padrino all' Avana di Paolo Guzzanti

Sponsor di Clinton e padrino ali Avana F LETTERA DALL'AMERICA Sponsor di Clinton e padrino ali Avana ORGE Cabrerà è un cubano-americano obeso che sembra uscito da un romanzo di Graham Greene. A suo modo infatti costui è anche un «nostro agente all'Avana». Una foto pubblicata ieri dal New York Times lo mostra obeso e sorridente accanto ad Al Gore durante un banchetto elettorale a Miami. Un incidente, per Gore: Cabrerà è infatti un pregiudicato trafficante di droga e proprietario di pescherecci: finora un personaggio minore della storia infinita dei fondi neri raccolti dal partito del presidente. Ma da ieri la sua figura assume un carattere speciale: quello di un curioso rappresentante del governo cubano. Cabrerà infatti non è uno dei tanti criminali che popolano la Florida degli esuli anticastristi. Anzi, Cabrerà non è affatto, o non è più, un incallito anticomunista, ma piuttosto un gradito frequentatore della Cuba di Fidel Castro con il quale vanta addirittura un rapporto personale. Questo oscuro personaggio ha sostenuto il comitato elettorale pro-Clinton con una piccola somma (appena ventimila dollari, ma frutto di una partita di cocaina) che gli era stata richiesta da una raccoglitrice di fondi elettorali: certa Vivian Mannerud, cubana anche lei e figura rampante nell'apparato democratico. Soltanto nelle ultime settimane, il partito del presidente ha fiutato lo scandalo e tentato di restituire la somma. Eppure non era difficile conoscere la biografia di Cabrerà, pubblicata nel casellario giudiziario: condannato due volte nel 1980 per spaccio di droga, imprigionato per tre anni e mezzo dopo aver tentato di corrompere una giuria e di nuovo agli arresti per frodi fiscali. Attualmente è accusato di aver trasportato con le sue navi più di una tonnellata di cocaina pura. E qui la prima sorpresa: il signor Cabrerà ha detto agli agenti federali di aver trasportato la droga su istruzioni del governo cubano. E per convincerli ha tirato fuori dalla tasca una foto che lo ritrae insieme a Fidel Castro. La procura generale americana ha preferito ignorare questo aspetto della faccenda temendo di perdersi in un ginepraio di trappole politiche, senza approdare ad alcun risultato. Però la foto con Fidel non è stata l'unica sorpresa del caso Cabrerà. L'inchiesta ha infatti stabilito quale fosse il luogo in cui l'equivoco personaggio versò la sua sottoscrizione per Clinton e Gore: un grande albergo, il Copacabana Hotel. Nulla di strano. Salvo il fatto che il Copacabana Hotel non si trova in Florida. E neanche in alcun altro Stato dell'Unione. Il Copacabana Hotel si trova all'Avana, nel quartiere delle ambasciate, un'area direttamente amministrata dai servizi segreti e dal dipartimento degli interni cubano: là Jorge Cabrerà acquistò il biglietto d'ingresso con diritto di fotografia, per un ricevimento a Miami con foto insieme ad Al Gore. Dunque, la novità che emerge da questa storia è questa: il governo cubano come minimo ospita, ma più probabilmente sponsorizza, trafficanti di droga nel tentativo di ottenere prima o poi la fine dell'embargo. Vivian Mannerud, la spigolatrice di fondi, si difende con un'alzata di spalle: Cabrerà, dice, neanche lo ricordo bene: era uno dei mille sottoscrittori che lavorano per una normalizzazione dei rapporti fra Cuba e Stati Uniti. Chi non esprime alcun commento, né tantomeno imbarazzo, è proprio il governo cubano che sovrintende alla dolce ed equivoca vita del Copacabana Hotel e dei suoi clienti che somigliano drammaticamente a quelli che vivevano all'ombra di Fulgencio Batista, il dittatore che Fidel Castro cacciò con la sua rivoluzione. Paolo Guzzanti nti |

Luoghi citati: Avana, Cuba, Florida, Miami, Stati Uniti