I magistrati: giù le mani dal Csm di Paolo Colonnello

I magistrati: giù le mani dal Csm LA RIVOLTA DELLE TOGHE I magistrati: giù le mani dal Csm Indetta per il 18 la «mobilitazione generale» L. MILANO m APPUNTAMENTO è fissato per il 18 aprile a Roma: mobilitazione generale dei magistrati per un convegno pubblico che discuta, alla presenza di politici e realtà estere, i temi di riforma della giustizia che stanno allarmando tutti i tribunali italiani. «Ormai sembra che tutti possano parlare di giustizia tranne che i magistrati. Mentre l'opinione generale tra noi è che le cose che abbiamo letto sulla Bicamerale sono quantomeno preoccupanti». Non usa mezzi termini il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Elena Paciotti. Finora cauti e silenziosi, dopo le ultime notizie in arrivo dalla Bicamerale, i magistrati, anche quelli politicamente più vicini all'Ulivo, hanno deciso di passare al contrattacco. Prima tappa sarà il convegno del 18, cui seguirà, due giorni dopo, un'assemblea riservata soltanto ai giudici. Tema del convegno sarà: «Pm e dintorni, Csm e statuto della magistratura». Invitati speciali: il presidente della Commissione bicamerale giustizia Giuliano Urbani e il relatore Marco Boato. Presidente: l'ex ministro della Giustizia, Giovanni Conso. Tra gli ospiti, diversi magistrati stranieri, come Renaud Van Ruynbeke, giudice istruttore a Rennes, protagonista dei più importanti processi per corruzione in Francia, che parlerà dei problemi che si pongono nella giustizia quando il pm non è più indipendente; e Perfecto Andres Ibanez, ex componente del Consiglio generale del potere giudiziario spagnolo che racconterà invece cosa succede quando la politica (come avviene in Spagna) prende il controllo del Csm. «Si vuole che il Csm diventi un organismo svuotato, che si muove a comando di un'autorità esterna, oppure aggiungendo più politici al suo interno di quanti ce ne siano adesso - dice ancora Elena Paciotti -. Ma a me sembrano discorsi approssimativi: quali sarebbero i cittadini più tutelati da una maggiore presenza di politici nel Csm?». Insomma, da Mani Pulite a mani libere, come fa intendere il procuratore Borrelli? «Non vorrei commentare dichiarazioni di altri, io cerco di rappresentare i 9000 magistrati italiani. Ma credo che effettivamente le proposte fatte finora in Bicamerale riguardino l'ùidipendenza della magistratura italiana, garantita dai legislatori costituenti a tutti i giudici, anche i tributari. Ridurre questa indipendenza, in particolare quella penale, all'indomani di Tangentopoli e in un momento in cui le organizzazioni criminali sono ancora forti, è cosa che non trova giustificazioni a mio giudizio». Le varie relazioni presentate in Bicamerale, e in particolare la riforma presentata dal relatore Marco Boato, non piace nemmeno al segretario di Md, Vittorio Borraccetti, che parla di «un pericoloso indebolimento dell'indipendenza della magistratura». E critica in particolare la divisione del Csm in due sezioni e la sua nuova composizione: «Con buona pace di tutte le dichiarazioni di principio contenute nel programma elettorale dell'Ulivo e ribadite in documenti politici del pds, ci si avvia verso la separazione delle carriere di giudice e pm e verso una rafforzata presenza politica nel Csm, del quale per altro viene fortemente ridotto il ruolo». Si tratta, secondo Borraccetti, di riforme che «appaiono ispirate da un pre¬ giudizio sfavorevole alla funzione giudiziaria e che non produrranno alcun miglioramento nella qualità della giustizia, ma hanno piuttosto lo scopo di subordinare la funzione giudiziaria alle esigenze del potere politico». Il presidente dei Movimenti Riuniti, Mario Almeriglii, so¬ stiene invece che «quando andrò all'estero proverò vergogna» dato che «ci sono Paesi che vedono nel nostro attuale sistema il punto di arrivo per le loro democrazie» e con la proposta Boato «viene svilito quello che era un principio invidiatoci dal mondo: l'autonomia cioè della ma- gistratura». Ma sono cosi «pericolose» le proposte discusse in Bicamerale? «Rispetto alla scorsa settimana c'è la sensazione che i giochi siano ormai fatti», sostiene Edmondo Bruti Liberati, sostituto pg a Milano ed ex segretario dell'Anni. «Il Csm che noi conosciamo verrà completamente modificato. E non è tanto il rapporto laici-togati a preoccupare. Il problema è cho si danno una serie di limitazioni che impediscono di garantirne l'indipendenza». Ad esempio? «L'ordine del giorno deciso dal Presidente della Repubblica: significa mettere sotto il controllo del Presidente il Csm e se il Csm, tutelando l'indipendenza di im magistrato, si trovasse ad entrare in collisione con il potere politico, in questo modo il Presidente potrebbe; bloccarlo». Altro punto fondamentale, secondo Bruti Liberati, è la modifica dell'articolo 110: «Sembra una piccola operazione di maquillage invece trasferisce al Guardasigilli la formazione dei nuovi magistrati, finora prerogativa del Csm. Se passa anche questo, formazione e aggiornamento saranno aneli essi controllati dal potere politico». Paolo Colonnello Boato: sparano sulla mia relazione senza averla letta Si basano soltanto sulle indiscrezioni che sono trapelate dai giornali | I 1 1 Elena Paciotti presidente dell'Associazionenazionale magistrati A destra: Tiziana Parenti parlamentaredi Forza Italia e il senatore dei VerdiMarco Boato

Luoghi citati: Francia, Milano, Roma, Spagna