«Gli amici lo incitavano a stuprarmi»
«Gli amici lo incitavano a stuprarmi» Piacenza, una minorenne denuncia: sono stata violentata mentre tornavo a casa «Gli amici lo incitavano a stuprarmi» PIACENZA. Uno che violenta la ragazza. E gli amici intorno, a fare il tifo. E' successo a Piacenza un mese fa. In pieno centro. E la vittima è una ragazza di 17 anni, residente in città, che avrebbe denunciato i suoi aggressori. La questura non conferma e non smentisce l'inchiesta, così come fece nel '95, con la «banda degli incappucciati». Alle prime voci non venne data risposta. Poi il procuratore della Repubblica di Piacenza, Alberto Grassi, confermò tutto. E tre giorni dopo le indagini da lui coordinate portarono all'arresto del gruppo. Quest'ultima storia, di cui è trapelata notizia solo ieri, sarebbe capitato un mese fa in una laterale dello stradone Farnese. Una zona centrale: lo stradone Farnese attraversa infatti la parte più vecchia della città. Un viale molto battuto, con continuo passaggio di automobili. Ma dallo stradone Farnese parte anche una serie di vie laterali poco frequentate. Da un lato sbucano sul pubblico passeggio e sono abbastanza illuminate. Dall'altro, invece, sono strette tra vecchie abitazioni. Sono buie, piccole, teatro ideale per aggressioni. Un sabato notte - l'ora è indefinita, sicuramente dopo la mezzanotte, più facile qualche ora dopo la mezzanotte, quando il traffico delle vetture si è ormai ridotto una ragazza di 17 anni sarebbe stata affiancata da una vettura con a bordo un gruppo di giovani. Dalla macchina sarebbero scesi in tre. Avrebbero spinto la minorenne contro il muro, tenendola ferma. Uno l'avrebbe violentata. E gli altri avrebbero anche incitato il loro compagno a continuare. Come in «Sotto accusa)), il film interpretato da Jodie Poster. Subita la violenza, la ragazza ha trovato la forza di fare ritorno a casa. Ma non di sporgere immediata denuncia, forse perché minacciata dagli aggressori. Poi, probabilmente convinta dai famigliari, ha trovato il coraggio. E' ar¬ rivata la denuncia e sono così cominciate le indagini. I tre sarebbero già stati identificati: giovani tra i 18 e i 20 anni, di origini meridionali ma residenti a Piacenza. E' possibile che l'autore dello stupro conoscesse la ragazza, ne fosse innamorato ma fosse stato respinto. Ed è possibile che abbia reagito violentemente: uno stupro come vendetta all'«offesa». Ma è anche possibile che i tre abbiano notato la minorenne in un locale della città, ne siano rimasti attratti, ne abbiano studiato le mosse, e poi abbiano deciso di aggredirla. Dallo stupro dello stradone Farnese al ricordo degli «incappucciati» il passo è breve. Nell'autunno di un anno e mezzo fa Piacenza finì sulle prime pagine dei giornali per le brutali imprese di cinque cremaschi, Simone Paonessa, Agostino Soardi, Fabrizio Costa, Massimiliano Mangoni e Luciano Conte. Partivano da Crema in caccia di una preda. Quando identificavano una ragazza sola in macchina, con il volto coperto da un passamontagna la affiancavano, la facevano salire sulla loro vettura e la stupravano a turno. In poco tempo colpirono quattro volte tra la Brianza, il Lodigiano ed il Piacentino. Una quinta ragazza, piacentina, riuscì a fuggire. La paura finì all'inizio del novembre del '95, quando i cinque vennero fermati e poi, messi a confronto con le vittime nel carcere di Codogno, arrestati dopo esser stati riconosciuti. Processati a Monza e poi in appello a Milano, i cinque furono condannati. Dodici anni a Paonessa, 12 e mezzo a Mangoni, 9 anni e 6 mesi a Soardi, 6 anni a Costa, mentre Conte, dapprima condannato a 6 anni, ebbe gli arresti domiciliari perché colpevole testimone ma non autore di violenza. Da quel momento è passato più di un anno. E Piacenza sembrava ormai aver cancellato ogni traccia, era tornata la città di sempre, tranquilla, un po' addormentata, sicura nelle ore piccole anche per le ragazze sole. Ma quest'episodio riporta la città nell'incubo di un'altra banda. Carlo Annovazzi «In tre, mi hanno avvicinata con lauto poi mi hanno stretta contro un muro» La ragazzina avrebbe taciuto per timore di vendette da parte del gruppo Una scena del film «Sotto accusa», che racconta la storia di una ragazzina violentata
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