Molotov nel bus dei militari di Aldo Baquis

Molotov nel bus dei militari Clinton tenta di organizzare subito un vertice Arafat-Netanyahu a Washington o ad Amman Molotov nel bus dei militari Nuovo attentato in Cisgiordania, 13 feriti TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Tredici soldati israeliani sono rimasti feriti ieri quando una bottiglia incendiaria lanciata da un palestinese ha fatto sbandare l'autobus su cui viaggiavano facendolo precipitare in una scarpata, dove ha preso fuoco. Il nuovo episodio di violenza è giunto all'indomani di due falliti attentati suicidi (senza vittime israeliane) presso altrettante colonie ebraiche nella Striscia di Gaza e dopo l'uccisione di due palestinesi, uno dei quali membro dei servizi di sicurezza. Il rapido degradarsi della situazione ha spinto la diplomazia americana a entrare in azione. Il segretario di Stato Madeleine Albright ha avuto due conversazioni telefoniche con il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Yasser Arafat mentre il premier israeliano Benyamin Netanyahu si accinge a compiere un viaggio lampo a Washington per «rafforzare il coordinamento» con il presidente Bill Clinton. Una notevole tragedia è stata sfiorata quando l'autobus, che proveniva dal Nord della Cisgiordania, è passato ai bordi del campo profughi di Jelazun (Ramallah). Due palestinesi in agguato (con una discreta scorta cu bottiglie molotov) hanno lanciato due ordigni contro l'autobus. Una bottiglia ò entrata attraverso il finestrino ed è esplosa sul pavimento dando fuoco all'automezzo. L'autista ha cercato di mantenere il controllo del veicolo, ma dopo pochi istanti è uscito di carreggiata. L'autobus si è ribaltato più volte e ha preso fuoco: il rapido intervento delle ambulanze provenienti da vicine colonie ha impedito che il bilancio delle vittime fosse più pesante. Intanto a Gaza i servizi di sicurezza palestinesi hanno iniziato a compiere arresti fra gli attivisti della Jihad islamica, l'organizzazione in cui militavano i due kamikaze - Abdallah Ramadan alMadhun e Anwar Ahmed al-Sherbawi - che si sono fatti saltare in aria martedì presso gli insediamenti ebraici di Kfar Darom e Netzarim. Ieri tuttavia sia il portavoce della Jihad islamica, Sheikh Abdallah Shami, sia i mass media dell'Autorità nazionale paestinese (fra cui la «Voce della Palestina» e il giornale «Al-Ayam») hanno sostenuto che le due esplosioni sono state in realtà una messinscena dei servizi segreti israeliani «per mettere in cattiva luce l'Anp - ha spiegato Shami - e per seminare dissensi fra i palestinesi». In uno dei colloqui telefonici con la signora Albright Arafat ha assicurato di fare il possibile per mantenere l'ordine e la calma. Un suo collaboratore ha poi spiegato perché l'Anp vede in Netanyahu il responsabile dei recenti attentati: «E' stato il governo israeliano - ha osservato - a infiammare gli animi dei palestinesi nei Territori. La reazione popolare, a Gaza o a Jela zun, è inevitabile. Non possiamo mica mettere tutti i palestinesi agli arresti preventivi...». La repressione della violenza è il tema principale che Netanyahu si prefigge di discutere lunedì nel suo incontro con Clinton. Il premier - assicurano i suoi collaboratori - ribadirà che proseguiranno i lavori di costruzione nel rione di Har Homà a Gerusalemme che tanto hanno esasperato i palestinesi. Ieri la televisione commerciale ha rivelato che il ministero della Difesa ha approvato una notevole estensione delle colonie nei Territori. Secondo fonti palestinesi, Clinton è molto preoccupato per il deteriorarsi della situazione e vorrebbe organizzare un vertice israelo-palestinese a Washington o, in alternativa, ad Amman. Arafat, da parte sua, ha rivelato di essere scampato a un attentato durante la recente visita in Pakistan. La cosa è apparsa come un messaggio diretto agli Usa e a Israele: la destabilizzazione della regione rischia di provocare l'allontamento del Rais palestinese. Una prospettiva che dovrebbe inquietare non solo Clinton ma anche Netanyahu. Aldo Baquis L'autista ha perso il controllo del mezzo che è finito in una scarpata incendiandosi In Cisgiordania, un bimbo con un enorme masso nel villaggio di Al Arroub e il bus rovesciato dopo l'attacco