La Bicamerale è già all'ultimo sprint

La Bicamerale è già all'ultimo sprint D'Alema: sì al governo del premier. E oggi, forse, l'accordo anche sul «nodo giustizia» La Bicamerale è già all'ultimo sprint Si voterà entro la fine di aprile ROMA DALLA REDAZIONE Che il clima volgesse al buono, si era capito già da qualche giorno. Ma che la Bicamerale, a poche settimane dal suo insediamento, approdasse al rush finale, proprio non era previsto. «C'è una comune volontà di andare avanti costruttivamente» conferma Berlusconi. E' stato Massimo D'Alema, ieri, a proporre una sorta di votazione preventiva sulle varie proposte già oggetto di discussione. E così, dopo le aperture di An sul doppio turno, superato anche lo scoglio-Rifondazione per quel che riguarda la proposta del politologo Carlo Sartori - e cioè elezioni con lo stesso sistema che è già in atto per le elezioni dei sindaci, ma all'interno di un sistema semipresidenziale, così come accade in Francia - si arriverà a votare già entro la fine di aprile. Massimo D'Alema preferirebbe tuttavia un «sistema di Governo del primo ministro», il premierato sul quale, nei giorni scorsi, si è acceso il dinattito a Botteghe Oscure, sulla scia dell'altra ipotesi sul tappeto, formulata da Enzo Cheli. E infatti, ieri il segretario del pds precisava le sue «preferenze personali». Aggiungendo però che «se si punta a un'evoluzione bipolare del sistema dei partiti, è meglio il premierato. Ma se invece ciò che si privilegia è la stabilità, è più adatto il semipresidenzialismo». In ogni caso, ha detto D'Alema, vanno presi in considerazione entrambi i sistemi. E ieri pomeriggio, infatti, si è riunito anche il Comitato Forma di Governo: perché, nel caso ci si orientasse per il modello semipresidenzialista, questo mal si accorderebbe con la riforma federalista dello Stato, che pure si va progettando. Per questo, oggi, in seduta congiunta si riuniranno i due comitati: quello sulla Fonna di Governo, e quello sulla Forma di Stato, deputato appunto ad occuparsi di federalismo. In seguito, ed entro la fine del mese, in Bicamerale si esprimerà il «voto di indirizzo». In pratica, un escamotage per arrivare in tempi brevi, e senza sorprese, alla vera votazione finale. Accordo in vista, sembrerebbe, anche sulla giustizia, quello che al momento dell'insediamento nella Sala della Regina era apparso subito il fronte più caldo. Massimo D'Alema aveva dovuto ricordare al Guardasigilli Flick che lo contestava, che la Bicamerale, a termine della legge istitutiva, aveva all'ordine del giorno anche la giustizia. Nel frattempo, è arrivato in Parlamento il progetto di riforma del ministro Flick, di cui si dovrà verificare la compatibilità con le parti che riguardano la giustizia nella nuova Costituzione. Oggi pomeriggio il senatore dei Verdi Marco Boato, che presiede il comitato della Bicamerale che si occupa della riforma della Giustizia, presenterà la propria proposta, dopo aver proceduto alla sua riscrittura. Indiscrezioni danno per certo che la proposta-Boato prevederebbe il mantenimento di un unico Consiglio Superiore della Magistratura, da dividere eventualmente in due sezioni, una per la magistratura giudicante, e l'altra per i pubblici ministeri. Que¬ sto perché la proposta Boato poggia sul presupposto di una sostanziale differenziazione tra la funzione del giudice e quella del pubblico ministero. Dovrebbe rimanere l'accesso alla professione attraverso un concorso nazionale, ma ci saranno sbarramenti per il passaggio da una funzione all'altra. Il Csm verrebbe composto per metà da laici, per metà da magistrati, più due «toghe» che sarebbero membri di diritto. A presiederlo, dovrebbe restare il Capo dello Stato: D'Alema ha rilevato, nella riunione di ieri della Bicamerale, che questo «eviterebbe rischi di corporativismo». Ma anche questo dipenderà dalla fonna di governo che verrà scelta. Le votazioni dovrebbero cominciare a metà aprile. Il sistema, è simile a quello dei sinodi in cui si elegge il Papa: su ogni singola proposta si dà o no il placet, oppure si precisa che il voto è positivo, ma con alcune correzioni. Poi, si procede alla stesura finale del testo. Il presidente della commissione Bicamerale Massimo D'Alema

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